In una mattinata a dir poco rocambolesca, alla fine il governo Letta ha incassato 235 sì e 70 no (un astenuto e 14 assenti).

Le citazioni cinematografiche si sono sprecate, da un giorno di ordinaria follia a Ricomincio da capo (il giorno della marmotta). La cosa certa è che Enrico-Murray-Letta sta vivendo il suo incubo del giorno della marmotta, svegliandosi ogni giorno allo stesso punto vivendo la stessa situazione.
Dopo appunto una mattinata da processo kafkiano, Silvio Berlusconi alla fine ha dichiarato in aula che avrebbe votato la fiducia al governo Letta. Italpress a questo punto ha letto il labiale di Letta che alla svolta di Berlusconi avrebbe detto “è un grande”.
Ma le sorprese non sono finite a questo punto.
Ma l’intervento del capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, ha scatenato la reazione di due senatori del Pdl, D’Anna e Nitto Palma che hanno deciso, in contrasto con quanto dichiarato poco prima Berlusconi, di non votare la fiducia e di uscire dall’aula al momento del voto.
Linguaggio falso, ipocrita, non avete fatto niente, diceva poco prima Sandro Bondi, poi il via libera di Berlusconi; e a nulla sono valse le domande dei molti cronisti presenti a Palazzo Madama a fare luce su quanto accaduto tra la riunione del Pdl, quello di Berlusconi, per capirci, quando all’unanimità si era deciso di non votare la fiducia a Letta e l’intervento di Silvio Berlusconi in aula.
Secondo il ministro Nunzia De Girolamo (che dovrebbe essere ancora ministro, almeno al momento) Berlusconi avrebbe deciso con la testa per il bene del Paese e con il cuore per il bene del partito.
La De Girolamo, di prima mattina, quantomeno prima del voto al Senato, faceva parte del gruppo dei ministri “dissidenti” insieme alla Lorenzin, a Quagliariello e Alfano. Il Pdl registrava quindi una spaccatura al suo interno con il ministro Quagliariello che portava in aula una lista dei 23 dissidenti pronti a votare la fiducia a Letta. Capitanati dal senatore Formigoni , i “dissidenti” erano pronti a fondare un nuovo gruppo, poi la svolta della fiducia.
Comunque sia sono stati sei i senatori del Pdl che non hanno votato la fiducia al governo Letta: Manuela Repetti, Sandro Bondi, Francesco Nitto Palma, Augusto Minzolini, Alessandra Mussolini e Vincenzo D’Anna.
Silvio Berlusconi è uscito tra le proteste da Palazzo Madama, pare addirittura in lacrime, smentendo di aver fatto marcia indietro.
Conti alla mano, sembra che senza il Pdl (sempre quello di Berlusconi) Letta avrebbe ottenuto 166 voti, ottenendo quindi comunque la fiducia.
Nel mezzo, c’è stata tutta la discussione: con la dissidente del Movimento 5 stelle, Paola De Pin, che è stata duramente attaccata dai “colleghi” del movimento (sembra addirittura minacciata di morte) per aver dichiarato il suo sì al governo Letta.
Twitter. Parallelamente alla discussione parlamentare, su twitter si sono scatenati i commenti più disparati:
Silvio è diversamente berlusconiano
Silvio: “non ho fatto marcia indietro” solo un testacoda
Silvio: “non ho fatto marcia indietro, vado solo contromano”
Resta di stucco: è un berlustrucco.
Francesco Storace scrive: “Berlusconi si confonde tra i due Letta e dice sì ad Enrico. Io sono per l’uscita dell’Italia dalla neuro”.
Berlusconi è un genio dell’improvvisazione teatrale, Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

Adesso comunque, la discussione si sposta alla Camera e qualcuno, sempre su twitter, continua ad ironizzare: Alla Camera Berlusconi fa un altro colpo di teatro e dice di votare contro… 

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