La vita per un cieco a Roma è un’olimpiade di sfighe a difficoltà multiple. Il riscaldamento inizia con uno slalom tra le buche, si prosegue con il salto delle barriere architettoniche e dopo aver superato la trincea di marciapiedi, si conclude con la tradizionale corsa a ostacoli contundenti.

Bastone, cane, armatura e si è pronti ad andare a prendere un caffè, sperando di non cadere nel fossato dei lavori in corso e soprattutto di tornare a casa sulle proprie gambe. Di certo i non vedenti  della capitale hanno un istinto di sopravvivenza superiore alla media, ma perfino le mura di Gondor e il monte Ararat diventano tappe da minigolf di fronte al più invalicabile degli sbarramenti: le forze di polizia. La legge non si può aggirare né oltrepassare, questa è la missione degli efficienti poliziotti del  commissariato Tuscolano. Proprio qui, dopo il consueto decathlon urbano, si è presentata una signora cieca per fare una semplice denuncia di smarrimento documenti.  “Le persone col cane aspettano giù” è l’inoppugnabile comandamento ruttato da un accogliente burocrate in divisa. Per eseguire alla lettera la disposizione dall’alto è stata violata la legge sul libero accesso ai cani guida nei luoghi pubblici e quella sulla privacy, dato che la denuncia si è dovuta svolgere davanti a tutti. Ne è però valsa la pena, grazie a questo incidente abbiamo scoperto che i poliziotti del Tuscolano hanno bisogno di un cane guida per ragionare

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