L’inefficienza dell’amministrazione della Giustizia, determina il proliferare della corruzione mascherata dalla prestazione di un servizio il cui costo genera a sua volta il c.d. “nero” e quindi la totale evasione fiscale.
È fatto notorio che le Grandi Metropoli sono maggiormente colpite dal caos generato dalla moltitudine delle persone che vi abitano. Dal traffico cittadino, alle code agli sportelli bancari, postali e via discorrendo… Non fanno eccezione gli Uffici Giudiziari…

Vediamo cosa succede a Roma, nonostante siano già state rese note, ufficialmente, le difficoltà degli operatori del diritto nel districarsi tra i vari Uffici, Cancellerie e dove quelle poche soluzioni telematiche adottate hanno reso di fatto sempre più complicato anche soltanto chiedere, non parliamo poi di ottenere, una copia autentica di una sentenza.

Giudice di Pace di Roma, ufficio copie sentenze: 25 Luglio 2012 mi chiama un Collega, chiedendomi di lanciare un grido di sdegno… L’ufficio si è premurato di distribuire dei numeri e suddividere gli utenti in tre tipologie: a) gli avvocati; b) i cittadini; c) le agenzie.

A questo punto l’Ufficio distribuisce una serie di numeri di prenotazione, consegnando 17 numeri a 17 avvocati; un tot di numeri per i cittadini; e riservando il residuo tempo alle Agenzie.

Giocoforza per il collega, che alle 9.30 si vede rifiutata la… concessione di un numero per la richiesta copie da presentare, rivolgersi ad un personaggio di una fantomatica Agenzia, che gli chiede 10 euro per la richiesta della copia e altri 10 euro per il ritiro della copia e consegna al legittimo richiedente.

Di tale “servizio” ovviamente non c’è ricevuta, non rimane traccia, non sarà e non potrà mai essere oggetto di alcuna tassazione.

Tribunale di Roma: sono domiciliatario di un collega di Palermo che ha patrocinato in giudizio innanzi la Seconda Sezione del Tribunale di Roma. È stata emessa la sentenza di primo grado da parte del Giudice, il quale ha ritenuto di rigettare le istanze del Collega palermitano; in poche parole abbiamo perso la causa. È diritto del perdente svolgere domanda di appello ed ottenere un nuovo giudizio sulla questione.

In virtù dell’informatizzazione e dell’introduzione degli strumenti telematici, è possibile richiedere le copie della sentenza ad uso appello a mezzo posta certificata. Nella qualità di procuratore domiciliatario, indicato in procura a lettere cubitali, ho presentato a mezzo posta certificata la richiesta per il rilascio della copia autentica della sentenza ad uso appello. Ho specificato altresì, che l’imposta di registro della sentenza è stata debitamente assolta mediante pagamento on line.

L’Ufficio copie Sentenza del Tribunale di Roma mi rimanda una risposta, sempre a mezzo posta certificata, con la quale mi formalizza che il sottoscritto non può chiedere alcuna copia, e che l’unico che può avanzare tale richiesta è il procuratore costituito. Mi domando: vero è che sono domiciliatario, ma è anche vero che agisco in tale qualità per nome e conto del dominus, non ho certo alcun poter ed interesse per l’impugnazione autonoma della sentenza. Morale della favola dal mese di maggio scorso ancora non sono in grado di avere in mano la copia autentica per consegnarla al legittimo patrocinatore per la presentazione formale del Giudizio di Appello.

Noi avvocati siamo operatori di Giustizia e dobbiamo godere e dobbiamo pretendere ed ottenere il rispetto nell’esercizio della più nobile, forse, delle professioni. I romani ritenevano che la giurisprudenza fosse divinarum humanarumque scientia iusti atque iniusti scientia… ovvero che la giurisprudenza fosse la conoscenza delle cose umane e divine e tra queste di giuste ed ingiuste…

Noi avvocati siamo stanchi di dover affrontare quotidianamente burocrati e impiegatucci, che in spregio ad ogni regola di diritto, creano loro stessi le disfunzioni del sistema al solo fine di alimentare il sommerso ed il proliferare di pseudo-Agenzie per il disbrigo di pratiche giudiziarie, che poi altro non sono se non quei cancri che andrebbero trattati con i dovuti rimedio chemioterapici, radioterapici o chirurgici per la loro estirpazione.

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