Una premessa necessaria
Siamo sinceri, chi non ha mai esclamato o anche solo pensato frasi tipo…. “l’assicurazione? Un furto legalizzato !” oppure ….“Gli assicuratori? Tutti ladri!” . Ma è realmente così? Il malanimo degli italiani (e non solo degli italiani) verso il mondo delle polizze nasce sempre dal fatto che l’assicuratore non paga un risarcimento. Spesso si tratta di veri e propri cavilli, altre volte, però, l’assicuratore si trova semplicemente ad applicare le “esclusioni” previste dalla polizza. E’ evidente che in quest’ultimo caso (solo in questo caso) non è colpa dell’assicuratore, ma di una norma che abbiamo accettato firmando la polizza, una norma che l’assicurato non ricorda o che effettivamente non sapeva che esistesse (magari perché non gli è stata comunicata). In effetti le polizze, anche se negli ultimi anni hanno avuto enormi miglioramenti , restano poco leggibili. E’ l’impostazione stessa della polizza che ne rende incomprensibile la lettura ed in questo è purtroppo “complice” anche un Codice civile, in questo settore, obsoleto. Mediamente un contratto assicurativo è composto da quasi un centinaio di clausole che, in teoria, dovrebbero essere tutte lette e comprese dall’assicurato, il quale, firmando la polizza, le accetta totalmente. Il fatto è che gli articoli sono scritti in “assicurese”, una lingua (come quella giuridica del resto. Anzi quella è pure peggio) che, seppur migliorata negli anni, resta pur sempre per addetti ai lavori . Così, quando un assicurato si trova alle prese con lettura di una polizza subisce… un blocco con il conseguente rigetto da lettura. E’ come un cane che cerca di mordersi la coda: l’assicuratore non ha il tempo di spiegare all’assicurato tutte le clausole e l’assicurato ha un blocco. La situazione si sblocca o meglio la sblocca l’assicurato con uno sbrigativo …. “ “Sì, sì… va bene, però…. pensaci tu. Io mi fido di te”, che è quanto di peggio possa capitare ad un assicuratore perché, lui lo sa, se la Compagnia poi non pagasse (anche legittimamente) un sinistro, la colpa ricadrebbe solo sulla sua testa.
Allora in questa rubrica cercheremo di sbloccare la situazione in un altro modo: traducendo l’assicurese in italiano e andando a cercare le chiavi di lettura del contratto assicurativo (ce ne sono diverse).
La rubrica sarà suddivisa in “aree di servizio” e in quelle di “traduzione dell’assicurese”. Nelle prime saranno fornite delle informazioni utili sul tipo di quelle relative all’assicurazione delle vacanze (primo appuntamento con i lettori), nelle seconde cercheremo di penetrare il mistero di una lingua sconosciuta portandoci dietro… la nostra… “stele di Rosetta” . (Bruno Rossi)
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