Condivido l’analisi di Pierluigi Battista  sul Corriere della Sera. Un metodo molto discutibile quello del premier Matteo Renzi  che è intervenuto pesantemente  interferendo nell‘autonomia e indipendenza del Senato, potere legislativo autonomo rispetto all’esecutivo.

Un tema  che il Partito Democratico dovrà affrontare  se non vuole che ricadano i sospetti di un bolscevismo duro a morire, mascherato da centralismo democratico . Strano che un leader di estrazione cattolica si comporti come  il peggior Togliatti e Pajetta di turno.   Del resto un primo ministro che si arroga il potere di riformare la Costituzione sulla quale ha giurato ricorda le peggiori derive autoritarie. Il tentativo di golpe del Pregiudicato sulla via bulgara prosegue sulla strada della Cina, stranamente ultimo Paese comunista  cui viene offerto in svendita il Debito italiano. Renzi  segue il modello  Berlusconi  e vuole trasformare il Pd in partito personale, un modello autoritario che danneggia il nostro Paese. Usa come grimaldello il consenso del 40% per  epurare Mineo e Chiti. Ricorda la violenza verbale di Hitler, che con  la scusa del consenso, bruciò il Parlamento.

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