Una domanda mi rimbalza nella testa in maniera ossessiva: Perché, per quale motivo.. pronunciata alla “Antonio Rezza”, con la faccia deformata da una smorfia.“Perché, per quale motivo” si ostinano a fare programmi simili?

Sabato sera: “Kill Mill”, Milly Carlucci, l’unico androide rimasto operativo nella stagione televisiva dei rinnovamenti della nuova dirigenza tecnica Rai esordisce con “Altrimenti ci arrabbiamo” e la puntata comincia con questa frase sinistra della bionda conduttrice: “Cosa accadrebbe se per una volta fossero i più piccoli a comandare e i più grandi tornassero bambini?…lo scopriremo stasera”. E già mi vengono i brividi tipo Freddy Krueger che aspetta che mi addormenti per fare capolino nei miei incubi. Ancora un programma dove piccoli talenti fanno mostra di sé come piccole scimmie ammaestrate? Ma c’è stato già, si è concentrato sul canto e ci ha già ammorbato per svariate edizioni “lasciandoci una canzone” e varie escoriazioni sulla psiche. No! Non è quello. Allora è un programma dove l’innocenza e la spensieratezza dei bambini faranno ritornare all’infanzia adulti incarogniti dalla vita e dalle spietate regole dello show? Ma c’è stato già anche quello e anche lui ha lasciato una traccia indelebile nei nostri cuori nel vedere quelle interminabili gag tra Paolo Bonolis e bambini al limite dell’umano (Chi ha incastrato Peter Pan). No! Qui i bambini sono talentuosi e insegneranno a degli adulti più o meno vip la disciplina in cui raggiungono l’eccellenza.

Finalmente vedremo in tv degli adulti mettersi in gioco sulle cose che piacciono ai ragazzi tipo la “break dance e il beat box” come dichiarato in conferenza stampa e in vari programmi tv da Milly. La break dance? Il beat box? E che sono, bambini degli anni 80? E poi, da quando in qua la tv è riuscita ad intercettare “quello che piace ai ragazzi? Ci prova disperatamente da anni e solo raramente ci riesce e mai e poi mai in ambito generalista, per giunta su una rete ammiraglia. Capirai, ogni volta che viene mostrato qualcosa che piace realmente ai  ragazzi succede il finimondo. Accade così dai tempi del primo bacio televisivo tra Candy Candy e Terence: si muovono orde di associazioni, dai “genitori preoccupati” alle “mamme angosciate” a quelle del tipo “mio figlio queste cose non le fa e se le vede si spaventa”.

Quindi perché uno dovrebbe vedere un bambino di 12 anni insegnare la break dance a Tania Cagnotto? Dov’è l’appeal? Dov’è la magia? Ma soprattutto perché ci deve essere una giuria ad esprimersi sulla bontà dell’esibizione? E il televoto? La tv sembra ossessionata dall’idea di essere giudicata, palettata, approvata da persone che hanno come unico reale titolo per farlo quello di essere seduti sulla sedia del giudice (della serie: “e io che ne so, mi ci hanno messo loro qua, io manco ci sarei venuto, guarda”).

L’ambientazione sembra quella diAmici” che tra l’altro è il competitor diretto, il colore blu del ledwall la grafica con quel nastro che compone la scritta e dei ragazzi che si esibiscono danno comunque una sensazione di familiarità quasi come fosse un deja-vu. Ma è quando vedi il bambino di nove anni che insegna la batteria a Nino Frassica che capisci che c’è una volontà autolesionistica nella tv di oggi. Nino Frassica? Che sorpresa! Un personaggio che non si vede da un bel po’ sugli schermi, un personaggio che sentivamo il bisogno di vedere mettersi alla prova in qualcosa di nuovo dopo repliche ininterrotte di Don Matteo, le puntate nuove di Don Matteo e, per non farci mancare niente, anche la stagione appena terminata de “I migliori anni”. Vabbè, forse sono troppo puntiglioso e vado a cercare la pagliuzza nell’occhio… e invece no, perché la trave dietro ai reni è in agguato: assisto infatti alla pantomima vecchia e deprimente (aridaje Peter Pan) del bambino che gli fa tagliare i capelli dicendogli “sei troppo antico, sei fuori moda”… a regazzì e sona sta batteria verrebbe da dire con il tono alla “Alberto Sordi”.

Ma il peggio deve ancora venire perché quando  assisto all’esibizione e vedo un adulto annoiato sbattere, ovviamente male, le bacchette sulla batteria per dare il ritmo a “SAPORE DI SALE” allora capisco che non c’è speranza. Ci deve essere per forza un disegno oscuro. Ditemelo, così mi metto l’animo in pace. Ed il bello è che è stato presentato come “un esperimento”. Esperichè? In cosa si sperimenta? Nel linguaggio, nei temi affrontati, nei contenuti, nell’esecuzione, nella conduzione? Dove!!!

Il risultato? Secondo i vertici un successo. Alcuni rumors indicherebbero addirittura una proroga e la realizzazione di più puntate rispetto alle quattro previste, forse per ammortizzare i costi. La spietata realtà dei numeri vede invece la corazzata “Amici” vincere di un milione e 280 mila spettatori e più precisamente 23,30 a 17.36: sei punti percentuali di share.
Non ho visto, ovviamente, la puntata di “Amici” serale se non cannibalizzata il giorno dopo nell’edizione quotidiana: sono riuscito ad intravedere Harrison Ford, Gianna Nannini, Marco Mengoni e Matteo Renzi, in mezzo a ballerini e cantanti e ovviamente giudici, sarà stato questo? Una varietà di personaggi poco visti ed emozioni offerte al pubblico su di un impianto ormai collaudato?

Il nuovo trend è che i numeri non devono essere un’ossessione, l’importante è realizzare un prodotto di qualità. Ecco, sì. La qualità in Altrimenti ci arrabbiamo ovviamente c’è… ci mancava pure che facevano un prodotto mediocre perché in compenso la noia è davvero tanta.
Altrimenti ci arrabbiamo? Cara tv è da un bel po’ che siamo incazzati neri, altro che.

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