L’ultima volta ci siamo lasciati con un Diogene alla ricerca della Compagnia etica, di una Compagnia che, cioè, fosse disposta a vendere polizze trasparenti, semplici da leggere e senza trabocchetti. Di una Compagnia che volesse giocare “a carte scoperte”. Avevamo addirittura lanciato provocatoriamente  l’adesione alla nostra “Magna Charta” (Golem 15 febbraio) alla quale sinora nessuna Compagnia ha risposto (alcune le avevamo anche invitate direttamente).  Era prevedibile. Ma abbiamo  trovato sul  numero 100 de “L’Agente di Assicurazione”  edito da SNA (il maggior sindacato degli agenti assicurativi) un’inchiesta molto interessante …..

L’etica e il linguaggio (delle Assicurazioni)…
Il giornale dello SNA (www.snaservice.it) ha svolto un’ambiziosa indagine sull’etica assicurativa (complimenti al suo Direttore Roberto Bianchi e alla Caposervizio Alessandra Schofield ) tra alcuni manager di Compagnie e di società di intermediazione per  portare al pubblico  una carrellata di pareri sul tema. 
Vogliamo proporvi una riflessione sulla risposta di una Compagnia, o meglio del suo Amministratore Delegato, su quello che deve intendersi per etica assicurativa.
SNA: “Come si applica, secondo lei, il concetto di eticità ad una compagnia assicurativa? Ovvero, quale comportamento deve tenere una compagnia assicurativa nei confronti dei propri clienti, perché possa essere definito etico?
  
G. Grava: “È un tema affascinante, ma al contempo molto difficile, perché facilmente equivocabile: non si tratta, in sostanza, di comperare i biglietti di Natale da qualche associazione di volontariato o istituire una fondazione per devolvere parte degli utili della gestione a cause nobili e di elevato valore sociale. Per carità, anche questo può essere importante e, in ogni caso, è certamente meritevole. Tuttavia credo che il tema sia più ampio e complesso. Introdurre nelle strategie aziendali l’individuazione di obiettivi comuni e priorità condivise con altri soggetti coinvolti nel ciclo, assicurati, intermediari, per certi aspetti anche competitor, collaboratori, società civile, può costituire una base interessante di partenza verso la costruzione di un mercato nel quale il tema di un senso comune, in quanto condiviso, possa rappresentare un punto di discontinuità in grado di invertire una tendenza oggi desolante e, in ogni caso, molto preoccupante. L’etica, da questo punto di vista – più che un richiamo ad una moralità personale (pur importante) che, interpretabile diversamente in funzione delle proprie convinzioni può, anzi, risultare un punto di contrasto più che di dialogo – può consistere nell’ampliare la visione dei problemi considerando con attenzione tutti i fattori in gioco e la pluralità degli interessi coinvolti”.  

Chiaro…?  Non direi. Francamente non sono riuscito a capire, nelle 198 paroledella risposta, quale possa essere la pratica applicazione dell’etica assicurativa nel comportamento delle Compagnie, al loro interno e nei confronti dei clienti, richiesto da Sna. Sarebbe interessante sentire anche Compagnie Rca perché, se tutte fossero altrettanto ermetiche, allora si spiegherebbe il perché assicurati e Compagnie non si capiscono e si spiegherebbe anche il perché le tariffe continueranno ad essere le più care d’Europa…

Pratiche commerciali scorrette
ass 01 - pratiche commerciali
La risposta invece l’ha data e molto chiaramente,  l’avvocato Paolo Martinello di “Altro Consumo” (www.altroconsumo.it). Dice il presidente: “Perché il comportamento di una compagnia assicurativa nei confronti dei propri clienti possa essere definito etico, questa deve, innanzitutto, rispettarne i diritti, a partire da quelli previsti dal Codice del Consumo e dal Codice delle Assicurazioni: quindi niente clausole vessatorie né pubblicità ingannevoli o pratiche commerciali scorrette, rispetto degli obblighi di trasparenza contrattuale ed efficienza e correttezza nella gestione dei sinistri. Ma questo è il minimo.  Un’impresa etica è soprattutto quella che sa conquistare la fiducia dei consumatori attraverso la competitività e l’innovazione dei suoi prodotti”.

Viva la convivialità!
Ci ha poi incuriosito la “convivialità” del contributo di Roberto Anesin, amministratore delegato di April Italia, (prestigiosa società di intermediazione –ass 02 - roberto anesin http://www.april.fr ) che ha dichiarato: “Gruppo April ha quattro principi ispiratori – semplicità, convivialità, creatività e responsabilità – che quotidianamente cerca di tradurre nei comportamenti dei propri dirigenti, dipendenti e partner commerciali”. Vivaddio.Ma, si sa, gli intermediari, salvo prova contraria,  sono sempre dalla parte dei consumatori.

UEA: trabocchetti pericolosi
Un altro esempio del fatto che gli intermediari sono sempre dalla parte dei consumatori ci viene da Francesco Barbieri,  Direttore Attualità Uea . L’Uea è ass 03 - francesco barbieril’associazione europea degli agenti assicurativi, un’associazione d’élite, ma non elitaria – http://www.uea.it). Barbieri ha messo in guardia i consumatori su cinque pericolosissime esclusioni  delle polizze Rca, spesso disconosciute ai più, specie nelle polizze acquistate in rete o da qualche comparatore internet:
1. guida in stato di ebbrezza  
2. circolazione in luogo privato  
3. mancata revisione  del veicolo  
4. mancato allaccio delle cinture di sicurezza ai passeggeri  
5. mancata riparazione di un faro  
Che lo stato di ebbrezza sia una delle esclusioni classiche lo sanno (forse) tutti, non così la “circolazione in luogo privato” che, ancorché esclusa  dall’assicurazione obbligatoria (L.990/69) e dal Codice delle Assicurazioni, le Compagnie  hanno però sempre inserita nelle polizze. Evidentemente, da quello che dice il dott. Barbieri,  non è più così. E questo è un altro pericolosissimo trabocchetto nel quale si può cadere facilmente. Bisognerebbe impedire questa nuova deriva e inserire la copertura nell’obbligo assicurativo.
Non meno pericolose, perché sconosciute o dimenticate dagli automobilisti, le insidie dei punti 3, 4 e 5.  

Una vita rovinata se…
Per capire meglio la pericolosità delle “esclusioni” denunciate da UEA, Barbieri fa l’esempio di un “giovane internauta nullatenente e senza reddito” che, nella sua qualità di figlio, per acquistare  la propria polizza Rca senza troppe attenzioni,  punti esclusivamente al massimo risparmio. Se optasse, magari perché tratto in inganno da una ammiccante pubblicità sulla home page di un sedicente comparatore, per una polizza a basso contenuto di garanzie e con massimale minimo, potrebbe, nel caso di un brutto incidente con rilevanti danni a terzi, e se, come spesso accade,  il veicolo  fosse di proprietà di uno dei genitori, rovinare la vita all’intera famiglia per la rivalsa che la Compagnia che, pagato il danno, farebbe sicuramente sull’assicurato o sul proprietario dell’auto che, com’è noto, sono responsabili solidalmente.
Però, anche Barbieri, che in questo caso trattava il solo problema dei comparatori che comparano poco chiaramente, non ha menzionato o non ha potuto menzionare l’aspetto, per noi urgente e più rilevante, delle salate tariffe Rca e delle corresponsabilità delle imprese assicurative di  questa piaga sociale.
 
ass 04 - le rivalseLe rivalse? Meglio se sconosciute….  
Delle rovinose conseguenze delle rivalse parla ampiamente  anche Pietro Amati. Il noto Consulente assicurativo modenese, come gli è consueto, ha svolto un’approfondita indagine che dimostra come le “esclusioni” delle polizze Rca che danno origine alle famigerate rivalse, se non conosciute o sottovalutate dagli assicurati, siano un pericolosissimo trabocchetto anche per il fatto che non sono uguali per tutte le  Compagnie.
Amati ha analizzando le esclusioni di 13 Compagnie tradizionali e di 7 telefoniche  evidenziando le diverse pericolose differenze. Dice Amati:”  È capitato, anche ultimamente, di vedere pubblicato su importanti quotidiani una classifica su quale Compagnia pratica i migliori prezzi R.C.A., senza riportare le relative condizioni contrattuali applicate. Così fatta, l’analisi ci pare quantomeno ingiusta (scorretta? N.d.R.), viste le differenze che ci possono essere tra un contratto ed un altro”.  Il lavoro di Amati, di cui pubblichiamo in allegato le conclusioni (gli allegati li trovate in alto a destra accanto al titolo di questo articolo), è totalmente visibile nel sito http://www.assiweb.net.

Che fine ha fatto il contratto base?
Il problema è che il fantomatico “contratto base” ,  inserito dal Ministero dello Sviluppo Economico nella Legge Crescita, approvata nel dicembre 2012 dal governo Monti, e successivamente nel più recente decreto Destinazione Italia, non si è mai visto. Questo contratto unico, strombazzato insieme ad una serie di norme per favorire la concorrenza e la riduzione dei prezzi dall’allora Ministro Passera (pubblichiamo copia negli allegati. Il documento contiene anche altri provvedimenti varati), che tutte le Compagnie avrebbero dovuto offrire, anche sui loro siti web, doveva prevedere in particolare: “massimale minimo di legge; nessuna franchigia; guida libera; facoltà di rivalsa da parte della compagnia solo nei casi più gravi (per esempio guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti o violazione di norme di sicurezza). Il consumatore sarà libero di scegliere clausole particolari, con l’effetto della riduzione o aumento del premio – ad esempio, se volesse limitare la guida ad un solo utente “esperto” avrebbe diritto ad un premio inferiore – così come se volesse installare un dispositivo satellitare o accettare la riparazione del veicolo solo presso strutture convenzionate”. Qualche collega, colto da sana euforia, pubblicava: “Tutte le Compagnie dovranno fornire  lo stesso identico contratto e sarà quindi facile e immediato individuare quello più economico”. 

Insomma il “contratto base”, che avrebbe dovuto essere tecnicamente realizzato dall’Isvap (ora Ivass), avrebbe costretto le Compagnie ad  una comparazione chiara , semplice e soprattutto senza trabocchetti.

Ma ancora non c’è !

Sarà un caso ma, vedi anche il plurimandato degli intermediari che, nonostante ripetute sanzioni è ancora abbondantemente eluso, ogni volta che qualcuno costringe le Compagnie ad essere chiare e trasparenti, cioè ETICHE, quelle costrizioni cadono- inesorabilmente- nel vuoto.

Qualcuno sa spiegarmi perché?
Axa Assicurazioni, Carta degli impegni
Presentazione contratto base per Rc auto
Analisi del consulente assicurativo Pietro Amati sulle esclusioni nelle polizze Rca

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