Ci vorrebbe un Guareschi delle assicurazioni per descrivere il braccio di ferro tra intermediari e comparatori.  Il problema, però, è che non si sa chi, in questo nuovo scontro,  sia Don Camillo e chi Peppone… e poi i due erano personaggi teneri, pieni di ideologie romantiche mentre lo scontro che si sta consumando oggi non ha niente di tenero né di romantico. Anzi qui, sul fronte della Rca,  è in ballo la sopravvivenza di una categoria contro un nuovo che avanza come un caterpillar frantumando regole, sacrifici secolari , dure e lentissime conquiste sindacali contro le Compagnie, per di più, con l’ANIA che si sta preparando ad asfaltare la strada…

Il nuovo faccia a faccia è tra  Francesco Barbieri, portavoce dell’UEA (Unione europea assicuratori, ma anche il sindacato SNA  è sulla stessa linea) e Ivan Dimitri Calaprice, giovane e affermato avvocato romano, portavoce dei Comparatori on-line. I due, diversamente dai personaggi di Guareschi, si parlano a distanza, sulle pagine dei giornali, di Intermedia Channel e adessodi GOLEM.  L’Uea ci ha persino organizzato un convegno a palazzo Chigi (che non è proprio la chiesa di Don Camillo).

ass 1 obiettivo del convegnoL’obbiettivo del convegno? Coinvolgere la suocera (il potere politico, finanziario e di controllo) perché nuora (i comparatori)  intenda… Ma la suocera non ci è sembrato che si sia voluta far coinvolgere più di tanto, almeno a Roma. E questo non ci è piaciuto molto, perché , al di là dello scontro verbale  e degli epiteti sparati a raffica contro i comparatori, il problema c’è, eccome. Gli agenti stanno difendendo il proprio lavoro (i broker sono meno interessati alla Rca) contro chi,  tramite un “click” , può fare tabula rasa di rapporti umani, interpersonali e consulenziali conquistati in anni di preparazione e di sacrifici con i clienti e con le Compagnie. Certo parliamo solo di Rca, ma la strada è tracciata e un domani, anche secondo le ultime notizie SNA (sono in allegato) nemmeno troppo lontano,  potrebbe riguardare tutte le altre polizze, dall’incendio alla Vita. Sull’altra sponda i comparatori che, sia pure sotto la lente di ingrandimento dell’Ivass, ma in un attuale vuoto  legislativo e di regole, lo sentiremo nell’intervista dell’avvocato Calaprice, stanno difendendo il diritto di organizzarsi utilizzando i sistemi che l’odierna tecnologia mette a loro disposizione.  Come biasimarli?
Purché, dicono ob torto collo gli agenti, si giochi ad armi pari. E non è “armi pari”  quando non si osservano le stesse regole, quando gli intermediari sono costretti ad una ferrea trasparenza, ad osservare pesanti regole sull’adeguatezza, sul conflitto di interessi, a svenarsi economicamente per sostenere  agenzie costose, costosi organizzazioni sul territorio, continui corsi di formazione, gare di produzione , assunzioni di personale , ricerca  e sostegno di subagenti , pagamento di affitti , di sanzioni ecc.
Sì, è vero, molti di questi orpelli non hanno niente a che vedere con le preventivazioni Rca, ma la lotta in corso potrebbe essere proprio quella tra due mondi , due modi differenti di fare intermediazione assicurativa e il rischio che le agenzie, a danno dei consumatori, scompaiano esiste davvero. Già la scomparsa di quelle del sud (e non solo di quelle) è un sinistro campanello d’allarme. Il progresso, spesso,  miete vittime almeno tra chi non saprà o non potrà adeguarsi .
 Nel frattempo ecco che i Berlusconi rinforzano “facile.it” , Google che annuncia il suo ingresso nel mercato e …. dulcis in fundo L’ANIA che, stando ad un allarmatissimo “SNA Channel”, sembra stiaaffilando il coltello  che potrebbe affondare  nella schiena degli agenti.
E poi c’è ancora chi scodinzola al monomandato… (bruno rossi)

“IVASS: TONI PACATI E INDAGINI APPROFONDITE”ass 2 intervista di golem
L’INTERVISTA DI GOLEM ALL’AVVOCATO CALAPRICE

Dopo i nostri servizi del pubblicati il 21 e il 28 marzo, nei quali Golem ha dato voce agli intermediari dell’Unione Europea Assicuratori facendovi “sentire” la campana di Francesco Barbieri, oggi vi facciamo sentire la campana dei Comparatori per bocca del suo portavoce. Se avrete la pazienza di “ascoltarla” fino in fondo scoprirete cose molto interessanti e potrete anche dire la vostra con un commento in calce a questo stesso articolo o intervenendo nei gruppi di discussione di Linkedin.
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L’Avvocato Ivan Dimitri Calaprice è un giovane professionista che si occupa di diritto assicurativo e d’intermediazione assicurativa e svolge consulenza per imprese di questo comparto a Roma e Milano, con un occhio particolare alle implicazioni  delle nuove tecnologie e della comparazione telematica. Come molti ricorderanno, di recente ha argomentato, in più interventi sulle pagine di Intermedia Channel, le ragioni del suo dissenso alle critiche di Barbieri di Uea.

DOLENTI NOTE
GOLEM- Avvocato, nella sua lettera a Intermedia Channel lei risponde al monito di Barbieri Uea “Chi compara i comparatori” con molti argomenti. Può sintetizzarceli ?
Mi permetta, anzitutto, una brevissima premessa. Voglio solo ricordare che Intermedia Channel è il quotidiano telematico che molto prima che io intervenissi con le affermazioni che Lei cita, aveva iniziato a dare molto spazio al tema dei comparatori e al dibattito, ad alzo zero, che intorno ad esso si sarebbe via via arroventato. Come Lei sa bene, di questo dibattito la UEA, anche sulle pagine di quel quotidiano, è stata la principale protagonista, assumendo una posizione aspramente critica. Vengo alla sua domanda: il Dott. Barbieri sosteneva che la natura giuridica di questi soggetti non è chiara, che non è possibile promuovere azioni di responsabilità civile nei loro confronti, che non è dato sapere quali sia il loro oggetto sociale, il loro regime fiscale, la natura del rapporto di lavoro dei soggetti che vi operano e, infine, se esista un organo di controllo. Avevo allora svolto alcune osservazioni: ovvero che si tratta di portali telematici gestiti da soggetti organizzati in forma societaria ed iscritti al RUI (il grassetto è nostro. N.d.R.) e, dunque, sotto il controllo dell’Ivass. E che queste informazioni erano già tutte riportate – da sempre – sul footer delle rispettive homepage e sui modelli 7B resi disponibili sulle pagine dei siti web in parola.

INTERESSI SETTORIALI
GOLEM- Riferendosi agli intermediari, soprattutto agenti, lei ha parlato di “inquinamento”, di “mitologie”, “retroscenismi e dietrologie” e soprattutto di “interessi settoriali”, ma quelli dei comparatori non sono interessi altrettanti settoriali?
La ringrazio di consentirmi di chiarire questo aspetto. Non mi riferivo affatto agli intermediari né tantomeno agli agenti. Mi riferivo, in generale, agli umori del dibattito sul tema, umori che – le prese di posizione espresse dai suoi contraddittori nelle ultime interviste da Lei svolte lo confermano – non sono affatto sereni. Vede, a mio parere, il sistema dei comparatori è diventato occasione di revanchismo sociale, direi che veicola, canalizzandolo, un disagio diffuso dovuto alle norme infernali che oggi affliggono tutti gli intermediari. Io sono il primo a pensare che le – troppe e troppo poco chiare – regole siano una delle espressioni più vivide dei motivi per i quali, in genere, lo stivale in cui viviamo è diventato una vecchia ciabatta. Si tratta, però,  di due piani di discussione distinti e distanti. Si dice: “anche i comparatori sono intermediari e allora devono rispettare le stesse regole che hanno gli altri”. Io invece dico: “No. Fermo restando che i comparatori sono stati fatti iscrivere dall’Ivass al RUI (diversamente da quanto accaduto in altri casi) e quindi sono degli intermediari, bisogna prendere atto che le norme sull’intermediazione tradizionale non sono di automatica adattabilità. E allora mi pare ragionevole sostenere che ne servano di nuove ma diverse. Questo si chiama principio di eguaglianza sostanziale: a situazioni diseguali si applicano regole diseguali”. E’ vero, io ho parlato di interessi settoriali. Ciò che mi fa specie, inoltre, è il fatto che chi in genere attacca i comparatori – e preciso che non parlo solo di UEA – anziché chiarire preliminarmente  preferisce ammantare le ragioni della sua protesta con il candore etico della difesa della legalità e degli interessi del consumatore. Insomma, prima di chiedere – legittimamente, per carità – trasparenza nelle condotte altrui bisognerebbe esprimerla anzitutto, nella dichiarazione degli effettivi moventi dei propri. E’ una battaglia di interessi propri, non una battaglia per la tutela dei terzi  consumatori, a mio modo di vedere. Loro sono tutelati comunque. Dunque si. Si tratta senza dubbio di interessi settoriali da tutte le parti. Tutti hanno interessi eterogenei da proteggere, l’importante è avere l’onestà intellettuale di dichiararlo apertamente e confrontarsi alla luce del sole. Un’onesta divergenza è sempre segno della salute del progresso, diceva Ghandi.

LE REGOLE SONO DIVERSE
GOLEM- Francesco Barbieri, guidando la Campagna Uea contro i comparatori e la disintermediazione, nella nostra intervista ha parlato di “cronache giudiziarie e di bollettini Ivass” per riferirsi a ”sedicenti i comparatori”, “non rispettosi obblighi prescritti dal Codice delle Assicurazioni”, “gente che svolge attività d’intermediazione dissimulata e abusiva”, alcuni persino in “combutta” con Compagnie dirette. Le chiedo, è così?
Il cuore della questione non è – naturalmente – la contrapposizione dialettica fra un avvocato che si occupa di comparazione assicurativa e l’associazione che la contrasta. Personalmente  nutro profondo rispetto per chi sostiene con veemenza le idee in cui crede. Il punto è un altro. Vorrei parlare di una diversità di vedute sul tema della sostenibilità giuridica dell’operato dei comparatori. Tutto qui.
Le dico la mia: leggo che i comparatori vengono qualificati come “sedicenti” perché la definizione di “comparatore”  non è presente nel Codice delle Assicurazioni. Però, al contempo,  chi li chiama così chiede  che  rispettino le norme sull’intermediazione lì dettate. Ma allora,  sono dentro o sono fuori?  Perché, se li si considerasse “fuori”, non gli si dovrebbe chiedere di ossequiare  regole che non appartengono alla loro dimensione operativa.  E, specularmente, se li si considerasse “dentro” gli si dovrebbe riconoscere  la dignità di intermediari. La verità io la vedo nel mezzo.

GOLEM- Per Uea sarebbero  fuori…
No, sono “dentro”
in quanto iscritti a RUI, ma le tradizionali regole del comparto non sono di immediata e automatica applicabilità, nei loro confronti. Perché evidentemente concepite pensando ad altro. Inoltre, le esasperazioni qualificatorie non significano granché: nel Codice delle Assicurazioni non c’è neanche la definizione di “ assicuratore” ma UEA usa questo lemma nel  proprio nome. E nessuno si sognerebbe mai di metterne in dubbio la dignità e lo spessore come interlocutore. L’ impressione è, comunque, che tutta questa virulenza lessicale sia stata utile all’inizio, per sollevare il tema e richiamare l’attenzione, ma, a mio modo di vedere, alla lunga non sta giovando alla causa e ne sta progressivamente annichilendo l’efficacia.
Ai comparatori è stato detto che sono “truffatori e delinquenti” e a chi perora la tesi del valore di essi che si tratta di “cicisbei”. Questo linguaggio gratuitamente caustico ha avuto il suo effetto mediatico, senza dubbio, ma poi ha reso mobili i confini del vero terreno entro il quale ci si deve anzitutto confrontare, ovvero quelli giuridici, dove se si sostengono inesattezze o non si provano, punto per punto, anche le affermazioni apparentemente plausibili i toni salaci non servono proprio a niente. E allora: se si sposta il tema sul piano del diritto bisogna confrontarsi fino in fondo su quello. Un caso da manuale: la parte terza del Regolamento 35/2010 si occupa di pubblicità dei prodotti assicurativi.

ass 3 articolo regolamento ivass
GOLEM- Con quell’articolo del Regolamento l’Ivass detta le regole della pubblicità dei prodotti assicurativi (polizze). Però a guardare gli spot televisivi non mi sembra che questo accada…
Se un comparatore si presenta in televisione non pubblicizza prodotti di una compagnia specifica ma pubblicizza un servizio (quello di comparazione, appunto) e allora di una norma che dice – ad esempio – che “Il messaggio pubblicitario indica con chiarezza ed evidenza la denominazione dell’impresa di assicurazione e le caratteristiche del relativo prodotto” un comparatore che se ne fa”? Qualcuno è in grado di spiegare come potrebbe osservare rigidamente questa norma, ad esempio? Hic Rhodus, hic salta !

…O NON CI SONO ass 4 o non ci sono
GOLEM- Che mi dice sul mancato rispetto dei Comparatori circa la “best practice” di Eiopa?
Anzitutto comincio col dirle che quello stesso testo specifica che i contenuti in esso illustrati non sono vincolanti  per le autorità di controllo locali (dunque non lo sono per Ivass e, a cascata,  per il mercato). In ragione di ciò, quando si parla della loro vincolatività si sbaglia, perché essa non si può invocare. Ragionevolmente, tuttavia,   Ivass farà proprie queste Best Practices adottando un  provvedimento di propria iniziativa e allora ci sarà una reale cogenza di cui discutere. Ma,  ad oggi,  non esiste nulla di tutto questo e il tema è pura filosofia, non diritto positivo. Bene, onestamente ritengo che, in generale, in Italia  i quattro principali compratori siano molto avanti su alcuni delle indicazioni di quel documento ma che il sistema sia decisamente perfettibile in relazione ad altre. Ma ciò che voglio ribadire  – in termini netti e rigorosi – è che non si può assumere la violazione di queste regole perché non sono norme giuridicamente vincolanti e lo saranno solo quando l’Ivass – come detto – le farà proprie in un provvedimento ad hoc. E’ quello che ci si aspetta. Lo vede quante mistificazioni ci sono in giro?

NESSUNA RAZZIA DI DANARO
GOLEM- Sempre a sentire le voci contrarie, sembra che i Comparatori siano strutture privilegiate (non osservano le stesse regole degli agenti e ottengono provvigioni molto più alte) a caccia di business fine a se stesso, insomma… “razziatori di denaro a scapito dei consumatori”…
Vede, al di là di qualsiasi coloritura lessicale o esasperazione concettuale, da UEA è stato posto un problema reale, di esigenza di regole. Di questo, al di là della radicale diversità di vedute, bisogna onestamente dargliene atto.  C’è un’obiettiva diversità operativa tra un intermediario tradizionale e un comparatore e questo è indubitabile. I comparatori sono gratuiti per l’utente. Dove sarebbe la razzìa di denaro? Il fatto che i comparatori siano a caccia di business è una colpa? Perché, il resto del mercato assicurativo di cosa è fatto? Di parrocchie e di ONLUS? Ma che discorsi sono? Mi lasci infine dire che proprio l’alibi della tutela del consumatore è uno dei più grandi mali della attuale regolamentazione assicurativa. In nome di essa si è costruito un set informativo a dir poco asfittico, fatto di allegati, note informative, schede sintetiche, avvertimenti, cautele, e amenità varie. E in nome di essa si trova sempre l’antecedente logico per qualche riformina in più, magari tutta sbagliata, come è accaduto per la tragicomica vicenda dell’art. 8 del pacchetto di Destinazione Italia. Il risultato è che per voler tutelare troppo il consumatore non lo si tutela affatto, perché tutta questa carta, realisticamente, non se la legge nessuno e tutte queste regole sono solo  un fetido labirinto per  gli intermediari costretti a muovercisi dentro. Io credo che si debba correre il rischio di essere impopolari per non essere antipopolari e dire che tutta questa polemica rischia di creare nell’opinione pubblica un’ ingiusta e disequilibrata contrapposizione fra chi è irreprensibile e chi è fuorilegge mentre, invece, i confini – di qualsiasi tema si parli –  non sono mai così netti. Come ogni mercato, anche quello intermediatizio è fatto di tante professionalità eterogenee. I bollettini Ivass parlano periodicamente di radiazioni e di sanzioni. Perché il mercato, qualunque mercato, è fatto così, ci sono le mele marce e ci sono professionisti eccellenti.

I PRIVILEGI
GOLEM- Lei, però, non mi ha risposto. Rispetto agli altri intermediari , i comparatori sono privilegiati o no,? Guadagnano di più o no?
Non vedo privilegi, vedo una diversità operativa cha va disciplinata e anche degli svantaggi. Del resto di chi è la colpa? Dei comparatori o di chi le regole deve crearle? Guardi che il primo comparatore è sul mercato da 14 anni, di tempo per farle il Legislatore ne ha avuto. I livelli provvigionali variano da comparatore a comparatore, non c’è affatto una regola.
GOLEM- Nel sondaggio dei preventivi, quante sono le Compagnie sondate dai comparatori? Perché non vengono subito  dichiarate ? Google, che sta entrando nel mercato dei comparatori, dichiara che interrogherà 120 compagnie…
Idem. Anche qui non c’è una regola ma non è  vero che non vengono subito dichiarate.  Alcune  lo fanno già nell’homepage. Dubito che l’ingresso di Google sia imminente ma sono comunque  certo che in Italia il numero di compagnie nel panel sarà drasticamente inferiore.

ass 5 un grande vecchioUN… GRANDE VECCHIO?
GOLEM- Al Convegno UEA di Roma sul tema, ho assistito ad un’Ania che mi è sembrata quasi estranea al problema con un Verdone tranquillo, rilassato e persino divertente, ad un Antitrust che è sembrato lavarsene le mani (a me Galasso ha risposto “noi interverremo per quello che apparirà di nostra competenza, ma questa è materia dell’Ivass”) e ad un’Ivass sbrigativa (la responsabile del settore consumatori Elena Bellizzi ha declinato l’invito all’ultimissimo momento mettendo in difficoltà un Lunghi che, apparentemente spaesato,  non ha trovato di meglio che aggrapparsi ad un “stiamo controllando condividendo il documento sulla best practice di Eiopa”. E’ una mia impressione o siamo difronte ad un qualche oscuro disegno ai danni degli agenti che lottano contro la disintermediazione ?
Certo, come no. E Lei sta intervistando la tessera numero uno di questa nuova Spectre del mondo assicurativo…Scherzo, niente di quello che Lei provocatoriamente ipotizza. Si tratta di un tema nuovo, sul quale si sta iniziando solo ora a formare una massa critica. E’ anche fisiologico che ciascuno stia prendendo le misure del fenomeno. Parliamo del convegno. Mi faccia premettere, anzitutto, che ritengo che sia stato un vero peccato che un incontro sui comparatori non abbia previsto, fra i relatori, qualcuno che li rappresentasse. Non ne capisco, sinceramente, la ragione. Rispondo quindi alla Sua domanda: ho sentito parlare il Dott. Verdone in molte occasioni, è notoriamente uno dei massimi esperti della materia e ha – condivido con Lei – un tratto particolarmente gradevole. Non conosco il Suo reale pensiero sul tema dei comparatori ma personalmente suppongo che, in generale, ANIA non abbia alcun interesse specifico ad accreditarsi quale interlocutore in questa vicenda. Immagino che avrà  sul tavolo questioni ben più interessanti e urgenti  di questa, al momento. Forse è per questo che Lei ha avuto la sensazione che l’argomento non abbia particolarmente entusiasmato, al di là delle mere osservazioni tecniche sul fenomeno. Il fatto, poi, che un modo di essere tranquillo e rilassato l’ abbia stupita mi fa pensare che anche Lei – come me – si sia assuefatto nel vedere che scaldarsi molto per questo tema sembra una regola ineludibile. Perché mai? Quanto alla posizione dell’AGCM non escluderei affatto che presto sentiremo anche la sua voce, anche se non ho elementi concreti per affermarlo, oggi.
Riguardo all’Ivass. Bene, devo dirLe ancora una volta che anche qui la reazione che Lei mi racconta è comprensibilissima. C’è una verifica in corso su questo mondo ed è proprio Ivass che la sta svolgendo. Sarebbe stato inopportuno che gli esiti di essa venissero anticipati – anche nella forma di una semplice presa di posizione personale – ad un consesso privato anziché ai diretti interessati. Devo dirLe però una cosa, proprio sul ruolo del Regolatore. La qualità tecnica dell’interlocuzione con i dirigenti che se ne occupano, nel corso degli incontri svoltisi per indagare sul fenomeno, è stata di gran lunga più elevata e sofisticata del dibattito che si è svolto fuori dai cancelli di Via del Quirinale. Posso dirLe che i toni e i contenuti della discussione sono stati molto diversi, più pacati sul piano formale e più severi sul piano tecnico, a testimoniare che c’è stato un notevole scollamento fra i quesiti giuridici sollevati dal dibattito sui media – più generici – e quelli posti formalmente da Ivass, molto più articolati e puntuti. Ad ogni buon conto: l’Istituto di Vigilanza  ha chiesto una pletora di informazioni tecniche a tutti i comparatori e alle compagnie che se ne avvalgono. Non resta che aspettare. Se ne parlerà ancora per molto, mi creda.

“Se ne parlerà ancora per molto…”dice lasciandoci l’avvocato Calaprice e non so se, per gli agenti, sia una promessa o una minaccia… Certo, però, che a pensarci bene, con una buona dose di cinismo sulla sorte futura degli intermediari, si può dire che, alla fine di questa guerra senza quartiere, chi se ne avvantaggerà molto saranno i consumatori che, cavalcando l’onda del “vincitore”, avranno una scelta decisamente molto più vasta.
Ma sarà vera gloria…? 
Assicurazione via internet – Rassegna stampa

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