In Valtellina viene prodotto vino più o meno da due millenni e la viticoltura è stata per molti secoli la principale fonte di reddito per gli abitanti della valle, grazie alle notevoli quantità richieste dalle popolazioni germaniche.
Grazie al geniale lavoro dei Romani, che hanno creato i terrazzamenti per i vigneti, oggi protetti dall’Unesco, il vino valtellinese era apprezzato fin dall’antichità e se ne trovano citazioni negli scritti di Virgilio e Plinio, oltre che in vari documenti del Monastero di Sant’Ambrogio di Milano che era proprietario di numerosi appezzamenti in zona.
Le condizioni di lavoro in vigna sono estremamente faticose a causa della conformazione del territorio e dai 10.000 ettari coltivati a vigneti nel periodo di massimo splendore della Valtellina, oggi ne sopravvivono circa 1.500.
La superficie vitata valtellinese interessa una zona lunga una settantina di chilometri, esposta interamente a sud, in una posizione tanto soleggiata e così poco umida che in zona non è difficile vedere palme e piante di cactus.
L’uva regina della zona è il Nebbiolo, che qui è chiamato Chiavennasca.
La denominazione Valtellinese è l’unica in Italia ad avere ottenuto due Docg coincidenti sia per il vitigno sia per il territorio, e cioè lo Sforzato di Valtellina Docg e il Valtellina Superiore Docg.
Il Valtellina Superiore prevede cinque sottozone: provenendo da Ovest la prima che si incontra è Maroggia; costituita da circa 25 ettari, è la meno qualificata di tutte. Segue la sottozona Sassella, che ha un’estensione di 130 ettari e da molti è ritenuta la migliore delle cinque, capaci di dare vini morbidi ed eleganti. Nel versante a Nord-Est di Sondrio troviamo la sottozona Grumello, con 78 ettari vitati e vini piuttosto concentrati; a seguire c’è la sottozona Inferno, come indica il nome la zona più calda e impervia: con 55 ettari vitati è la sottozona più piccola e dà vini potenti e alcolici. L’ultima sottozona è quella di Valgella che da Sondrio arriva a Tirano e sconfina poi nella svizzera Val Poschiavo, guadagnandosi la palma di unica zona viticola italiana protetta da una Docg che ha parte del suo territorio in un paese straniero. Valgella, con 137 ettari vitati, è anche la sottozona più grande delle cinque e dà vini un poco più morbidi, rotondi e delicati.
Il disciplinare del Valtellina Superiore prevede per tutte le sottozone una produzione massima di 80 quintali d’uva per ettaro e un affinamento minimo del vino di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. Essendo però vini piuttosto segnati dall’uso del legno sarebbe bene acquistarli e conservarli per qualche anno in cantina prima di stapparli. A tavola vanno serviti a una temperatura di circa 18° e sono ottimi in abbinamento a carni rosse e formaggi stagionati, oltre che, naturalmente, ad alcuni piatti e prodotti simbolo della Valtellina, come i pizzoccheri, gli sciatt, la bresaola e il violino di capra.

I produttori consigliati

Nino Negri
Valtellina Sup. Sassella Le Tense, venduto in loco a circa 12 euro.
Via Ghibellini 3, Chiuro (SO), tel. 0342.485211, www.ninonegri.it

Rainoldi
Valtellina Sup. Grumello Riserva, venduto in loco a circa 20 euro.
Via Stelvio 128, Chiuro (SO), tel. 0342.482225, www.rainoldi.com

Ar.Pe.Pe
Valtellina Sup. Sassella Ultimi Raggi, venduto in loco a circa 28 euro.
Valtellina Sup. Sassella Rocce Rosse Riserva, venduto in loco a circa 25 euro.
Via del Buon Consiglio 4, Sondrio, tel. 0342.214120, www.arpepe.com

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