La scienza dà spesso una mano ai vitigni autoctoni, mettendo in luce, grazie all’esame del DNA, caratteristiche rimaste incerte per secoli. Come nel caso della Tintilia, uva a bacca rossa, simbolo della viticoltura del Molise.

Per lungo tempo, infatti, si è pensato che il vitigno derivasse da un’uva sarda, il
Bovale, mentre recenti studi scientifici, uniti a un esame approfondito di fonti antiche, hanno dimostrato che la Tintilia fu introdotta in Molise sotto il dominio dei Borboni, nella seconda metà del Settecento. Il nome è da ricondurre al termine spagnolo “tinto”, che nel caso di un vino, significa rosso, anche se i molisani preferiscono ricondurre l’etimologia al dialettale “tenta”, tinta, che sottolinea la capacità di questo vino di tingere, o meglio, macchiare, qualsiasi indumento.

Grazie alle sue caratteristiche di resistenza al freddo, alle malattie e all’attacco delle muffe, ben presto la Tintilia si diffuse in tutto il Molise, tanto che nell’Ottocento era senza dubbio il vitigno più coltivato, anche perché capace di donare ai vini corpo e colore. La sua fama travalicò presto i confini regionali e nazionali, tanto che a una mostra vinicola di Parigi nel 1900 un vino Sannio rosso, a base di uve Tintilia, si guadagnò la medaglia d’oro.

La Tintilia però non è un vitigno molto produttivo in termini di resa, quindi nel Dopoguerra fu quasi del tutto abbandonato a favore di varietà più generose e intorno agli anni Sessanta stava rischiando di scomparire. La sua riscoperta si deve ad un piccolo gruppo di produttori che hanno ricominciato a coltivarlo e ad imbottigliarlo in purezza, finché sono riusciti ad ottenere la Doc Molise Tintilia nel 1998.

La pianta preferisce i terreni collinari dell’interno, tanto che dal disciplinare è prevista un’altitudine per i vigneti di almeno 200 slm; si presenta con grappoli medio-piccoli, spargoli e alati, con acini ovoidali dalla buccia spessa e pruinosa, di colore bluastro-nero. Il periodo di vendemmia, a seconda delle annate, si colloca tra metà settembre e la prima decade di ottobre.

Il Tintilia in purezza ha colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, che guadagna ben presto un’unghia granata; al naso si presenta elegante, con un boquet ricco di frutti di bosco e note speziate, con sentori di pepe, liquirizia e chiodi di garofano; il gusto è secco, caldo, morbido, con tannini eleganti, buona alcolicità e freschezza. Si presta bene come vino a tutto pasto, servito a una temperatura di 18°. Gli abbinamenti ideali sono con pasta al forno o al ragù, ravioli di carne, arrosti, stracotti accompagnati da polenta, grigliate
di carne, salumi e formaggi stagionati. Provatelo anche con un bel risotto al Castelmagno o con i pizzoccheri.

I produttori consigliati

Cantine Cipressi
Molise Tintilia Doc Macchiarossa, venduto in loco a 14 euro
Grappa monovitigno di Tintilia, venduto in loco a 24 euro (bottiglia da mezzo litro)
Dulce Calicis, vino dolce da uve stramature di Tintilia, venduto in loco a 24 euro (bottiglia da mezzo litro).
Su prenotazione, è possibile effettuare visite e degustazioni in cantina.
Contrada Montagna, San Felice del Molise (CB), tel. 0874.874535, www.cantinecipressi.it

Cantine Salvatore

Rutilia Tintilia del Molise Doc, venduto in loco a 14,50 euro
Su prenotazione, è possibile effettuare visite e degustazioni in cantina.
Contrada Vigne, Ururi (CB), tel. 0874.830656, www.cantinesalvatore.it

Cantine D’Uva

Tintilia del Molise Doc, venduto in loco a 12 euro.
Su prenotazione, è possibile effettuare visite e degustazioni in cantina.
Si segnala anche il bell’agriturismo con camere affacciate sulle vigne e ristorante. Il prezzo della camera doppia in media stagione è di 55 euro, prima colazione compresa.
Contrada Ricupo 13, Larino (CB), tel. 0874.822320, www.cantineduva.com

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