Per festeggiare i tagli ai Beni Culturali, la giunta della Provincia di Milano ha organizzato un party con tiro al bersaglio. Proprio lo scorso capodanno i dirigenti si sono riuniti, ciascuno con un’arma impropria, per sterminare le ultime opere d’arte di palazzo Isimbardi, sede della Provincia.

Chi si è presentato con un’ascia, chi con un secchio di vernice e chi con una mazza chiodata presa in prestito dal Castello Sforzesco. La gara ha avuto inizio poco prima di mezzanotte e i partecipanti, opportunamente bendati, si sono aggirati per i corridoi del palazzo con l’intento di colpire quadri, busti, bassorilievi e qualunque altro oggetto di valore artistico. Il regolamento ufficiale, vergato dai consiglieri, parla chiaro: vince chi rovina il pezzo più antico prima dell’arrivo del nuovo anno.

Ma il presidente Guido Podestà, che ha stanziato un fondo premio per il vincitore, ha pensato bene di alzare la benda dagli occhi e di prendere la mira con lo spumante su una preziosa tela a olio del XVIII secolo. Il tappo ha centrato il dipinto e il presidente ha intascato la ricompensa, in barba al fair play. Evidentemente però, qualche consigliere poco contento del risultato ha rivelato alla stampa i propri dubbi sul colpo troppo perfetto del presidente. È stata aperta un’inchiesta sul mancato rispetto delle norme della gara e sull’arma impropria, giudicata poco dannosa rispetto allo standard. Il presidente della Provincia si è difeso inviando ai carabinieri una foto dell’arazzo in sala riunioni coperto di freccette. Dal reperto si vede chiaramente che ha una mira infallibile, il caso è chiuso. 

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