Giovani avvocati, notai e commercialisti lanciano le loro proposte alla politica. La Federazione Giovani Professionisti (FGP), alleanza sorta su iniziativa di Aiga (Associazione Italiana Giovani Avvocati), Asign (Associazione Italiana Giovani Notai) e Ungdcec (Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili), ha presentato oggi un documento con precise richieste per soddisfare le necessità delle giovani generazioni di professionisti.
Sono tre le proposte principali, messe nero su bianco in un documento presentato oggi a Bologna nel corso della terza Conferenza nazionale di Aiga: più flessibilità nei percorsi universitari introducendo maggiori specializzazioni; nuova normativa per i praticantati e i collaboratori di studio con la garanzia di un equo compenso, apertura delle società tra professionisti a figure professionali diverse e complementari.

«Il dialogo avviato in questi mesi con notai e commercialisti – sottolinea Nicoletta Giorgi, presidente dei giovani avvocati di Aiga – ha fatto emergere una comune sensibilità verso un ripensamento delle nostre professioni. Una delle sfide è quella della possibilità di dare vita a studi multidisciplinari, allargando il perimetro delle società tra professionisti anche ad altre figure oltre agli avvocati. Noi siamo inoltre favorevoli all’introduzione del socio di capitale negli studi professionali, pur con i dovuti accorgimenti che evitino la strumentalizzazione del modello: lo studio mononucleare subisce la concorrenza di un mercato saturo, e per questo dobbiamo fornire all’avvocatura uno strumento in più per essere competitivi. Anziché demonizzare e subire il cambiamento, dobbiamo gestirlo a nostro vantaggio. Se siamo d’accordo con la multidisciplinarietà degli studi, dobbiamo anche avere gli stessi strumenti degli altri professionisti».

«Dobbiamo combattere insieme la battaglia di civiltà per dare garanzie ai praticanti – aggiunge Ludovico Capuano, presidente dei giovani notai di Asign – Nel caso dei notai i tempi di accesso alla professione sono particolarmente lunghi, fino a dieci anni: un lungo periodo di incertezza di fronte al quale vanno previsti tempi certi e giuste tutele di tipo economico. Un altro fronte comune è quello dei fondi europei, che finalmente l’Ue ha reso accessibili anche a noi professionisti: è un’opportunità che dobbiamo rendere concreta, dimostrandoci capaci di costruire progetti concreti, efficaci, capaci di costruire una nuova stagione di crescita per il Paese».
«Il problema dei collaboratori di studio è comune – afferma Fazio Segantini, presidente dei giovani commercialisti di Ungdcec – Va trovata una forma di tutela per coloro che svolgono la professione all’interno di uno studio ma non hanno rapporti diretti con il cliente. La legge sulle Società tra professionisti ha creato più problemi di quanti non ne abbia risolti. Non abbiamo bisogno di pastoie legislative che ci chiudano in gabbie, ma di una vera multidisciplinarietà. Al di là della contingenza, va affrontata una riflessione di ampio respiro che sappia raccontare e progettare il modello di professione che vogliamo: capace di dialogare con le necessità delle imprese e punto di contatto tra la società civile e la macchina pubblica».

Nell’ottica di rafforzare l’attività di rappresentanza delle giovani generazioni professionali nei confronti del mondo della politica, Fgp ha messo a punto un documento con precise richieste orientate a soddisfare specifiche necessità.

Università: più flessibilità nel definire i percorsi formativi
È necessaria una maggior valorizzazione del percorso universitario, che non possa più considerarsi come un ‘parcheggio’ incontrollato di studenti lasciati a se stessi, costretti poi a confrontarsi con le difficoltà e le asprezze di un mondo del lavoro incapace di integrare profili con percorsi universitari completamente sregolati. Serve maggiore flessibilità nel determinare i percorsi di formazione, tenendo conto delle esigenze di molte figure professionali diverse. L’attuale contesto economico ha evidenziato come non sia più possibile affrontare in modo generalistico l’attività professionale, che al contrario richiede un approccio di tipo altamente specialistico.

Tirocini ed esame di Stato: ristrutturarli per accrescere le competenze
Serve una riformulazione della struttura del praticantato, con un taglio più orientato alle competenze pratiche. Serve poi una sistematizzazione dei contratti per i collaboratori di studio, con la garanzia di un equo compenso, che rappresenta innanzitutto un elemento fondamentale per rendere comunque appetibile il compimento della pratica professionale ai migliori laureandi, garantendo poi quel giusto riconoscimento all’attività che il tirocinante solitamente svolge all’interno degli studi professionali. Va poi ripensato l’esame di Stato, per garantire un’idonea ed obiettiva valutazione del candidato per lo svolgimento della professione.

Società tra professionisti: tutelare le specificità
L’attività professionale sotto forma societaria deve cercare di avvicinarsi all’attività d’impresa, senza uniformarsi ad essa, adottando una serie di accorgimenti che tengano in dovuta considerazione le specificità di questa particolare attività. Peraltro, prevedere la possibilità di partecipazione a dette società solo per gli avvocati, escludendo così tutti gli altri professionisti, non sembra tenere in considerazione la prassi di creare studi multidisciplinari, che facilitano l’attività dei giovani professionisti. È dunque indispensabile disciplinare la creazione di un soggetto giuridico che possa essere inclusivo di vari professionisti pur osservando alcuni accorgimenti nel rispetto delle varie specificità e di una governance che garantisca il ruolo primario del professionista.

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