Sia che l’editore si distribuisca da solo sia che abbia invece un contratto con uno o più distributori, deve comunque cedere i propri volumi a chi si occuperà della vendita.

Gli strumenti usati sono, nel settore, fondamentalmente due: il conto vendita e il conto assoluto.
Il conto vendita consiste nell’affidamento a qualcuno – direttamente al libraio oppure a questi attraverso il distributore – di libri (o altri prodotti editoriali, come ad esempio calendari, agende, segnalibri, magliette poster…, per quanto solo i libri godano dell’Iva al 4 per cento, mentre gli altri prodotti sono gravati da Iva al 21 per cento, e da giugno 2012 al 23 per cento) per metterli in vendita. Questo sistema prevede che il venditore accetti di mettere il proprio spazio (scaffale di libreria, di supermercato o d’edicola) a disposizione per i libri che decide di assumere in conto vendita, potendo contare su una percentuale in caso di vendita e non dovendosi in nessun modo assumere il rischio dell’invenduto. Il conto vendita infatti non costringe il libraio ad acquistare i libri e quindi a pagarli ma prevede solo che questi li custodisca e li metta in vendita per conto dell’editore e/o del distributore, dovendo pagare l’acquisto del libro a questi ultimi solo se in effetti un cliente ha comprato il volume in questione.

Le librerie gradiscono di gran lunga questo sistema, ampiamente usato sia nei rapporti diretti con l’editore che in quelli differiti attraverso il distributore.
Diverso è invece il sistema del conto assoluto. Con questo sistema, infatti, la proprietà dei libri si trasferisce dall’editore e/o distributore al libraio al momento della consegna dei volumi. Questo vuol dire che il venditore deve pagare i libri che prende in conto assoluto ma mantiene il diritto, entro una certa scadenza, di rendere l’invenduto. In questo caso, al momento del reso si verifica un cosiddetto retropassaggio della proprietà dal libraio all’editore, direttamente o attraverso il distributore. Il passaggio è pagato sempre dall’editore poiché in questi casi il distributore gli conteggerà il reso come introito negativo nel rendiconto mensile, per cui l’ammontare reso viene sottratto dal dovuto.

Il conto assoluto è utilizzato soprattutto ne rapporto tra “colossi”, quindi ad esempio nella fornitura di libri dal distributore a giganti come il gruppo Mondadori e quello Feltrinelli, oppure nelle forniture del distributore a grandissimi grossisti come Fastbook e da questi ai librai che si servono presso questa attrezzatissima ed efficiente struttura.

Ovviamente, mentre nel caso del conto vendita è l’editore, a chiusura d’esercizio a fine anno, a dover rendicontare le giacenze presenti nelle varie librerie in cui i suoi volumi sono in vendita; nel caso del conto assoluto la proprietà, anche se magari solo momentanea, dei libri è passata al venditore, che quindi deve rendicontare come sua tutta la merce – nel nostro caso i libri – in giacenza. Anche per questo non è raro essere letteralmente investiti da giganteschi resi di conti assoluti tra ottobre e dicembre, ogni anno.

La distinzione tra questi due sistemi di vendita non è immediata e nemmeno semplicissima, di primo acchito, ma per chi vuole fare il lavoro dell’editore, del distributore, del libraio o dell’edicolante conoscerla è fondamentale e decisivo.

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