Se non avesse fatto lo scrittore, Paul Auster avrebbe potuto essere un direttore d’orchestra. I personaggi dei suoi romanzi regalano sempre dei grandi assolo, ma soltanto tutti insieme raggiungono un’armonia perfetta.
Come nel caso di Sunset Park, uno splendido romanzo che insegna come le azioni che durano pochi secondi possono condizionare una vita intera, che è sempre meglio riflettere piuttosto che abbandonarsi agli impulsi e, soprattutto, che gli scoppi d’ira e violenza hanno sempre conseguenze nefaste.
Miles Heller ha 28 anni, vive in Florida e fa parte di una squadra che si occupa dello sgombero di case abbandonate dai proprietari in seguito a bancarotta, solo il più recente dei tanti lavori di tutti i tipi che ha fatto negli ultimi sette anni. Da quando cioè ha deciso di abbandonare gli studi alla Brown e di sparire da New York e dalla vita dei suoi genitori, sopraffatto dal peso di una colpa che gli ha cambiato la vita.
Probabilmente continuerebbe a vivere così per sempre, se non fosse costretto a lasciare casa e lavoro in fretta e furia per non subire i ricatti di Angela Sanchez, sorella della sua fidanzata minorenne che vorrebbe costringerlo a rubare oggetti di valore nelle case abbandonate, in cambio del silenzio sulla sua relazione con la diciassettenne Pilar, che negli Stati Uniti gli costerebbe la prigione.
La fuga dalla Florida lo riporta a New York dove è costretto a ripensare alle vicende che lo hanno allontanato dalla sua città natale e dalla sua famiglia.
Là, in attesa che Pilar compia diciotto anni, Miles  vivrà in una casa abbandonata di Sunset Park, un quartiere poco invitante di Brooklyn, insieme a Bing Nathan, l’unico amico dei tempi del liceo con cui è rimasto in contatto, e a due ragazze,  Ellen Brice, agente immobiliare per caso e artista in cerca della giusta vena espressiva, e Alice Bergstorm che sta completando la sua tesi di laurea in attesa di farsi una famiglia e di un destino migliore.
Le vicende dei quattro ragazzi si alternano a quelle di Morris Heller, piccolo e famoso editore indipendente nonché padre di Miles, di sua moglie Willa e a quelle di Mary-Lee Swan, celebre, bellissima attrice e mamma di Miles.
Tutto alla fine sembrerebbe andare per il meglio, ma nei libri di Paul Auster il vero protagonista è sempre il caso, che in Sunset Park prorompe inaspettato con forza nelle ultime pagine e regala un finale che più di un lettore vorrebbe diverso.  
Paul Auster, romanziere, poeta, sceneggiatore e saggista, è nato nel New Jersey nel 1947, da benestanti genitori ebrei di origine polacca.
Il suo primo romanzo, L’invenzione della solitudine, è del 1979, mentre il successo a livello internazionale arriva nel 1985 con Trilogia di New York.
In Italia sono stati pubblicati da Einaudi anche i romanzi
Nel paese delle ultime cose, Moon Palace, Leviatano, Mr Vertigo, Smoke & Blue in the Face, Lulu on the bridge, Timbuctù, Sbarcare il lunario, Esperimento di verità, L’arte della fame, Ho pensato che mio padre fosse Dio, Il libro delle illusioni, La notte dell’oracolo, Follie di Brooklyn, Gioco suicida, Viaggi nello scriptorium, Uomo nel buio, La musica del caso, Invisible, e, fresco di stampa, Diario d’inverno.    

Sunset Park Paul Auster Einaudi 2010 e 2012, pp. 222, 12 euro.

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