Poter godere appieno della propria casa è il sogno di ogni famiglia, motivo per cui molte persone, non potendosi permettere l’acquisto dello stabile tanto desiderato, vedono nella ricerca dei mutui più vantaggiosi la soluzione ideale per coronare il proprio sogno. Se però ai sacrifici compiuti per corrispondere alle rate, vanno a sommarsi le nuove tasse che il Governo emana per rinsaldare le proprie finanze, la situazione risulta estremamente compromessa.

Per disposizione del nuovo governo Letta, le famiglie titolari di un mutuo e, in generale, proprietarie di casa, saranno esonerate dal pagamento della prima rata Imu 2013 (con probabile slittamento a settembre). La sospensione dell’imposta municipale non riguarderà, però, il settore economico-produttivo: il prossimo 17 giugno imprese, alberghi e negozi saranno, infatti, chiamati a versare il contributo.  
Stando a quanto si apprende da un articolo apparso sul Sole 24Ore, l’Imu che si applica su esercizi commerciali, capannoni, alberghi e uffici sarà d’importo maggiore rispetto a quella dell’anno scorso (+8,33%). Per queste categorie di immobili, la rata verrà calcolata sulla base delle aliquote comunali, più alte rispetto al 2012, e non sull’aliquota statale (7,6 per mille), utilizzata l’anno scorso. Un bel colpo, considerando che questi soggetti sono già provati dall’impossibilità di accedere ai prestiti bancari e soffrono della contrazione dei consumi.

Per comprendere meglio la portata della spesa che attende le PMI, il Sole24Ore riporta un esempio: confrontando l’aliquota Ici applicata nel 2011, il quotidiano ha scoperto che un capannone di 2 mila mq costerà 96,9% in più a Napoli e nella Capitale, addirittura il 175,6% in più a Milano. Il peggio toccherà, però, ai negozianti e agli uffici che dovranno pagare somme con aumenti che vanno dal 242,9 e 239,2% a Milano, al 145 e al 142,3% a Roma e a Napoli.

Il Decreto Salva Italia prevede, inoltre, che non vengano più applicati gli sconti concessi l’anno scorso alle imprese nate da poco o impegnate in patti per la salvaguardia dell’occupazione. Si tratta di una vera e propria stangata, mai termine fu più azzeccato, aggravata dalla crisi dei consumi e dal drastico calo delle erogazioni di prestiti (mutui compresi). Di fronte a questi aumenti da capogiro, saranno purtroppo i commercianti costretti ad abbassare la saracinesca.

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