L’abbiamo detto molte volte e se andate a riguardare gli articoli pubblicati in questi mesi del 2013 troverete …Caro polizze ovvero le mani (delle compagnie) nelle tasche degli italiani (10 Maggio), eRc auto: compagnie truffate o truffatrici? Presentate 400 denunce alla magistratura” (Golem 26 Aprile), ma anche… Compagnie vampire, agenzie zombie, 4 milioni di auto fantasma e lo stato… una mummia! “ , oppure…Quando le Compagnie “truffano” sulle truffe, le tariffe sono da rapina! “  .

Tutte cose che evidenziano come le Compagnie, scaricando sulle tariffe ogni genere di… “schifezze” , hanno regalato all’Italia  il primato di Paese più caro d’Europa grazie a rincari che, in dieci anni, hanno fatto
Lievitare del 250% i prezzi della RCA.

I salti mortali dei consumatori
Noi crediamo che, indipendentemente dai “salti mortali” che i consumatori sono costretti a fare per pagare meno (scatola nera, formule con franchigia, personalizzate, a chilometro di percorrenza , utilizzo di compagnie telefoniche, ricerca spasmodica in internet e via andare), le tariffe siano gravate da tutta una serie di orpelli poco o affatto giustificati  senza la possibilità di efficaci controlli (l’Isvap esegue controlli “flessibili” ogni “tot” anni) salvo quelli permessi dalle normative che, però, come si può vedere dall’intervista con IVASS, danno alle Compagnie un buon margine di discrezionalità e, quindi, finiscono per essere affidate alla…. “buona volontà” delle stesse imprese.

Perché le polizze costano care
Al di là dei paletti fissati dal Codice delle assicurazioni, le Compagnie , come si può leggere , sono legittimate (per libertà di impresa) a nascondere nei premi rincari di ogni genere e possono fissare i prezzi secondo proprie e insindacabili decisioni come dimostrano le dichiarazioni dell’Autority sul prezzo “liberamente determinato”, sui “caricamenti atecnici” ,  sulle “truffe considerate nel premio” ,  su “l’attuario (che) può modulare la tariffa tecnica a fini commerciali”  e, infine per  “L’impresa (che)  rimane la titolare e l’unica responsabile della determinazione della tariffa.  Alla domanda poi, se le Assicurazioni possano gonfiare ad arte le riserve sinistri, che legittimano una volta di più, l’aumento delle tariffe, l’Autority risponde: “non crediamo” di fatto confermando i nostri sospetti. E sulle multe prese dalle Compagnie, la risposta è stata: “ (le multe) seppure, indirettamente, potrebbero essere considerate nella definizione della tariffa”  (sic).

ass 1 intervistaIntervista senza volto
Mi pare, a questo punto, che il quadro sia abbastanza chiaro. Il fatto è che , a parte il costo dei sinistri (sul quale, comunque, bisognerebbe fare dei distinguo e degli approfondimenti), se molti rincari fantasma non ci fossero, le polizze costerebbero sicuramente di meno, l’Italia non avrebbe il triste primato di nazione più cara d’Europa e gli italiani non sarebbero costretti a fare i contorsionisti.
Date un’occhiata all’intervista (15 domande sui prezzi delle polizze) che ci ha rilasciato l’Autority assicurativa e diteci cosa ne pensate. A proposito, questa intervista per la quale ringraziamo l’Autority, fatta via email dopo diversi mesi di attesa, l’abbiamo avuta senza un volto. Ora, qualsiasi studente di giornalismo sa che un’intervista senza volto è un’intervista che non si regge, ma questo è quello che ci ha passato il … convento. Ce ne scusiamo con i lettori. Può comunque consolare il fatto che le risposte rappresentano, nel bene o nel male,  la posizione  ufficiale dell’Autority.
Per completezza di informazione vi diciamo che, prima di chiedere l’intervista a Ivass,  avevamo inviato le domande all’Airca, l’associazione nazionale degli attuari, ma l’entusiastico assenso iniziale del Presidente Crenca è sparito improvvisamente dopo che ha letto le nostre domande. Possiamo capirlo, in fondo loro, con le Compagnie ci lavorano…

Caricamenti …creativi

GOLEM- Ci sono caricamenti atecnici, cioè non matematicamente calcolati, che una Compagnia potrebbe inserire in una tariffa?
IVASS
– Per chi non lo sapesse, il “caricamento” è la quota delle spese di gestione volte a coprire i costi di acquisizione, incasso e spese amministrative e comprende anche ogni altro onere considerato dall’impresa nel processo di costruzione della tariffa nonché un margine di sicurezza compensativo dell’alea di impresa che può essere liberamente determinato dalla società stessa, visto che siamo in regime di libertà tariffaria.

GOLEM – Quindi la risposta è…sì, cioè nelle tariffe le imprese potrebbero infilare caricamenti atecnici…
IVASSIn teoria sì, ma sul fronte della trasparenza, col Regolamento n. 23 del 2008, l’ISVAP ha previsto che nei preventivi delle tariffe Rc auto siano chiaramente indicati separatamente:  
– il premio globale richiesto per la copertura,
– la misura della provvigione riconosciuta all’intermediario e
– l’eventuale sconto applicato.

GOLEM – Il problema è proprio come viene formata la prima voce. Più specificamente una Compagnia può, in teoria, infilare in una tariffa voci come: costi aleatori di truffe non denunciate, sanzioni comminate da Autority, riserve sinistri gonfiate, ecc.?
IVASS – Sul piano tecnico il premio di tariffa determinato dall’impresa tiene conto del costo complessivo di tutti i sinistri denunciati ed è quindi comprensivo sia degli importi pagati  (nell’anno. N.d.r.), sia di quelli riservati(cioè accantonati dalle Imprese per essere pagati negli anni successivi. Questa cifra può essere anche molto superiore rispetto a quella che sarà  effettivamente pagata. N.d.r.).

GOLEM – Ma ciò che voglio
sapere è se nelle tariffe c’è di tutto, di più…
IVASS
– Cominciamo dalle truffe. Le truffe, di per sé, potrebbero far aumentare sia la frequenza sinistri, sia i costi medi, fattori ambedue considerati nel calcolo del premio anche ai fini della personalizzazione. Per questo l’ISVAP è intervenuto con Provvedimento n. 2827 del 2010 al fine di raccogliere informazioni, archiviate nella banca dati sinistri, volte ad individuare possibili fenomeni fraudolenti. Le compagnie possono consultare i dati in essa contenuti per contrastare il fenomeno.  (Il fatto è, però, che non lo fanno… NdR)

Le truffe pesano (anche se non esistono)

GOLEM – Va bene, ma sulle truffe dovrebbe valere il principio che tutte (le truffe) devono essere denunciate.
IVASS
Tecnicamente è così. L’ISVAP, col Regolamento n. 44 del 2012,  ha introdotto l’obbligo di trasmissione di una relazione annuale nella quale le società devono riportare informazioni dettagliate sul numero dei sinistri per i quali la Compagnia ha ritenuto di svolgere approfondimenti in relazione al rischio di frode e relativi esiti nonché in ordine alle misure organizzative interne adottate per contrastare le frodi.  
GOLEM – A me pare, però, che le Compagnie non facciano molto per contrastare le truffe. Poco preventivamente e quasi niente per denunciarle… (Golem 26 Aprile; 10 Maggio; 07 Giugno ; 05 Luglio 2013) . E per le sanzioni?
IVASS
– Le sanzioni non hanno effetti diretti sulla determinazione della tariffain quanto, dal punto di vista contabile, confluiscono nei Fondi per rischi ed oneri e non negli oneri relativi ai sinistri. Tuttavia esse, rappresentando una voce di costo dell’impresa, seppure indirettamente potrebbero essere considerate nella definizione della tariffa.

ass 2 coccodrilloLacrime di coccodrillo…

Lo abbiamo detto molte volte che le Compagnie piangono sulle truffe  solo per avere l’alibi dell’aumento delle tariffe, andatevi a rileggere cosa scrive la Kpmg nella sua indagine demoscopica pubblicata nel nostro articolo del 5 luglio, ci troverete che:” In Italia su 100 sinistri solo 3 sono frodi accertate, contro una media europea che si aggira intorno al 6%. Tutto questo fa pensare – conclude la Kpmg–  ad un sistema piuttosto generoso nella liquidazione dei sinistri e lasco nei controlli ai fini dell’accertamento di eventuali frodi”
Ripetiamo, se le truffe non sono denunciate non sono truffe ! Gli italiani non devono pagarle e le Autority devono impedire che le Imprese assicurative le scarichino, arrogantemente, sulle tariffe. L’Ivass e l’Antitrust devono obbligare le Compagnie a giustificare –analiticamente– nei bilanci i costi delle truffe vietando l’inserimento di quelle solamente percepite, cioè solo ritenute tali, altrimenti, visto il continuo salasso, si legittimerebbe da parte delle Autority un comportamento delle Compagnie scorretto, ingiustificato e addirittura illecito per il quale si dovrebbe creare una nuova sanzione. Quella contro l’arroganza: un sinistro presenta tutte le caratteristiche della truffa? Bene . lo pago lo stesso , tanto poi mi faccio restituire i soldi dagli assicurati… Ho ricevuto una multa dall’Ivass ? Bene , la pago e poi la spalmo sulle tariffe delle polizze. E così il valore punitivo della sanzione evapora come neve al sole…

Gli attuari ? matematici senza colpe

GOLEM – Parliamo adesso degli attuari , quelli cioè che fanno materialmente le tariffe. Vi chiediamo: un attuario deve seguire strettamente le indicazioni della Compagnia (cioè è legato strettamente ai numeri come : costo sinistri, recupero di spese ecc.) oppure ha un proprio potere discrezionale ?
IVASS
– Gli uffici attuariali delle compagnie esercenti il ramo Rc auto determinano le tariffe tecniche a partire dalle basi tecniche della società o, qualora esse siano poco significative, facendo riferimento a statistiche di mercato in termini di frequenze dei sinistri e costi medi. Il management della compagnia può poi modulare la tariffa tecnica a fini commerciali per zona territoriale o per categorie di assicurati, purché nel rispetto delle norme in materia di elusione tariffaria secondo le quali la tariffa deve essere comunque coerente con le basi tecniche.
 
C’è anche il “super attuario”
 
GOLEM – Insomma , le Compagnie non devono eludere “ l’obbligo a contrarre”, cosa che invece avviene sistematicamente , almeno nel sud d’Italia….
IVASS
– Le Imprese non possono eludere l’obbligo a contrarre. Dall’ISVAP negli anni 2011 e 2012 sono state emesse ordinanze di ingiunzione nei confronti di 14 imprese per la violazione delle norme sull’obbligo legale a contrarre attuate su vasta scala mediante la leva tariffaria. I relativi giudizi sono attualmente pendenti al TAR.
Ma torniamo agli attuari.
Le norme individuano, per il ramo Rc auto, una figura di controllo a posteriori dell’operato della società, rappresentata dall’attuario incaricato, che ha il compito di verificare che la tariffa determinata dall’impresa sia definita in conformità alle norme di legge e regolamentari vigenti e che i premi di tariffa che l’impresa intende praticare siano coerenti con le basi tecniche adottate, col fabbisogno tariffario e con tutti gli altri elementi presi a riferimento nella costruzione della tariffa stessa. Le risultanze delle verifiche sono riportate in una relazione tecnica depositata presso l’impresa.

GOLEM –Quindi, se ho capito bene, l’attuario incaricato è un super controllore, sia pure a posteriori.
IVASS
-E’ proprio così. L’attuario incaricato è tenuto, per legge, ad informare tempestivamente l’IVASS qualora abbia espresso un giudizio negativo sulle ipotesi adottate dall’impresa per la costruzione di una tariffa o qualora  rilevi la violazione delle norme da parte dell’impresa.
In ogni caso, qualora l’attuario incaricato, pur esprimendo un giudizio positivo sulla tariffa, rilevi la sussistenza di differenze significative tra i premi tecnici  e quelli realmente applicati in tariffa, deve riportare nella relazione le motivazioni addotte dall’impresa ai fini dell’applicazione di questi ultimi.

La domanda sorge spontanea…

GOLEM- A questo punto la domanda sorge spontanea…Può accadere che un attuario prenda una sanzione , per esempio per un costo eccessivo di una tariffa, e la Compagnia per la quale lavora no?
IVASS
No, non è possibile. L’attuale normativa non prevede sanzioni dirette nei confronti dell’attuario incaricato per tale fattispecie mentre è previsto uno specifico regime sanzionatorio nei confronti delle imprese per l’elusione dell’obbligo a contrarre attuato mediante l’applicazione, per determinate zone territoriali o per singole categorie di assicurati, di premi eccessivamente elevati e comunque non coerenti con le basi tecniche di riferimento. L’impresa, in sostanza, rimane la titolare e l’unica responsabile della determinazione della tariffa.

Le riserve? Sono… sinistre

GOLEM – Voi mi state confermando che, alla fine, l’impresa assicurativa ha poteri discrezionali sulle tariffe. Chiedo allora: i dati di bilancio come, ad esempio, le riserve sinistri, possono essere gonfiati ad arte per giustificare un recupero del “rosso”?  (Nota: se le somme per pagare i sinistri sono altissime  le Compagnie  “dimostrano” che -a causa dei bilanci in rosso- sono  “costrette”… ad aumentare i prezzi . NdR)
IVASS -Le riserve sinistri sono costituite dall’impresa secondo i principi generali dettati dal Codice delle Assicurazioni e dalle norme regolamentari attuative del Codice stesso. Esse devono essere determinate in modo tale che siano sempre sufficienti a far fronte, per quanto ragionevolmente prevedibile, agli impegni derivanti dai contratti. Pertanto nella determinazione delle riserve vi è sempre un margine di aleatorietà che discende dal fatto che gli importi che verranno effettivamente pagati sui singoli sinistri non sono certi al momento della valutazione.

GOLEM -Però, parliamoci chiaro… il termine “ragionevolmente” non potrebbe comprendere anche la…. poca ragionevolezza….?  

IVASSNon crediamo. Le riserve sinistri iscritte nei bilanci delle imprese sono sottoposte al controllo dell’attuario incaricato r.c.auto che verifica che esse siano sufficienti a far fronte agli impegni derivanti dai contratti di assicurazione in conformità alle vigenti disposizioni di legge e regolamentari e di altre disposizioni emanate in materia.
 
Controlli severi, ma… flessibili

GOLEM -Può accadere che tra un controllo e un altro passino anche dieci anni?
IVASS
-Per quanto riguarda le tariffe l’impresa, di norma, le ricalibra con frequenza anche inferiore all’anno e l’attuario incaricato ha il compito di esprimere un giudizio su ogni tariffa commercializzata dall’impresa. In relazione alle riserve sinistri l’attuario incaricato svolge una funzione di controllo in via permanente e riferisce, attraverso la relazione al bilancio e la relazione semestrale, trasmesse all’Autorità di Vigilanza, sulle verifiche effettuate e sulla adeguatezza delle riserve stesse.
GOLEM- Ma io mi riferivo ai controlli del’IVASS…
IVASS
– L’IVASS svolge una continua attività di vigilanza sia di tipo “cartolare” (sui dati trasmessi dalle imprese) sia di tipo “ispettivo” (nella sede dell’impresa). Quest’ultima segue un “piano ispettivo” pluriennale sufficientemente flessibile da tenere conto sia della cadenza periodica sia delle emergenze che dovessero manifestarsi dall’analisi cartolare.

GOLEM -E’ vero che tra la preparazione di un bilancio e la sua pubblicazione sui “registri bollati” passa almeno un mese e in quel mese può… succedere di tutto…..? E questo è il motivo per cui i “bollati elettronici” non potranno mai sostituire quelli cartacei….?
IVASS
Non è vero. L’articolo 4 del Regolamento ISVAP n. 27/2008 prevede che i registri assicurativi possano essere costituiti, indifferentemente, da supporti cartacei o da supporti informatici, nel rispetto delle regole tecniche stabilite dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e dalle relative norme di attuazione, nonché del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 23 gennaio 2004 in materia di assolvimento degli obblighi fiscali relativi ai documenti informatici.
 Aggiungiamo che, anche per evitare situazioni anomale, l’attuario incaricato è tenuto alla verifica periodica della corretta presa in carico dei rischi e dei sinistri mediante controlli di quadratura tra i registri informatici, i bollati e il bilancio.  

Le sanzioni ? sono ininfluenti (per le Compagnie)
Scorrendo l’intervista si notano almeno tre cose: l’Ivass (sanzioni a parte) fa bene il suo mestiere , le imprese assicurative hanno un più o meno (più, più, che meno…) ampio potere discrezionale e le leggi, almeno quelle Rca, sono carenti. Non stiamo a ripetere concetti già illustrati e dimostrati, una cosa però dobbiamo ripeterla: bisognerebbe stringere di più le maglie del potere discrezionale delle imprese assicurative, almeno per la Rca. Per  un settore, cioè, nel quale le Compagnie svolgono un ruolo di servizio pubblico e nel quale devono rendere conto alla pubblica opinione perché le conseguenze dei loro prezzi  danneggiano i consumatori fin troppo colpevolizzati , ma soprattutto influenzano  l’economia nazionale alimentando gravemente l’inflazione.

Gioco delle “tre carte”?
Quindi, rivedere le leggi  Rca è una cosa da fare subito, pare che ci abbia pensato la senatrice Vicari che pare abbia presentato un disegno di legge. In ogni caso una legge ha un percorso infinito (vedi il porcellum…), una cosa, però, l’Ivass potrebbe farla subito: aumentare (e diversificare) le sanzioni. Non è possibile, infatti, che ad esempio, un agente debba finire sul lastrico per pagare una sanzione di 3-400.000 euro , (Golem 12 febbraio , 28 settembre 2012), mentre una Compagnia, al massimo, paga meno di uno stipendio di uno dei sui manager : vedi la famosa sanzione di 2 milioni per la Cattolica (Golem 19 gennaio). Se non altro per il fatto che questa, come molte altre Compagnie, continua a presidiare l’elenco di quelle ripetutamente sanzionate. Un elenco che in 10 anni (2000-2011) ha visto L’Isvap sanzionare le imprese (65 su 75 e 20 agenti su 25.000) con 250 milioni di euro, pari tre milioni di euro ciascuna (un manager assicurativo costa di più) che, per di più, diviso 10 anni, fa una media di 300mila euro l’anno… Nel 1995 c’era stata anche la multa di 700 miliardi comminata a 17 Compagnie per elusione della concorrenza.

Quindi , visto che le Compagnie perdono solo il pelo…delle due l’una: o le sanzioni sono effettivamente troppo basse oppure finiscono, come sosteniamo, per essere prelevate  direttamente dalle tasche degli italiani.  Ma forse le due cose stanno insieme.

Comunque, se non vogliamo perpetuare il gioco tariffario delle “tre carte”… l’Ivass , ma anche l’Antitrust, non possono lasciare le cose come stanno.
lettera da IL BROKER
Quanto guadagnano i manager delle Compagnie
Violazioni delle Compagnie assicurative
Dichiarazione del presidente dell’Ivass Salvatore Rossi

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