L’ultima fatica letteraria della poetessa, giornalista e drammaturga Michela Zanarella ha come titolo l’espressione “L’Istinto Altrove” che sembra quasi anche un verso di una delle profonde liriche che compongono la raccolta stessa.

La silloge che è edita da Giuliano Ladolfi Editore contiene 72 liriche e ha come prefazione una nota critica della scrittrice Dacia Maraini, autrice di spicco del nostro panorama italiano dagli anni ’70 e dal grandissimo spessore culturale e umano. Le poesie sin dall’inizio sono pregne di una profonda riflessione sull’animo umano e soprattutto di come nel sentimento dell’amore, la radice del verbo “amare” vuol dire innanzitutto ricerca delle ragioni stesse della vita mentre l’espressione poetica corrisponde proprio all’istinto: “…l’amore ci porta lontani e distanti dal mondo reale per abbracciare quelle che credi essere o sono davvero le ragioni della nostra vita, così la poesia si concede la libertà di connessioni, digressioni perdite di senso…” citando appunto la stessa prefazione della Maraini.

Andando avanti l’una dopo l’altra le immagini utilizzate vengono spesso dal mondo della natura e del cosmo, simboli che ricordano tutti e quattro gli elementi della natura utilizzati dai filosofi presocratici nella loro indagine: ma qui la ricerca delle immagini è tale da creare sfumature e ambientazioni e non ricerca di senso, le immagini della natura sono da sfondo alla musicalità delle liriche, dove appunto la poesia è istinto e non riflessione o ragione. Quindi qui il “cogito” cartesiano non viene affatto riconosciuto: si rappresenta quasi “l’istintualità animale” del verso poetico.

La poesia della poetessa padovana è una poesia che si può definire profondamente autentica, viscerale, ricordando le stesse metafore utilizzate nei versi poetici dall’autrice, e drammaticamente reale nel dolore provato e cercato nell’indagine sulla parola: la Zanarella in questo forse ricorda forse la ricerca del “sublime” di Pablo Neruda nel suo importantissimo romanticismo novecentesco. Poesie che si leggono con i colori, i sapori, le sensazioni d’impatto, di pancia, e come nel cielo fitto di stelle si continua a sognare insieme alla grandissima sensibilità e il talento geniale di questa importante poetessa della nostra poesia contemporanea. Insomma, un’altra raccolta, un altro piccolo capolavoro.

Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: Credo (2006), Risvegli (2008), Vita, infinito, paradisi (2009), Sensualità (2011), Meditazioni al femminile (2012), L’estetica dell’oltre (2013), Le identità del cielo (2013), Tragicamente rosso (2015), Le parole accanto (2017), L’esigenza del silenzio (2018). In Romania è uscita in edizione bilingue la raccolta Imensele coincidenţe (2015). Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe “Meditations in the Feminine”, edita da Bordighera Press (2018). Autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. Ha ottenuto il Creativity Prize al Premio Internazionale Naji Naaman’s 2016. E’ ambasciatrice per la cultura e rappresenta l’Italia in Libano per la Fondazione Naji Naaman. E’ speaker di Radio Doppio Zero. Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio. Collabora con EMUI_ EuroMed University, piattaforma interuniversitaria europea, e si occupa di relazioni internazionali. E’ Presidente della Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo (RIDE-APS), Capofila italiano della Fondazione Anna Lindh (ALF)titima.

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