L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani manifesta il totale dissensoall’attribuzione alla competenza esclusiva e funzionale del giudici di pace delle cause e dei procedimenti di volontaria giurisdizione in materia di condominio degli edifici.
«L’errore principale è quello di considerare le cause condominiali di semplice trattazione con ciò ignorando che la materia – di recente riformata – riguarda anche questioni di grande valore e di notevole complessità» ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla.
«Si pensi alla individuazione e disciplina dei supercondomini, dei condomini parziali, dei consorzi, della multiproprietà, dell’intreccio tra condominio, comunione e servitù prediali. Non poche sono, inoltre, le questioni di difficile trattazione sui beni comuni, sull’uso e sulle innovazioni. A volte le questioni condominiali riguardano lavori anche superiori ad un milione di euro con perizie da affidare ad esperti.
Complesse sono, altresì, gran parte delle questioni riguardanti i regolamenti contrattuali di Condominio.
I conflitti della giurisprudenza sono molteplici sulla materia condominiale. Sono più volte intervenute le Sezioni Unite della Cassazione (soggettività del condominio, legittimazione, solidarietà, etc).
Aumenteranno a dismisura gli appelli ed i Tribunali (in seconda istanza) saranno investiti di appelli in un numero che è oggi impensabile.
La materia richiede una specializzazione che non può certamente chiedersi alla preparazione di giudici di Pace.
Dopo l’improvviso smantellamento effettuato con la revisione della geografia giudiziaria, gli uffici dei giudici di pace funzionano sempre con maggiore difficoltà. Non c’è il processo telematico e i decreti ingiuntivi vengono presentati con modalità cartacea. Trascorre fino ad un anno per ottenerne la emissione».
«Invece che potenziare la giustizia, – ha concluso De Tilla – sembra che al legislatore interessi solo la rottamazione e/o la macellazione delle controversie».

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