ROMA. Sprechi e cattiva gestione: lo ‘stesso paziente’ può costare a un ospedale il triplo che ad un altro. Lo rivela uno studio comparativo su alcuni nosocomi italiani, molti laziali: lo studio pilota per ora ha passato ai raggi X Policlinico Umberto I, Gemelli, Tor Vergata, Sant’Andrea, San Filippo Neri, San Camillo, San Giovanni per quanto riguarda Roma, Sant’Orsola di Bologna, Molinette di Torino, Careggi di Firenze.
Il lavoro, condotto da Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, evidenzia un potenziale rischio nei tagli imposti dalla spending review: se si tolgono risorse in modo lineare a tutte le strutture, senza tener conto delle loro performance, si rischia di penalizzare le più efficienti. E’ emerso che il Gemelli, tra gli ospedali esaminati, è quello con un costo per dimesso più basso (6.118 euro a paziente). Il costo massimo si riscontra all’AO Molinette (11.821 euro); al Policlinico Umberto I e’ pari a 8.134, a Careggi 8.433 euro, al S. Orsola 7.309, al S. Giovanni 7.994; infine al San Camillo 10.486, al Sant’Andrea 9.813. Buona parte di queste differenze dipendono dalla voce ‘beni e servizi’: per esempio un paziente che al S. Camillo costa 5.856 euro in termini di beni e servizi (farmaci, apparecchi etc), al Gemelli costa 2.135 e al S. Giovanni 2.667. E’ come dire che un ospedale spende quasi il triplo di un altro per curare lo stesso paziente. Gli ospedali hanno performance diverse anche sul fronte della produttività, come mostra ad esempio l’indice di attività di assistenza per ogni posto letto (che si calcola come numero di dimessi annuo per posto letto): in pole position c’è Tor Vergata con 69,7 dimessi per posto letto, seguito dal Gemelli con 55 dimessi. Il Careggi ha 45,5 dimessi per posto letto, 43,1 le Molinette, e 42,9 il Sant’Orsola. L’indicatore evidenzia che le aziende ospedaliere universitarie del Lazio sono quelle con la più alta produttività per posto letto. Sempre in ambito di produttività, per quella del personale, calcolata tenendo conto della complessità della casistica, risulta primo il Gemelli con 107,7 pazienti trattati in un anno per ogni medico, seguito dal Sant’Andrea (105,1). Il valore piu’ basso va al San Giovanni con 61,6 pazienti; ma si discostano di poco gli altri: Umberto I con 62,4, San Filippo Neri con 63, San Camillo con 63,8, Tor Vergata con 70,7. Le medesime differenze si osservano anche considerando il personale infermieristico. Se infatti per ogni infermiere in servizio al Gemelli si trattano 47 pazienti, al San Camillo se ne trattano solo 23; al Careggi il rapporto dimessi/infermiere è 31,4, al Sant’Orsola 31,3. Da questi e molti altri dati dello studio emerge che ”i tagli dovrebbero ispirarsi a una nuova logica: per decidere come allocare le risorse non ci si può più basare sulla dimensione dell’offerta, ma su qualità, efficacia e efficienza di essa”, conclude Cicchetti.

Per saperne di più:
http://altems.unicatt.it

 

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