La battaglia fra padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, e Dan Brown, non è finita. Ieri, nella prima predica di Avvento alla presenza di Benedetto XVI, il frate cappuccino ha infatti affrontato il tema dell’evangelizzazione facendo un paragone fra l’espansione del cristianesimo dei primi secoli e la necessità di rievangelizzare le terre di antica tradizione cristiana messa in evidenza dal Papa. Nell’occasione padre Cantalamessa, secondo quanto riportato dall’Osservatore romano, ha spiegato come ”Inizialmente l’evangelizzazione era dovuta all’iniziativa di ‘singoli preti itineranti’ e molte conversioni erano dovute a contatti personali. Nella seconda metà del III secolo queste iniziative personali vennero sempre più coordinate e in parte sostituite dalla comunità locale, che così divenne via via ‘soggetto di evangelizzazione”’. ”A poco a poco -prosegue il resoconto dell’Osservatore – la fede cristiana permea ogni strato della società e le persecuzioni non fanno altro che rafforzarla. Infatti ‘Costantino — ha sottolineato in proposito Cantalamessa — non farà, in fondo, che prendere atto del nuovo rapporto di forze. Non sarà lui a imporre il cristianesimo al popolo, ma il popolo a imporre a lui il cristianesimo. Affermazioni come quelle di Dan Brown nel romanzo Il codice da Vinci e di altri divulgatori, secondo cui sarebbe stato Costantino, per motivi personali, a trasformare, con il suo editto di tolleranza e con il concilio di Nicea, un’oscura setta religiosa giudaica nella religione dell’impero, si fondano su una totale ignoranza di ciò che precedette tali eventi”’.

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