Negli ultimi articoli abbiamo parlato della sindrome di alienazione parentale e abbiamo notato come in questa si attui una sorta di “lavaggio del cervello” o “manipolazione mentale” dei figli da parte di uno dei due genitori, talvolta di entrambi, allo scopo di metterli contro l’altro genitore.
Ma così come è possibile cercare di “programmare” i propri figli contro il partner antagonista, è possibile manipolare la mente di chiunque per altri scopi.

Differenze tra le definizioni
Solitamente si usano in modo indifferenziato termini quali “lavaggio del cervello”, “manipolazione” “plagio”, “persuasione”. Per quanto nel gergo comune si possa accettare l’uso indiscriminato di un termine o dell’altro, mi sembra doveroso fare in questa sede la giusta distinzione prima di andare avanti.
Il termine manipolazione è in realtà il termine madre che racchiude le diverse tecniche di controllo del pensiero e dei comportamenti altrui. Allo scalino più basso vi sono 3 principali sottocategorie, ovvero il lavaggio del cervello, la persuasione e il plagio. Prossimamente dedicheremo un articolo ad ognuno di questi concetti e alle loro tecniche, ma vediamoli per ora in breve.
Il lavaggio del cervello si riferisce a tecniche manipolatorie messe in atto con la forza, per questo associate spesso alla coercizione fisica, questa definizione ha origine storiche che vedremo.
La persuasione è quella tecnica manipolatoria che si basa soprattutto sull’uso retorico del linguaggio.
E’ definito plagio quella tecnica manipolativa che pre-costruisce una situazione di sottomissione per poi gestire completamente la vita dell’individuo reso ormai completamente dipendente.
Queste principali sottocategorie non devono essere considerate a reparti stagni, infatti ognuna prende spunto dall’altra adattando le diverse metodologie allo scopo ultimo, il quale ovviamente determina l’utilizzo dell’una o dell’altra.

La manipolazione mentale verità o menzogna?
Una domanda importante a cui dobbiamo dare risposta è se effettivamente esiste la cosiddetta “manipolazione mentale”, se cioè è possibile programmare qualcuno per i propri scopi.
La risposta non può che essere: dipende!
Ovvero se intendiamo per manipolazione mentale una sorta di magia ipnotica e irresistibile attuata con schiocco di dita o con mezzi arcani e sconosciuti, la risposta è no, questo tipo di controllo mentale non esiste. Ma se per manipolazione mentale intendiamo tecniche di persuasione e controllo messe abilmente in atto in modo lento e continuativo per convincere le persone a condividere determinati pensieri o assumere comportamenti, allora sì la manipolazione esiste, e non è abilità di pochi eletti: come vedremo, tutti sono in grado, e molti lo fanno, di mettere in atto queste tecniche di controllo.

La guerra di Corea
Per parlare di manipolazione mentale bisogna prima di tutto comprendere quando nacque il concetto “lavaggio del cervello”: un tempo queste due definizioni venivano sovrapposte, era la prima volta che si parlava della possibilità di controllare la mente altrui.
Già Protagora nell’antichità aveva parlato di persuasione, ma il lavaggio del cervello andava al di là della semplice retorica, esso cancellava totalmente le idee precedenti per iniettarne di nuove completamente differenti, e veniva fatto con metodi poco ortodossi e spesso violenti.
L’evento storico che cominciò a fare echeggiare tale termine fu la guerra in Corea. In occidente giravano voci di arcane manipolazioni mentali che avvenivano nei campi di prigionia Cinesi.
Il primo a fissare ufficialmente il termine “lavaggio del cervello” fu il giornalista Edward Hunter nel suo libro “Il lavaggio del cervello nella Cina rossa” pubblicato nel 1951 il quale ebbe un eccezionale boom nel 1952, quando vi furono dichiarazioni radio di soldati americani catturati dai cinesi che sostenevano voler rimanere in Cina e nella Corea del nord.
Essendo Hunter in realtà un agente della CIA (ma questo fu scoperto più tardi), il libro ora appare come un’opera di propaganda per persuadere il mondo occidentale della necessità di prolungare la guerra in Corea. Bisogna infatti notare che l’America aveva inizialmente dichiarato che la guerra sarebbe finita entro dicembre 1950 e che i soldati sarebbero tornati a casa per il primo gennaio, ma le cose non si misero affatto bene e per quanto a novembre l’America sembrasse aver fatto grandi passi, nel gennaio del ‘51 stava nuovamente soccombendo.
Questo libro può quindi essere considerato una forma di persuasione per convincere nazioni intere, una specie di manipolazione mentale americana sul lavaggio del cervello cinese.
Ma effettivamente la Cina non era inerme, essa stava effettivamente mettendo in atto un sorta di riprogrammazione mentale che essa stessa chiamava “riforma del pensiero”. Questa definizione data dalla Cina ai suoi programmi di controllo mentale è una forma retorica per far sembrare meno aggressivo il suo programma manipolatorio, ma fa comprendere come in esso vi fossero delle sottigliezze tattiche e metodologiche che eliminano l’ambiguità magica della dicitura “lavaggio del cervello”.

Cosa accadeva in America
Dopo il libro di Hunter, che fece paradossalmente auto convincere la CIA della sue stesse dichiarazioni (vedremo nei prossimi articoli come questa sia una tecnica di manipolazione) l’intelligence, spaventata per quello che sembrava aver in mano la Cina, cominciò a condurre esperimenti (ovviamente barbari) su cavie umane prese sia tra i soldati che tra orfani e prostitute, per cercare di trovare quel metodo misterioso di lavaggio del cervello totale e rapido che potesse andare bene su chiunque e che potesse innestare qualsiasi pensiero magicamente.
L’esperimento fu chiamato MKULTRA e andò avanti fino al 1963: vennero usate tecniche quali l’ipnosi, i messaggi subliminali, sieri della verità per lo più ricavati dall’LSD. Le baguette lisergiche (con LSD) vendute per sbaglio nel 1951 a Point-Saint-Esprit in Francia, che causarono decine di morti e feriti e centinaia di ricoverati per crisi psicotiche, sembrerebbero rientrare in uno di questi esperimenti (ed effettivamente potrebbe non stupire l’omertà della Francia in quel periodo indebitata moralmente con gli USA).
Tali esperimenti portarono comunque a scarsi risultati rispetto a quello che si aspettava la CIA, ancora una volta vi fu la prova che il “lavaggio de cervello” non si ottiene con “pozioni magiche”.

Cosa accadeva in Cina
La Cina è sempre stata avvezza alle tecniche di “riforma del pensiero”, basti pensare alla base di Yenan che dal 1942 al 1944 rieducò le menti di coloro che venivano ritenuti sovversivi e quindi pericolosi per il Paese con quello che chiamò “movimento per il raddrizzamento delle tendenze”. In questa base univano coercizioni fisiche a tecniche più sottili di persuasione forzata.
La Cina che inizialmente utilizzava soprattutto tecniche di tortura fisica (il famoso motto “torture cinesi” si è sempre basato su realtà) imparò che per manipolare le menti, o “raddrizzare le tendenze”, la sola tortura non bastava, essa infatti sebbene inizialmente possa essere persuasiva, ha scarsa durata nel tempo. Per paragonarla ad esperimenti occidentali potremmo considerarla una sorta di condizionamento skinneriano in cui il topo-uomo attraverso punizioni e ricompense impara a comportarsi e manifestamente a pensare come il regime gli impone. E’ anche vero che può accadere che a furia di fingere di pensare in un certo modo ce ne si convinca. Diceva Pascal “andate in chiesa, inginocchiatevi, pregate, onorate i sacramenti, comportatevi come se voi credeste. La fede non tarderà ad arrivare” e questa può essere effettivamente una sorta di lavaggio del cervello.
Ma concentrandosi solo sulle torture rimane comunque una sorta di resistenza psicologica verso colui che continua ad essere visto come il tiranno. Ecco che allora non solo si unirono tecniche più sottili di persuasione alle coercizioni fisiche, ma esse stesse furono presentate come una giusta punizione ai propri errori.
Attraverso questi metodi durante la guerra in Corea molti soldati catturati furono persuasi che il vero nemico era il capitalismo americano per questo dovevano venire purificati e rieducati. Ecco cosa stava accadendo nei campi di prigionia in Cina e della Corea del nord.
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Cosa accade in Cina al giorno d’oggi
In Cina tutt’oggi sono messe in atto tecniche di “riforma del pensiero” alle quali il popolo non può sottrarsi, pena la coercizione “purificativa”.
Ben nota è “la grande rivoluzione culturale” del 1966 in cui vennero soppresse le voci degli intellettuali i quali vennero imprigionati nei così detti Laogai, una sorta di campi di concentramento in cui vengono svolti lavori forzati e nei quali gli individui vengono rieducati al pensiero comunista cinese.
I Laogai sono una realtà attuale esattamente come lo è la rieducazione degli intellettuali e degli artisti che vanno controcorrente rispetto al pensiero della Cina rossa.
Lo scopo della Cina è una sorta di rieducazione dei propri sudditi che si basa sulle antiche idee di Confucio per cui l’uomo è fondamentalmente buono e diventa cattivo per deviazione, unite a quelle di Marx che sostenevano che l’uomo fosse il prodotto dell’ambiente e dell’educazione ricevuta

Cosa accade in America al giorno d’oggi
Se si parla del lavaggio del cervello quindi si parla di Cina, ma dell’America che si può dire?
Nonostante l’America abbia cercato tecniche di manipolazione mentale più arcane senza riuscirci, essa è già avvezza all’utilizzo della persuasione, sia per quanto riguarda i metodi propagandistici pro bellici, che per quanto riguarda lo sviluppo di comportamenti consumistici.
A mio parere la Cina sta al lavaggio del cervello come l’America sta alla persuasione.
Se si può certo sostenere che il metodo americano sia meno intrusivo e più pacifico, basato soprattutto su tecniche linguistiche, non possiamo restare indifferenti solo per il fatto che probabilmente è migliore rispetto al lavaggio del cervello. Questa affermazione dovrebbe ridurre la paura verso la definizione “lavaggio del cervello” e dovrebbe mettere le persone in guardia verso le tecniche di persuasione. E di questo esiste una prova diretta.

Tecniche a confronto
Alla fine della guerra in Corea furono circa 400 gli occidentali che decisero di rimanere nell’oriente comunista, ma furono quasi 22mila i comunisti che decisero di rimanere in America o di trasferirsi nella Corea del sud, Singapore e Hong Kong. Può sembrare normale che la maggior parte della popolazione scelga un paese “libero” ma il dubbio rimane su chi abbia manipolato chi.
E’ anche vero che mentre il lavaggio del cervello è somministrato con la forza, davanti alla persuasione si ha la possibilità di scegliere se subirne il fascino o provare ad andare controcorrente, ma rimane un problema, ovvero che la persuasione è più sottile e non sempre ci si rende conto del fatto che la si sta subendo (nei prossimi articoli parleremo anche di come sfuggirle).
E per quanto riguarda il plagio? Basandosi sulla creazione di sottomissione e dipendenza non ottenuta con la forza, o comunque usandola in grado minore, il plagio si potrebbe paragonare all’Italia medioevale in cui la chiesa fece sentire l’uomo piccolo e sottomesso rispetto alla grandezza di Dio.

Cosa non fa la manipolazione mentale
La manipolazione mentale non è qualcosa che si può mettere in atto in pochi istanti, non è possibile da realizzare tramite la pubblicità subliminale, ne tramite l’ipnosi, tanto meno con droghe e pozioni. Non vi sono stregoni alla base della manipolazione mentale: è un processo lento e tattico che non ha nulla di irresistibile e può essere messo in atto da chiunque.
Non esiste ipnotista che possa programmare una persona per indurla a fare qualcosa al suo risveglio che vada al di là di una breve e momentanea suggestione; non esiste pubblicità subliminale che possa far comprare una bibita e ancor meno indurre comportamenti violenti o sessuali. E per quanto riguarda le droghe non vi è droga che introduca idee nuove nel soggetto o che gli faccia fare cose contrarie ad una sua disinibita volontà.
A questo punto c’è da aprire una parentesi su uno dei grandi rumors della storia: il famoso test subliminale condotto da James Vicary nel 1957 in un cinema di Fort Lee nel New Jersey, nel quale avrebbe proiettato ogni 5 secondi immagini brevissime (della durata di circa tremillesimi di secondo) con scritto “bevi coca cola” e “mangia popcorn” durante la proiezione del film “Picnic” con Kim Novak, non ebbe in realtà i risultati inizialmente dichiarati. Oltretutto quell’esperimento non teneva sotto controllo le diverse variabili possibili né aveva tenuto sotto controllo le diverse variazioni della percentuale di acquisto in quel cinema, inoltre era stato effettuato su un campione troppo misero. Quando infatti nel 1962 si chiese a Vicary di riprodurre l’esperimento per registrarne la validità scientifica, lo stesso non diede i frutti sperati. Poco dopo Vicary dichiarò pubblicamente di aver mentito nel 1957 a causa della pressione che la richiesta di mercato gli aveva fatto per trovare una tecnica propagandistica rivoluzionaria (che sia stata la CIA il cliente pressante di Vicary?). Certo ora si potrebbe sostenere che la manovra strategica sia stata quella successiva di smentita, ma questo è improbabile per due motivi: il primo è che se esistesse una tecnica di questo tipo verrebbe usata ampiamente in diversi contesti e molti dissensi si spegnerebbero ancor prima di iniziare. Il secondo motivo è che nonostante la confessione di Vicary, nel 1974 è stato decretato illegale l’utilizzo di questa tecnica persuasiva, che persuasiva non è! A questo punto forse bisognerebbe chiedersi come mai si vuole far credere al popolo che esistano di queste tecniche manipolatorie subliminali. Forse si vuole incrementare la paura di un nemico che ha possibilità magiche di controllo mentale o la si vuole in qualche modo pubblicizzare per motivi commerciali. Forse più di un ente trae vantaggio da questa bufala.

Ma cosa accadeva nei Laogai cinesi? E cosa avvenne nella base di Yenan? Nel prossimo articolo parleremo proprio delle metodologie usate per il lavaggio del cervello riportando i programmi manipolatori di questi grandi esempi storici. (1-continua)

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