Il settore mutui e quello del mattone hanno subito una regressione senza precedenti, interconnessi e accomunati da un destino che fa sì che l’interdipendenza fra i due ambiti trascini entrambi nel baratro della stasi. I cittadini sono intimoriti dal rapporto con le banche, il web pone rimedio fornendo guide, vademecum e portali dove porre i prodotti Mutuo Arancio a confronto con quelli di Barclays, Cariparma e tutti gli altri, aiutando i consumatori a individuare i tassi più vantaggiosi. Gli ultimi dati, se non altro, rivelano come le nebbie intorno al settore dei crediti abbiano iniziato a dissiparsi, restituendo vigore e fiducia agli operatori.
Abi (Associazione bancaria italiana) ha diffuso uno studio secondo cui i mutui erogati nei primi nove mesi dell’anno sarebbero aumentati del 29,4%. Le rilevazioni mostrano una realtà che riacquista dinamicità e incoraggia all’ottimismo. Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica e spesso la verità si cela dietro la complessità della statistica e della fredda analisi dei dati. In realtà, infatti, i calcoli presentati da Abi sono falsati dalla crescita esponenziale del fenomeno surroga.

La surroga del mutuo offre al contraente la possibilità di trasferire il proprio finanziamento presso altri istituti che propongono condizioni più favorevoli in modalità gratuita. Tale pratica ha riscosso un notevole successo; basti pensare che, se nel 2013 essa costituiva il 10% del valore totale del settore mutui, nel 2014 è salita fino a oltre il 45%.

Come facilmente comprensibile, la surroga non implica l’introduzione di nuovi finanziamenti nel settore mutui, trattandosi di stipule già esistenti che hanno soltanto mutato forma. Nel conteggio effettuato dall’Abi, tuttavia, tali tipologie di operazioni creditizie sono state considerate alla stregua delle nuove sottoscrizioni, invalidando di fatto la statistica. Poco meno della metà dell’intero mercato dei mutui, dunque, negli ultimi nove mesi è stato caratterizzato dalla stipula di nuovi contratti redatti sulla base di accordi già esistenti e, di conseguenza, hanno ridato impulso al settore mutui ma non all’economia globale del Paese.

Prova ne sia il raffronto con i dati che interessano il business del mattone che, secondo l’Agenzia delle Entrate, nel secondo trimestre dell’anno ha registrato persino un trend negativo, con una diminuzione delle compravendite del 3,6%.

Le statistiche, si sa, mostrano dati oggettivi ma interpretabili arbitrariamente e con chiavi di lettura differenti. Il mercato dei mutui ha dimostrato di aver acquisito nuova vitalità, con un aumento delle erogazioni superiore al 5%, segnando però crescite ben al di sotto di quelle sbandierate negli ultimi tempi. Lo spread è sceso, le famiglie possono ottenere tassi favorevoli e si spera che il tutto possa davvero rilanciare il ramo immobiliare, da anni sconvolto da una regressione che lo ha riguardato in maniera diretta e devastante.

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