La dura vita del burocrate in Italia è un lavoro per pochi indomiti, esseri superiori che muovono i timbri del creato in un’eterna girandola di uffici senza uscita. Lì, nel labirinto mortale delle certificazioni, risiedono i bersaglieri della carta bollata, i supremi guardiani degli atavici verbali, prescelti vincitori delle spietate gare pubbliche.

Senza farsi spaventare dal fantasma della bancarotta, la Regione Sicilia ha deciso di porre fine al regno di terrore patito dagli eroici funzionari, premiando il sacrificio del loro arduo compito. Buoni pasto, tredicesima, indennità e baionette gratuite sono risibili incentivi rispetto al riconoscimento delle valorose imprese, finalmente concesso dalle alte sfere. Il bonus previsto può arrivare anche a 17mila euro annui, un misero obolo per chi ogni giorno è forzato a superare gli invalicabili “obiettivi operativi” fissati dalla perfida loggia dei dirigenti. Così, in cambio di qualche doblone in busta paga, gli audaci impiegati si fanno carico di pericolose operazioni quali: utilizzare internet, inviare email, spedire lettere, usare correttamente il software dei buoni pasto. Ai prodi che affrontano queste leggendarie fatiche, vittime indubbie di questo malefico sistema, va tutto il nostro rispetto, ma il ricordo del martirio rimarrà scolpito con i loro nomi sui bonifici di fine mese.  

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