Giustizia, l’avvocatura ha incontrato il ministro della Giustizia Paola Severino; le reazioni alla fine del confronto dell’Associazione nazionale forense.
 

“L’Associazione Nazionale Forense ha presentato oggi al Ministro della Giustizia, Paola Severino alcune proposte per correggere e implementare le misure del Governo contenute nel D.l. ‘Cresci Italia’. Ben vengano le liberalizzazioni, ma che siano realmente tali e allarghino le maglie del comparto giuridico – economico, perché alcuni settori sono stati solo sfiorati dall’azione dell’Esecutivo: i santuari dei veri privilegi sono ancora lì, intoccabili”. 

Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale A.N.F.

L’ANF non solo quindi avanza proposte, incoraggiando il Governo sulla strada della vere liberalizzazioni, ma non manca di chiedere necessarie correzioni su alcuni interventi che hanno prodotto gravi incongruenze nel già caotico funzionamento del sistema giudiziario: “Non c’è da parte nostra nessun intento di alzare barricate – continua Perifano – ma su alcune misure quali l’abrogazione totale delle tariffe degli avvocati non possiamo non mostrare la nostra contrarietà, per esempio per le ricadute nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale. Occorre fare in fretta, perché i tribunali italiani sono a rischio caos. Non a caso a Cosenza si è rinviata la norma sulla tariffe alla Corte Costituzionale. Non si tratta di una difesa tout court delle tariffe, che sostanzialmente sono già state abolite dalle lenzuolate del governo Prodi, ma occorre fissare i parametri certi per la liquidazione di compensi professionali da parte di un  giudice. D’altronde questa situazione era prevedibile visto che il D.L. Liberalizzazioni (Cresci Italia), rimandando ad un successivo decreto del Ministero della Giustizia,  ha creato un pesante vuoto normativo.

Abbiamo inoltre fatto presente al Ministro – continua Perifano –  la necessità , se si vuole dare un senso compiuto alle liberalizzazioni, che anche gli avvocati possano mettere sul mercato le loro prerogative invece di vedere solo le proprie attribuite ad altri, come nel caso fallimentare dell’istituto della media conciliazione. Sull’aumento del numero dei notai ad esempio il Governo si è guardato bene dall’intervenire in modo efficace: la riforma, ha aumentato i notai di sole 500 unità. Ma questo aumento è destinato a rimanere sulla carta così come sulla carta sono rimasti finora i 1000 posti liberi già previsti dalla legge, perchè non è cambiato il meccanismo concorsuale.

Il primo bando a 500 posti, infatti, vedrà la luce solo alla fine del 2013; il relativo concorso si avrà nel 2014 e la nomina effettiva si avrà ne 2018. A questa categoria, del tutto ingiustificatamente, si riservano competenze che, come l’autentica di firme per le scritture private o le compravendite di immobili di modico valore, potrebbero essere svolte adeguatamente da altri professionisti, con i relativi vantaggi per il cittadino. E questi professionisti – conclude Perifano – potrebbero essere dei giovani avvocati, che nello scegliere questa professione non hanno ricercato quel posto fisso tanto vituperato,  ma che rischiano di trovarsi in un mercato dove difendere gli interessi dei cittadini è un lusso che in molti non possono più permettersi”.

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