“Incrementare e migliorare l’accesso ai contenuti turistici online potrebbe dare un impulso all’economia italiana tale da generare 250 mila nuovi posti di lavoro, con un aumento del Pil nazionale dell’1 per cento. Ad oggi Internet, come strumento di promozione del territorio, in Italia è sottoutilizzato: la quota di turismo in ingresso proveniente dai canali web è solo del 26 per cento, contro una media Ue del 49.

Il ruolo del commercialista dinanzi a queste nuove sfide è quello di porsi come interlocutore prioritario sia per gli operatori che per i consumatori per supportarli in policy corrette e scelte consapevoli”. Lo ha detto Liliana Speranza, consigliere dell’Ordine dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, nel corso del convegno “La tutela del turista consumatore e dell’operatore specializzato nel mercato online”, organizzato da Odcec Napoli alla Borsa Mediterranea del Turismo. 

“Le opportunità di questo settore avremmo dovuto coglierle anni fa – ha invece evidenziato Achille Coppola, segretario nazionale dei commercialisti e presidente dell’associazione Impegno Civile – Siamo in ritardo, abbiamo perso competitività e oggi si rende necessario che il Paese abbracci l’innovazione e che, al contempo, sia in grado di mantenere un opportuno livello di tutele e garanzie. Le forti asimmetrie informative danneggiano il mercato e portano con se un intrinseco costo”.

“Internet ha portato un cambiamento radicale nel mondo del turismo – ha sottolineato Stefania Linguerri, presidente commissione Tutela del Consumo Odcec Napoli – il mercato on line richiede appropriate competenze professionali che passano non solo da processi di interscambio informativo ma da una corretta gestione dei contratti turistici e dei profili contrattualistici e fiscali”.

Secondo Antonio Mancini, direzione tutela dei consumatori Agcm, “il settore del turismo è vitale per l’economia nazionale ma va rispettato seguendo alcune regole: penso alla disciplina di cariche commerciali e al controllo di quelle aggressive ed ingannevoli”. “L’Italia – ha invece evidenziato Antonella Miletti, professore di Istituzioni di diritto privato dell’Università di Napoli Federico II – è lontana dagli standard europei, i servizi sono offerti da aziende internazionali e tra le prime 30 Online Travel Agency (Booking, Expedia) non ce n’è neppure una italiana. La maggior parte delle aziende turistiche nostrane sono micro imprese”.

Riccardo Izzo, presidente Medì, ha infine posto l’accento sull’applicazione della mediazione anche nel settore turistico, “una corretta attuazione, conferisce a questo strumento buone possibilità di successo,con tempi notevolmente ridotti o comunque una buona strategia pre-processuale”.

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