L’ipotesi di soppressione dell’Isvap non piace per niente ai responsabili di una delle maggiori associazioni che tutelano i consumatori. Soprattutto, ai vertici dell’Adiconsum, non piace l’ipotesi che i poteri ispettivi e di vigilanza che sono assegnati all’Isvap debbano essere – secondo quanto prevedono i tre diversi disegni di legge – ripartiti tra la Banca d’Italia e la Consob.
Uno scenario, quello prefigurato dalle riforme legislative, che finirebbe per valorizzare – almeno in teoria – il controllo sul ruolo finanziario e – di fatto – di raccolta del risparmio delle grandi compagnie assicuratrici (pensiamo a polizze d’investimento, previdenziali, indennitarie, di risparmio e così via) e per relegare in secondo piano i controlli, che invece riguardano oltre quaranta milioni di cittadini, sulle assicurazioni rischi e responsabilità civile.
Il segretario generale dell’Adiconsum, Pietro Giordano, e il responsabile del settore assicurazioni dell’associazione, Fabrizio Premuti (foto qui sotto), hanno risposto alle domande di Goleminformazione.it spiegando – per la prima volta – le ragioni delle loro perplessità.

Fabrizio Premuti responsabile settore assicurazioni AdiconsumAdiconsum come vede la soppressione dell’ISVAP?
Non è una buona notizia per il settore assicurativo, siamo convinti che l’eventuale soppressione di questa autorità, che tra l’altro produce utili a sentire la Corte dei Conti, equivarrà ad un progressivo impoverimento di questo grande comparto economico a vantaggio di ulteriori rafforzamenti del settore bancario. Pensare che due settori possano interagire è nella logica del progresso, pensare che possano sovrapporsi in una coabitazione forzata è una follia che i consumatori vedono con paura. Non possiamo non ricordare che nel passato Banca 121, Parmalat, Cirio, bond argentini, le stesse Leamham o le obbligazioni di banche islandesi non sono certo stati regali ai consumatori dell’ISVAP, al contrario il settore assicurativo è stato solo sfiorato da queste autentiche sòle date ai consumatori, nella stragrande maggioranza dei casi le Imprese di assicurazioni sono intervenute con propri mezzi ad integrare le perdite dei consumatori su pressione della stessa ISVAP. Stessa cosa non potremmo dire del settore bancario, quindi una Autorità che tra tutela del consumatore e l’attenzione alla stabilità delle imprese, ha compiuto egregiamente il suo mestiere con l’imparzialità che deriva dalla propria autonomia. Potremmo dire le stesse cose di altre Autorità? Non crediamo.

Con la soppressione dell’Isvap o col suo smembramento c’è il rischio che il settore perda la propria identità…
Far perdere identità ad un settore che impiega centinaia di migliaia di lavoratori, che con decine di milioni di contratti emessi è nelle case di tutti gli Italiani fa veramente cadere le braccia per terra, forse qualcuno non ha interesse nel Paese che funziona e questa miopia ci allarma.

Ciò non toglie che Associazione di consumatori ed assicurazioni rappresentano pur sempre un (sano) conflitto permanente….
Un rapporto conflittuale che nasce da reciproca diffidenza, purtroppo molto è focalizzato sulla Rc Auto, molto meno su tutte quelle polizze che dovrebbero essere più diffuse per l’alto valore sociale. Mi riferisco alle coperture per gli eventi catastrofali, alle “long term care”
(polizze per la non autosufficienza N.d.R.), alle sanitarie ed alla previdenza integrativa (ramo Vita N.d.R.), ma spesso anche una semplicissima Polizza di Responsabilità civile può avere un alto valore sociale. Invece stiamo a litigare da 20 anni su una Rca dove si vedono le nefandezze peggiori, dalla strumentalizzazione di alcune fasce d’utenza (che la ritengono un ammortizzatore sociale) all’interpretazione della libertà di imprese (di alcune imprese) che credono di poter agire indiscriminatamente su un ramo obbligatorio, rifiutando ed allontanando vaste aree del territorio dalla copertura.

Ma c’è qualche cosa di buono nelle assicurazioni (Compagnie) e negli assicuratori (Agenti e broker)?
C’è molto di buono, il problema principale è che, come già detto, veniamo sommersi dall’annoso problema della RC Auto e delle tariffe applicate in certi territori e per alcuni profili, questo che, soprattutto, fa aumentare costantemente il reciproco livello di diffidenza tra gli uni e gli altri.

Quindi , sia pure nel massimo controllo, ci sarebbe uno spazio per lavorare con le Compagnie…
Certamente. La battaglia da compiere insieme è quella di contenere i costi privilegiando le buone pratiche ed i diritti di ognuno. Limitare fortemente il contenzioso e le speculazioni, di fatto fare squadra affinché ci siano buone assicurazioni e di conseguenza buoni servizi a prezzi equi e senza tagliar fuori nessuno. Un esempio sicuramente positivo di che va nella direzione giusta è dato da EBIC, ente bilaterale intermediari consumatori (www.enbiebic.it). Questo ente bilaterale sorto per volontà di Adiconsum , Unapass (altro sindacato degli Agenti di assicurazione N.d.R.) e Uea (Associazione europea degli Agenti N.d.R.) unisce appunto gli interessi degli intermediari a quelli dei consumatori, creando un circolo virtuoso di informazione, formazione e buone pratiche, tra cui spicca la conciliazione paritetica.

A proposito di Rca, come vede Adiconsum le ultime novità del settore ?
Siamo molto scettici sulla efficacia della “scatola nera” se utilizzata così come concepita, di certo non vedremo speculatori che faranno la fila per montarla, di buono c’è la possibilità di godere di una tariffa privilegiata, ma i costi alla fine, saranno superiori a benefici, temiamo li paghino i consumatori. Molto bene e nella direzione giusta si va nel contrasto alle frodi e lasciateci dire, anche delle speculazioni che sono ormai tipicizzate nei danni alla persona di lieve entità. Legare il risarcimento ad una prova strumentale della lesione e delle conseguenze residuanti crediamo sia la cosa migliore anche perché consentirà di risarcire in modo finalmente equo chi subisce anche una piccola lesione. Uniformare le grandi invalidità per il danno biologico lo chiediamo dal 1996, se ci si arriverà ben venga, sempre troppo tardi, ma si può recuperare. Una gran confusione la vediamo sull’informazione tariffaria obbligatoria ex art 34 decreto cresci Italia, qui veramente potevamo risparmiarcela fatta in quel modo ma forse “Santa” Isvap ci metterà una pezza.

Vogliamo fare la stessa domanda fatta al Presidente dell’Isvap. Le banche “hanno sempre fatto quello che hanno voluto, lei ritiene che la Banca d’Italia, istituto privato, possa controllare in maniera mirata, come attualmente ha fatto e sta facendo l’Isvap, tutto il comparto assicurativo?
Viviamo una crisi che, si voglia o no, è certamente legata al mondo della finanza. Se ci guardiamo alle spalle e torniamo indietro di qualche anno come le ho detto prima a proposito di Parmalat, Banca121 ecc. le loro obbligazioni vendute dalle banche non certo erano farina del sacco delle compagnie di assicurazione, e neanche nella distribuzione di prodotti con sottostante comprensivo quelle obbligazioni, le imprese di assicurazione furono solo sfiorate. Per rimanere ai nostri giorni dovremmo parlare (Lehman) di chi ha distribuito prodotti con quelle obbligazioni, o quelle delle banche islandesi, anche qui i canali di distribuzione sull’utenza dei cittadini consumatori sono espressamente bancari e le compagnie assicurative sfiorate dal collocamento di volumi economici esigui, quasi impercettibili rispetto agli importi totali, sono intervenute pagando di tasca propria l’errore.

Quindi in quanto a vigilanza sulle banche…..
Se questo rappresenta un punto di default della vigilanza bancaria lo lasciamo pensare ed ipotizzare a chi ci legge, di certo il lavoro di prevenzione, e lo voglio sottolineare, di prevenzione dovuto al doppio canale di vigilanza a cui è chiamata l’Isvap, da una parte sulla tutela del consumatore, dall’altro alla stabilità delle imprese, ha di certo funzionato bene. All’Isvap si riconosce quella indipendenza ed autorevolezza che chi conosce il mondo assicurativo sa che è necessaria dal controllo delle grandi operazioni di concentrazione e/o spacchettamento alla semplice ed impegnativa tutela dell’utenza pane quotidiano di chi i problemi li affronta e non li subisce. (bruno rossi)

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