L’immersione in un universo immenso ed insondabile, la tremenda e incontrollabile potenza della natura, l’incertezza del domani, il sentirsi circondato da forze misteriose e spesso ostili: sono tutti elementi che, da sempre, provocano nell’uomo un senso di sgomento e di paura, di limitatezza, di incapacità, di impotenza; un senso di insicurezza che può spingere verso la divinazione e la magia.

Con la divinazione si cerca di conoscere il futuro, di sapere “come andrà a finire”, di prevedere per poter provvedere. Innumerevoli le tecniche divinatorie; al limite, tutto può essere un mezzo di divinazione: persone, cose, animali, piante, avvenimenti, atteggiamenti, rituali. Si prevede e si predice il futuro osservando il volo degli uccelli, i fenomeni meteorologici, le viscere degli animali. E chi non conosce la chiromanzia, la cartomanzia, la “lettura” dei fondi del caffé, l’astrologia?

Quanto alla magia, abbiamo qui l’intento di influenzare le cose, gli eventi naturali e no, le “potenze” che manovrano dietro le quinte; l’intento di spingere perché le cose vadano nel senso desiderato. Si agisce magicamente perché qualcuno ci ami o ci dia retta in qualche modo, perché un affare vada bene, per avere la ricchezza, la salute, l’amore, la gloria. La magia, insomma, è l’arte di dominare le forze occulte naturali e soprannaturali, l’arte-tecnica di captare, dirigere, manipolare, neutralizzare queste forze per mezzo della propria volontà.

L’uomo ricorre alla magia in tutte quelle situazioni che presentano carattere d’incertezza, di insicurezza, di instabilità. Sono occasioni in cui si ha bisogno di fortuna. Già diversi secoli fa, il console Appio Claudio (350-271 a-C.) ha detto che faber est suae quisque fortunae, cioè che ciascuno è artefice della propria fortuna. Il che, in effetti, può anche essere vero, ma può anche avvenire attraverso la magia. E buona parte  della magia è volta alla creazione, alla costruzione, alla preparazione di quelli che, in senso assai ampio, possono essere definiti portafortuna, oggetti di varia specie dal potere protettivo o propiziatorio.

Il talismano (dal greco telesma = cosa consacrata) è un mezzo attivo di magia che assicura  risultati positivi, successo, felicità in vari campi. Anche quando sia costituito di qualche sostanza naturale (pietra, legno, pelle ecc.) è sempre elaborato, inciso, “trattato” dalla mano dell’uomo. Il vero talismano si costruisce secondo regole ben precise e la sua virtù, la sua efficacia è fondata non solo sulla materia di cui è fatto, ma anche sul momento dell’esecuzione, sulle figure, le formule, le parole che vi sono incise. Si tratta, in ogni caso, di supporti, di catalizzatori che permettono la condensazione di alcune energie e facilitano la presa di contatto con alcune “potenze”. Così, ad esempio, sono talismani i cosiddetti pentacoli, i quali hanno i loro simboli geometrici, le loro iscrizioni, i loro colori, i loro rituali di consacrazione.

Ma oltre ai mezzi magici attivi, d’attacco, ci sono anche quelli passivi, di semplice difesa. Si tratta degli amuleti che, in linea di principio, possono essere forniti dalla natura: un pelo di elefante, una particolare foglia, un artiglio animale e così via. In questo caso di tratta di un  protettore che ci ripara da eventuali influenze negative e allontana il “malocchio”.

Attivi o passivi che siano, amuleti e talismani, dato che servono ad attrarre la fortuna o ad allontanare la sfortuna, sono evidentemente riferibili ai settori più importanti delle vita umana: i tre classici campi dell’amore, del lavoro-denaro e della salute. L’amore, ad esempio, è inscindibilmente legato alla magia. Già solo di per se stesso, nel suo essere, nel suo nascere, nel suo svolgersi l’amore è magia. E ciò anche in senso proprio: i regali, le attenzioni che si hanno verso la persona amata, il pensarla continuamente, il subirne il fascino e il cercare di affascinarla null’altro sono se non operazioni magiche. Certo, a volte non sono sufficienti e allora per debolezza, per abbandono alla passione, si può ricorrere ai sortilegi, ai filtri, ai talismani.

Discorso, questo, che vale anche per i nostri tempi. Lasciamo ai sociologi, agli antropologi, ai filosofi la spiegazione di questi atteggiamenti, propri anche dell’homo tecnologicus; da parte nostra ricordiamo soltanto che pure oggi, come nel passato, si ha paura, si soffre per amore, si è preda delle passioni; e pure oggi, quindi, quando i mezzi “normali” falliscono,  non manca chi  cerca rimedi  nell’incantato mondo della  magia.

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