Il cachi (Diospyros Kaki), appartenente alla famiglia delle Ebenacee, è stato tra i primi alberi ad essere coltivati dall’uomo, ha probabilmente avuto origine in Cina, e poi si è diffuso in Estremo Oriente, dalla Corea al Giappone, dove è conosciuto anche come Loto del Giappone. 


Nel paese del Sol Levante questa bellissima pianta è chiamata anche Albero della Pace, poiché alcuni esemplari riuscirono a sopravvivere alla bomba atomica sganciata su Nagasaki il 9 agosto 1945. Tra gli altri nomi usati per indicarlo ci sono anche Mela d’Oriente e Albero delle Sette Virtù, in Asia, e Cibo degli Dei, in Occidente probabilmente con riferimento alle eccezionali virtù nutritive di questa pianta.

Nel periodo invernale, sulle bancarelle dei mercati giapponesi fanno la loro comparsa gli hoshi-gaki, i cachi secchi, preziosissimi, prodotti artigianalmente e addirittura “massaggiati” a mano prima di essere compressi tra tavolette di legno. Il frutto del cachi ha profondi significati simbolici in Giappone, tanto da essere presente nelle celebrazioni del Capodanno: in ogni casa viene allestito un piccolo altare adornato da cachi secchi come buon auspicio per l’anno nuovo.

Narra una leggenda che, nella Cina di molti secoli fa, viveva un ragazzo di povera famiglia con tutte le peggiori caratteristiche che un giovane potesse avere, era infatti di brutto aspetto, fannullone, insolente e poco di buono. Queste cattive qualità recavano disonore ai suoi che, nonostante ciò, facevano di tutto per il bene del figlio. Così, un giorno, il padre del ragazzo pregò gli Dei antenati perché potessero far discendere sul giovane figlio la grazia di ricevere almeno una sola virtù del quale si potesse essere fieri. Durante la notte al padre apparve in sogno un maestoso sacerdote che gli porgeva in dono un piccolo seme bianco e piatto, dicendo che da quella semente sarebbe nato un albero con sette virtù che sarebbero state incarnate nel figlio se ne avesse mangiato i frutti. Il mattino seguente, svegliandosi, il padre piantò il seme, dal quale, dopo poco tempo, nacque un poderoso albero che produsse dei bei frutti color arancio. L’uomo li colse e li diede da mangiare al figlio che, assaporandone la gustosa polpa, venne pervaso dalle medesime qualità della pianta del cachi: longevità, resistenza, generosità, bellezza, validità, disponibilità e ricchezza.

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Da un punto di vista fitoterapico il cachi, ricchissimo di vitamine e minerali, è un eccellente tonico in caso di inappetenza e convalescenza. Per la presenza del potassio, il cachi è considerato un buon diuretico e depurativo, mentre il cospicuo contenuto in fibre rende il frutto un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza. Grazie alle proprietà epatoprotettrici è utile per depurare il fegato e il pancreas ma anche in caso di cure antibiotiche, in quanto aiuta a mantenere in salute la flora intestinale. Dato l’alto contenuto di zuccheri è sconsigliato a chi è obeso o soffre di diabete ma è molto utile per bambini, anziani e studenti e in ogni situazione di stress psico-fisico.

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