La fine del 2011 e l’inizio del 2012 ha visto alcune sedi della società di riscossione dei tributi e finanche un suo funzionario essere destinatarie sia di atti intimidatori che di veri e propri attentati.

Perché si è arrivati a questo? Possibile che l’unico rimedio per gli italiani siano gli atti di violenza? Cosa sta facendo l’Esecutivo? Cosa stanno combinando i vertici illuminati di questa società?

Il sistema di riscossione dei tributi è stato interamente riformato nel 2006 e la cui riforma è, come si suol dire, “work in progress”, cioè non è ancora definita.

Devo premettere che la (mia) Sicilia, regione a statuto speciale, è fuori dal sistema per una totale e piena autonomia.

Dal 2006 l’Ente di riscossione si presenta come una HOLDING, ovvero come una società madre che ha delle società satelliti. Dal 2007 in poi la Equitalia comincia a comprare le azioni delle varie società regionali addette alla riscossione dei tributi.

Nel 2011 si chiude la prima fase della riforma e dal 1 Gennaio 2012 si costituiscono 3 grossi centri di “raccolta” dei nostri soldi. Uno per nord – uno per il centro – uno per il sud con esclusione della Sicilia.

Equitalia si presenta oggi come una S.p.A. le cui azioni sono di proprietà al 51% dall’Agenzia delle Entrate e per il 49% dall’INPS. I bilanci della società del 2009 e del 2010 sono stati pubblicati su sito internet e sono visibili a chiunque.

Un dato è emerso da tale documento obbligatorio (bilancio 2010) che mi preme mettervi in debita luce: ricavi per € 1,29 miliardi di euro, di cui 1,22 miliardi di euro per commissioni di incasso, spese di notifica, rimborsi. L’aggio, cioè la commissione dovuta in sede di riscossione, è pari al 9% della somma riscossa oltre rimborsi e spese di notifica.

Adesso veniamo a noi e facciamo quattro conti!

Lo Stato a livello legislativo propone ed approva gli importi dell’imposizione fiscale che grava su ognuno di noi nonché gli importi delle sanzioni in caso di violazioni di norme che comportano il pagamento di una somma di danaro.

Come ho già avuto modo di evidenziarvi in un precedente articolo pubblicato sempre su GOLEM, le sanzioni in materia di IRPEF possono variare tra il 100% ed il 200% dell’imposta non pagata.
Ciò vuol dire che se io non pago 1.000,00 euro devo pagare i mille che non ho pagato oltre ad una somma che può variare tra ulteriori 1.000,00 e 2.000,00 per un totale nella migliore delle ipotesi di € 2.000,00.

Attenzione però, la somma dovuta a titolo di sanzione viene stabilita da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, la cui decisione non è in alcun modo sindacabile. Infatti, forse in Commissione Tributaria potrai ottenere una decurtazione sugli originali 1.000,00 euro, di modo che la stessa commissione ti dirà di pagare 800,00 e non mille, ma la percentuale della sanzione inflitta sarà immutabile.

Sui 2.000,00 euro calcolo l’aggio dovuto ad Equitalia e mi rendo conto che alla fine pago 2.180,00 oltre € 11,88 per spese notifica della cartella esattoriale. Alla fine il conto totale è di € 2.191,88 oltre interessi al tasso legale. Attenzione l’aggio del 9% è dovuto sull’intera somma da riscuotere.

Vi informo al riguardo che una notifica a mani dell’ufficiale giudiziario (cioè consegno l’atto all’Ufficiale Giudiziario che ne cura la consegna a mani) costa intorno ai 6 euro, una raccomandata alla posta costa € 3,90, non si capisce perché ad Equitalia una raccomandata costi la bellezza di 11 euro e 88 centesimi.

Ora come potete ben vedere la somme richieste in caso di mancato pagamento sono esorbitanti rispetto al debito erariale contratto.

Per la verità, se non erro, ricordo male o l’usura era un reato? Dagli originali € 1.000,00 non pagati mi ritrovo a dover corrispondere l’esorbitante cifra di € 2.191,88 oltre interessi; più del doppio!!

Mi corre l’obbligo evidenziare che guarda caso ed opportunamente a livello mediatico è stata avviata una campagna contro gli evasori. Nulla di sbagliato, se non fosse che oggi si confonde l’evasore delle tasse con il cittadino che non può o non ritiene giusto pagare la somme ingiunte con i ruoli esattoriali.

La campagna mediatica avviata dalle Istituzioni Governative contro gli evasori e gli allarmanti rischi default dell’Italia, ha finito per legittimare ogni azione da parte dei soggetti incaricati alla riscossione, giustificando alla fine un’entità del prelievo fiscale, che complessivamente considerata, non è in alcun modo giustificata.

Alla fine infatti, mi ritrovo una pressione fiscale del 43% sul solo reddito; aggiungo la sanzione che va ad incidere sulla detta percentuale come minimo nella misura di un ulteriore 10%; alla detta somma devo aggiungere un corrispettivo dovuto per la riscossione.

Mi chiedo: ma l’importo della sanzione non dovrebbe già di per se ricomprendere gli oneri di riscossione? O forse è un importo buttato lì a casaccio da un legislatore maldestro? In quella percentuale che oscilla tra il 100% ed il 200% dell’imposta non è stato già considerato ed inglobato il costo della riscossione?

Di questi 1,22 miliardi di euro riscossi a titolo di “aggio” – attenzione pari al 9% delle somme riscosse, ciò significa che Equitalia ha riscosso € 10,98 miliardi di euro – che fine fanno? Vengono ridistribuiti ai soci? Quindi all’Agenzia delle Entrate ed all’INPS!

Questi Enti, visti gli sprechi e le regalie ai politici, come spendono questi soldi? In Uova di Struzzo?

Equitalia alla fine, se non cambiano le procedure, sarà la bomba, forse a forma di Uovo di Struzzo, che farà esplodere il sistema Italia.

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