RAVELLO (SA) Non solo musica e danza per il Ravello Festival. Nel cartellone della 64 esima edizione anche l’arte con il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, che si può visitare nella Cappella di Villa Rufolo.

 

Il Terzo Paradiso immaginato per Ravello dall’artista biellese è di grandi dimensioni (9 metri per 5) ed è realizzato con copie di giornali riciclati di testate campane. Inedita anche l’installazione video che, per la prima volta, raccoglie e presenta una selezione di tutti i Terzi Paradisi realizzati nel mondo (ad oggi più di 400) oltre ad un docu-film che racconta la nascita e lo svolgimento del cantiere Rebirth-Terzo Paradiso a Cuba, inaugurato dallo stesso Pistoletto e Cittadellarte nel novembre 2015. Allestita nel Chiostro inferiore della Villa, l’installazione si può visitare, così come il Terzo Paradiso fino al 30 settembre. “Il Terzo Paradiso è la fusione tra il primo e il secondo paradiso. – scrive Michelangelo Pistoletto per descrivere questa sua opera che ad ogni istallazione si trasforma pur restando fedele a se stessa – Il primo è il paradiso in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana attraverso un processo che ha raggiunto oggi proporzioni globalizzanti. (..)Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo. Terzo Paradiso significa quindi il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale”. Il simbolo è una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito ed è formato da una linea che, intersecandosi due volte, disegna tre cerchi allineati.

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