“C’è un progetto del governo per eliminare 5.000 aziende e i suoi 200.000 lavoratori”. E’ il messaggio lanciato da Benedetto Palese, presidente dell’Associazione Gestori e Costruttori Apparecchi da Intrattenimento (Agcai), al convegno organizzato in collaborazione con Assogioco-Confesercenti, Sapar e Agge sul tema del riordino del settore del gioco pubblico e contro il gioco d’azzardo.

“Da almeno un paio di anni stanno cercando in tutti i modi di ‘togliere di mezzo’ le nostre aziende e dare ‘tutto in mano’ alle multinazionali, l’aumento del Preu ne è la prova più concreta”, ha aggiunto Palese. “Non si spiega altrimenti la decisione di aumentare il prelievo erariale unico dell’1% sulle macchine Awp, che ‘guadagnano’ 8.000 euro all’anno e pagano il 58,8% sul netto, e non fare lo stesso sulle videolottery, che incassano 40.000 all’anno e pagano solo il 36,6%”. Per il numero uno dell’Agcai occorre “l’equiparazione della tassazione tra Vlt e Awp, dalla quale, stando ai nostri calcoli, il governo recupererebbe ben 800 milioni di euro sulle Vlt”, inoltre “bisogna tassare e regolare il gioco online, perché è un’assurdità chiedere la riduzione delle sole macchine Awp, costringendo poi i giocatori a usare strumenti tecnologici più pericolosi”. E ancora Palese chiede l’approvazione della “nostra proposta, presentata ormai da due anni in sede di Conferenza unificata, di ridurre le slot nei locali pubblici, portandole da 8 a 4, diminuendo contestualmente anche le videolottery, quindi le sale scommesse e i mini casinò, ormai presenti in ogni angolo del territorio”.

Il presidente della Sapar, Raffaele Curcio, ha poi puntato i riflettori sul fatto che “ad alcuni giochi sia stato addirittura ridotto il livello di prelievo erariale, lasciando che gli aumenti incidessero solo sulle piccole e medie aziende della filiera degli apparecchi meno pericolosi, che crea occupazione per oltre 200mila persone, contro ogni tipo di regola economica”. Ecco perché, ha detto Curcio, “inizio a pensare che non sia più un discorso di reperimento di nuove risorse. Si vuole distruggere l’occupazione in questo segmento o si vuole agevolare qualcuno rispetto ad altri?”, si è chiesto il numero uno della Sapar, sottolineando: “Sicuramente le società concessionarie in questo modo vengono agevolate, perché la maggior parte della rete virtuale fa riferimento alle loro società . Mi auguro che la Conferenza Unificata Stato-Regioni-enti locali di domani non adotti provvedimenti, e spero che si possa anche ridiscutere dell’ultimo Def, perché è assurdo”. Oltre al riconoscimento giuridico della figura di gestore di apparecchi per l’intrattenimento, il presidente di Assogioco-Confesercenti, Ezio Filippone, ha avanzato un’altra importante richiesta al governo: “Visto che la politica ha dato prova di non essere in grado di poter fare da sola, noi chiediamo che si dia vita a un Istituto italiano per le tecnologie e per i giochi, con la formula mista pubblico-privato, che supporti la politica per tutti quegli aspetti tecnici di mercato e di marketing che a loro sfuggono”.

Ora la palla passa al governo, che ha aperto uno spiraglio attraverso il messaggio inviato dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, delegato ai giochi, il quale ha concordato sulla necessità “di approvare in tempi rapidi la riforma”, confermando la disponibilità dell’Esecutivo ad un incontro con gli operatori del settore “per concordare nuove regole… del gioco”.

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