Più incazzati di Torquemada, più potenti di Darth Vader e più furbi di Paperoga, i bigotti dell’Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione si scagliano contro la serie fantasy Il Trono di Spade.

Già anestetizzati dalle repliche di Porta a Porta, i guardoni cattolici avvertono un leggero formicolio nelle mutande e subito scatta l’allarme onanismo. Non contento della censura preventiva su RAI4, Luca Borgomeo, il sommo sacerdote dell’AIART, definisce il serial “depravato” e “pornografico” senza avere un dizionario a portata che gli chiarisca il significato delle proprie affermazioni. Privo di telecomando e con la tv bloccata su un solo canale, il guru dei porno-detector chiede: “è tollerabile che la Rai, servizio pubblico, alle 21 entri con un programma a luci rosse nelle case degli italiani?”. La stessa domanda non vale tuttavia per la diretta di RAIUNO sul matrimonio di Valeria Marini, nonostante il bestemmione di un cameraman ne abbia alzato il livello culturale. Il direttore di RAI4 Luca Freccero non si lascia intimorire e risponde nell’unico modo possibile: “quando sento queste cose capisco il dramma delle persone condannate dai fondamentalisti”.

Alla fine permane il dubbio sulle scelte di un palinsesto preistorico, che manda in onda uno show già visto dagli appassionati su Sky e in streaming un anno fa e che, grazie alla polemica dei puritani, ha fatto scoprire al mondo l’esistenza della quarta rete Rai.

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