Larga maggioranza alla Camera dei Deputati, 46 i voti di scarto a Palazzo Madama.
Alla fine si è stancato probabilmente di fare sempre il democristiano pacato e ha risposto seccato.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha messo da parte la sua calma serafica, da democristiano della prima Repubblica e nella sua replica a Montecitorio, ha risposto a tono ai 5 stelle che avevano attaccato un po’ tutti, dal Parlamento, ai giornalisti passando per il deputato Davide Faraone, accusato di frequentare personaggi mafiosi a Palermo.
Il premier Letta si è presentato a Montecitorio chiedendo fiducia su alcuni punti chiari, un patto di governo che ha chiamato “Impegno 2014”.
Lo scontro con il Movimento 5Stelle
Ma prima di passare ai provvedimenti Letta ha subito messo in chiaro che le Istituzioni esigono sempre rispetto, in risposta all’invito fatto da Beppe Grillo alle forze dell’ordine di non proteggere più questa classe politica. Soprattutto in un momento come quello che stiamo attraversando, ha detto il premier, in cui “si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avallano la violenza, mettendo all’indice i giornalisti e facendo macerie della democrazia rappresentativa arrivando persino ad incitare all’insubordinazione le forze dell’ordine”.
Dopo l’intervento dell’esponente M5S Riccardo Nuti, che ha attaccato duramente sia tutto il Parlamento che il deputato Faraone in particolare, Letta ha espresso solidarietà al collega Pd, criticando la gogna nei confronti dei giornalisti (intervento e replica di Letta, più l’intervento di Nuti sono leggibili in allegato).
Le riforme
Prima fra tutte, la riforma elettorale, che deve evitare l’eccesso di frazionamento che ci condannerebbe all’ingovernabilità e garantire una democrazia dell’alternanza. L’obiettivo quindi è di reintrodurre un meccanismo maggioritario (se non si dovesse arrivare ad un accordo, si andrebbe alle urne con un sistema proporzionale con sbarramento che quindi ci riporterebbe alle larghe, larghissime, intese).
Seguiranno quindi le riforme costituzionali con la riduzione dei parlamentari, l’abolizione delle Province, la fine del bicameralismo perfetto con una sola Camera che dia la fiducia e l’altra che sia espressione di autonomia e l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
Verrà rivisto il Titolo V mettendo ordine tra potere centrale e poteri decentrati: archiviata l’esperienza del comitato dei 40 dal momento che Letta ha chiesto al Parlamento di andare avanti secondo l’articolo 138 della Costituzione.
Per il 2014 verrà completata la riforma degli ammortizzatori sociali, in un clima di dialogo sociale, andando verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al posto di lavoro.
Si alla fiducia, dunque, ha continuato Letta, da parte di chi vuole far uscire l’Italia dal caos, per avere un’Europa più forte, per contare di più in Europa visto che noi nel 2014 avremo il semestre di presidenza europea.
Ribadito anche l’impegno per la riduzione delle tasse sul lavoro, già con le legge di Stabilità: “Il Parlamento ci ha impegnato a impiegare, nella ulteriore riduzione del costo del lavoro, i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall’estero: inseriremo questo automatismo nell’ultimo passaggio, nei prossimi giorni, della Legge di Stabilità, proprio qui alla Camera, dopo averne discusso con le parti sociali”.
Sul fronte economico, l’obiettivo è quello di continuare a far scendere il deficit, il debito e le tasse per le famiglie e le imprese. Dall’altro lato per far crescere il Pil dell’1% nel 2014 e del 2% nel 2015.
La parola d’ordine sarà sburocratizzare e digitalizzare, creare un clima favorevole agli investimenti privati e riformare la giustizia civile.
Sul tema delle Privatizzazioni, Letta ha affermato che “uno Stato credibile e funzionante non si deve occupare di tutto e le risorse fresche dai privati sono utili per lo sviluppo delle imprese”. Secondo il premier le dismissioni porteranno nelle casse dello stato tra i 10 e i 12 miliardi che saranno destinati alla riduzione del debito.

Scompare il riferimento al reddito minimo delle famiglie così come scompare la lotta ferrea all’evasione fiscale; Letta però ha dichiarato di voler valutare l’apertura del capitale delle Poste e di altre imprese all’azionariato dei lavoratori per un nuovo modello di impresa già avviato in Germania.
Infine, nel 2014 entrerà in funzione un contatore della Pa per valutare l’azione delle amministrazioni pubbliche e che si sta costruendo un sito unico del governo, delle agenzie e degli enti per una maggiore trasparenza.
Ancora una brutta pagina di cronaca del Parlamento con senatori della Lega che attaccano un (ex?) collega, Michelino Davigo che vota sì in contrasto dal gruppo, dandogli del traditore sventolandogli soldi in faccia. 

Intervento e replica del presidente Enrico Letta, Camera dei deputati 11.12.13
Intervento di Riccardo Nuti – Camera dei Deputati – 11.12.13

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