Facce da zombie andati a male, rutti, scoregge, proclami da terzo reich: il programma della Lega Nord si è mostrato per quello che era fin dall’inizio. “Politici” impresentabili e con idee confuse quanto arretrate sono riusciti a farsi eleggere da un’alta percentuale di bovari con il solo potere dei grugniti e della puzza di piedi.

Ma la politica dei nostri tempi esige una comunicazione su più livelli e per raggiungere le masse si ricorre a un tipo di intrattenimento che va oltre i clown al potere. Ed ecco che la strategia leghista si è prodigata nel diffondere il proprio messaggio di violenza e populismo con una sintassi più accessibile della classica, ancorché efficace, flatulenza da comizio.

Nel 1997 nasce Miss Padania, che aumenta i consensi grazie a illustri presidenti di giuria quali Tinto Brass, Fabio Testi e Renato Pozzetto. Per anni la premiazione è stata trasmessa su Rete4, il cassonetto dei rifiuti organici Mediaset, suscitando sonno e indifferenza. Dalla tv al cinema il passo falso è breve e nel firmamento del trash viene lanciato il kolossal pecoreccio “Barbarossa” con un Raz Degan da premio cotechino nella parte di Alberto Da Giussano. Ospite speciale: l’immagine digitale di Bossi aggiunta in post-produzione.

In seguito lo sgangherato Minculpop delle camicie verdi si rivolge a mezzi poco tradizionali per propagandare i valori di razzismo, polenta e raccomandazioni anche nello sport. Vengono annunciati il campionato di calcio celtico con tanto di nazionale padana, di cui nessuno ha più sentito parlare, e il lottatore di wrestling Capitan Padania, picchiatore ufficiale autorizzato. Infine, al becero baraccone si aggiungono i fumetti del supereroe leghista ancora dal fantasioso nome Capitan Padania, che combatte contro il turco Rimbambul e corre a bordo della “carroccio-mobile”. Attualmente è in produzione il videogioco Grand Theft Voto e il relativo merchandising con il pupazzo di Bossi sputa-merda, prenotate la vostra copia!

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