Il nostro racconto del mondo circense è cominciato da dietro le quinte della realtà del circo seguendo, attraverso l’obiettivo del fotografo Pietro Di Giambattista, l’attimo prima e l’attimo dopo della messa in scena, quello che si vede dal palco e dietro il sipario, il momento vero e proprio della creazione artistica, quando l’artista si cala nello spettacolo e dà origine alla magia. 

Abbiamo raccontato le evoluzioni del circo contemporaneo rispetto a quello tradizionale – attraverso gli spettacoli del Festival Internazionale di Grugliasco – e ascoltato in particolare le testimonianze di coloro che studiano per diventare degli artisti circensi contemporanei “completi”, in grado di passare da una disciplina all’altra, in una delle scuole di eccellenza italiane, la Scuola di Cirko Vertigo.
Il nostro viaggio nel mondo del circo si conclude con l’ultima tappa al Festival Internazionale di Latina che si è tenuto dal 18 al 22 ottobre, una sintesi perfetta dell’idea di ciò che il circo rappresenta nell’immaginario comune, «un evento meraviglioso, un punto di incontro, sul palcoscenico o nell’arena, tra desiderio profondo e sfida», come dice il regista teatrale Giorgio Barberio Corsetti. Quando le luci si spengono, sotto il tendone si crea una nuova realtà che all’improvviso si apre davanti agli occhi increduli degli spettatori, desiderosi di lasciarsi andare, per qualche ora, a una nuova dimensione.
E gli spettatori di Latina si sono lasciati incantare da 26 numeri strabilianti di artisti internazionali provenienti da 14 Paesi diversi per la XIV edizione del Festival.
Erano rappresentate tutte le scuole di circo più importanti al mondo, da quella cinese, alla quale sono andati i primi due premi della giuria con i numeri di verticalismo della Suining Acrobatic Troupe e della Shanghai Circus Troupe, fino alle scuole russe, pluripremiate, con in particolare la Troupe acrobatica Dobrovitskiy, dello storico Circo di Stato russo Rosgoscirk, che ha presentato un numero di incredibile prodezza con lanci e prese decise, evoluzioni aree senza cavo di sicurezza a suon di twist e rock ’n’ roll, con coreografie e costumi curatissimi.
E’ piaciuta molto alla giuria, presieduta dall’ ideatore e fondatore del Festival del Circo di Budapest, Istvan Kristov il numero di contorsionismo dell’americana Sasha, artista diciottenne considerata una delle più talentuose contorsioniste di circo al mondo.
Sono stati premiati anche i fratelli Addis, due artisti provenienti dall’Etiopia che hanno presentato un numero di giochi icariani, la disciplina dell’acrobatica circense nella quale un acrobata volteggia sospinto dalle gambe del compagno.
Dal fascino delle atmosfere e costumi africani, passare alla poesia del tango argentino è un attimo sotto al tendone del circo, dove davvero tutto sembra possibile, anche roteare dentro un grande anello riproponendo l’uomo vitruviano di Leonardo in una condizione dinamica e inattesa.

 

Si tratta dello straordinario numero del giovane argentino Juan Ignacio Tula con la ruota Cyr, o ruota canadese, ideata da Daniel Cyr. Juanitula, nome d’arte, ha vissuto in Italia e ha studiato presso la Scuola di Cirko Vertigo (è stato, tra l’altro, concorrente di Italia’s Got Talent e invitato speciale ad Amici) in questo momento sta frequentando in Francia il prestigioso CNAC “Centre national des arts du cirque”. E’ un artista contemporaneo e ci tiene a sottolinearlo. Lo abbiamo intervistato incuriositi dal conoscere meglio che tipo di impegno richieda la preparazione di un numero del genere. «Lavoro alla sequenza da un anno – ci dice – anche se il numero, che è prettamente tecnico, ha subito diversi cambi in corso d’opera». Aggiunge che «il Festival di Latina è una vetrina di proposte interessanti da tutto mondo e di vari generi, dal circo tradizionale a quello contemporaneo» e che «è stata positiva l’energia trasmessa dal pubblico e dagli altri artisti». Il posto di Juan resta nel circo contemporaneo e insieme all’acrobata Chiara Marchese, che abbiamo intervistato nelle puntate precedenti, sta portando avanti un progetto di spettacolo che non vediamo l’ora di conoscere.
Al Festival di Latina la competizione è stata forte e tutti i numeri tendevano alla perfezione. E’ successo anche di vedere qualche esibizione “imprecisa”, ma quando il giocoliere della Repubblica Ceca, Rudy Ianeck ha iniziato a lanciare in aria otto clave contemporaneamente il pubblico un po’ se l’aspettava che qualcuna sarebbe sfuggita alla presa! Rudy ha stupito comunque tutti con un salto mortale durante il volo di ben tre clave.
Sotto il tendone del Festival si è susseguito un mix ben amalgamato di vecchio e nuovo circo, con l’orchestra che accompagnava l’ingresso dei numeri e i presentatori Andrea Giaghi, artista circense da cinque generazioni, e l’attrice tedesca, celebre ad Hollywood, Natasha Berg, tra lustrini e paillettes, aggiungevano colore e leggerezza alle esibizioni.
Non sono mancati gli sketch dei clown, con i fratelli Rastelli, e il numero con gli animali dell’ospite d’onore, Vinicio Canestrelli Togni e la sua giostra equestre “mai vista nella pista di un circo”, con cavalli di cinque razze diverse e pony che si muovono simultaneamente fino a comporre cinque anelli concentrici.
Tra uno spettacolo e l’altro, due turni al giorno, al foyer ci si poteva intrattenere con gli artisti o visitare il Circus Expo, uno spazio espositivo di 1000 metri quadrati, allestito all’interno della struttura, con mostre di ogni genere e libri sul mondo del circo per appassionati e non solo.
Anche il lavoro fotografico di Pietro Di Giambattista, un anno trascorso dietro le quinte di circhi e festival italiani e internazionali, ha avuto la giusta visibilità al Festival di Latina.

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