Il Senato, in sede di Commissione Affari Costituzionali e Bilancio, ho bocciato la norma presente nel “Decreto del fare” del Governo che riduceva gli stipendi d’oro dei manager di Stato del 25%. La norma era stata approvata alla Camera e adesso dovrà ritornarvi. Il Governo di fronte a questo fatto definito grave si è “fortemente irritato” e prenderà i giusti provvedimenti. La domanda è allora: cosa accadrà? Il governo ha fatto sapere di non voler rinunciare al taglio che riguarda i manager pubblici di società quotate e non quotate che emettono titoli. Ma al di là dell’intenzione non è stato detto cosa accadrà ora, visto che i senatori si dicono pronti alla battaglia qualora la questione venisse riproposta. Il Governo dovrebbe allora cambiare gran parte dei senatori della Commissione, cosa impossibile e non nei suoi poteri. Potrebbe fare un decreto e porre la fiducia, cosa improbabile visto che la norma è già all’interno di un decreto. Allora la risposta è semplice: niente o quasi, infatti, come dice de Andrè:
“Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s’indigna, s’impegna
poi getta la spugna con gran dignità”

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