Questa è la storia di uno di noi (per dirla con la famosa canzone di Celentano-Beretta-Del Prete-Mariano) anche se, stavolta, non è nato per caso in via Gluck.
E’ la storia di un funzionario pubblico, dirigente comunale, attivissimo nell’arte dell’inseguimento e conquista di incarichi pubblici, semi-pubblici e privati.
E’ una storia ambientata a Fano
, una ridente cittadina (come dicevano una volta i libri di geografia) marchigiana in provincia di Pesaro.

E’ una storia esemplare per capire come funziona la moderna italietta dei mastrapasqua dei poveri. Che pur formalmente rispettando – almeno così si direbbe – tutte le regole, riescono a intrecciare i propri interessi con quelli che apparentemente sono interessi collettivi.
E nelle pieghe, riescono a tessere ragnatele di amici piazzati al posto giusto nel momento giusto, dai quali, magari, incassare i crediti di riconoscenza quando occorre.
Questa è la storia di Giuseppe De Leo, dal 2004 direttore generale del comune di Fano. Incarico al quale, dal 2011 al 10 agosto 2013, ha aggiunto quello di presidente e sovrintendente della Fondazione Teatro della Fortuna, sempre a Fano. Ma dal 10 agosto 2013 lascia la carica al Teatro della Fortuna per mettere la sua poliedrica (evidentemente) esperienza a disposizione del Fano calcio, di cui diventa direttore generale – anche lì, oltre che al comune – conservando alla Fondazione Teatro della Fortuna la carica di consigliere d’amministrazione.
Ci siamo imbattuti per caso nella De Leo story, curiosando tra gli archivi di giornali e siti internet. Ci ha colpito il suo valore metaforico e dunque, in ossequio a ciò che dovrebbe essere il lavoro giornalistico (e che quasi mai è più) abbiamo pensato di raccontarla. Perché riteniamo che risponda a un interesse collettivo sapere cosa succede nelle nostre magari piccole ma fondamentali – perché rappresentano in sedicesimo ciò che accade nel Paese tutto – società di provincia.

I due anni di gestione De Leo del Teatro della Fortuna di Fano (ottocentesca struttura che nel 1988 ha riaperto gloriosamente i battenti dopo oltre cinquant’anni di chiusura forzata)non hanno lasciato sempre un ottimo ricordo.
Poco dopo il suo insediamento, a gennaio 2011, Giuseppe De Leo, che in Fondazione ha preso il posto di Simone Brunetti (la Fondazione Teatro della Fortuna ha il comune di Fano come “socio promotore e primo fondatore” e principale finanziatore ), il 21 febbraio 2011 modifica lo statuto. La principale riforma consiste nel rendere possibile che la stessa persona possa cumulare le cariche di sovrintendente e presidente. E così De Leo diventa sovrintendente, presidente e, intanto, è direttore generale del Comune che è il principale fondatore e finanziatore della Fondazione.
In poco tempo, come è giusto che faccia un nuovo manager, provvede alle nomine di nuovi componenti dello staff. Direttore artistico diventa Virginio Fedeli, un suo vecchio amico di Fano, coetaneo di De Leo, suo ex compagno di partite di pallone quando erano ragazzi. Poi però dopo qualche tempo con Fedeli i rapporti si fanno tesi e allora il presidente-sovrintendente-direttore generale De Leo sostituisce Fedeli con Priscilla Baglioni, figlia di una mezzosoprano d’un tempo. Baglioni aveva mosso i primi passi proprio con Fedeli, mettendosi poi in proprio.
Insieme con Fedeli, Giuseppe De Leo, provvede a nominare anche il nuovo direttore musicale: Roberto Parmeggiani.
Le nomine lasciano perplessi molti. Fedeli prima, Baglioni poi, e Parmeggiani, non vantano grandissime esperienze specifiche nel campo. Ma questo potrebbe non voler dire nulla. Certo è che a Fano (il paese è piccolo, la gente mormora…) ci si chiede quale influenza abbiano avuto, sulle nomine, i rapporti diretti di conoscenza.
Altra novità caldeggiata da De Leo è una scuola di canto. La scuola viene istituita all’interno del Teatro e affidata alla mezzosporano Agata Bienkowska. Che anzi diventa una presenza fissa anche sulle scene del Teatro della Fortuna, negli allestimenti lirici della Fondazione. Tanto che – sempre perché il paese è piccolo e la gente mormora – si sussurra insistentemente di un’amicizia molto stretta tra il presidente-sovrintendente-direttore generale De Leo e la mezzosoprano.

In ogni caso, pettegolezzi a parte che lasciano il tempo che trovano, la scuola di canto creata a luglio 2011 passa alla gestione del Teatro il 10 per cento del fatturato che però, bilanci alla mano, non copre nemmeno le spese generali che la struttura affronta per far funzionare la scuola medesima. Insomma, non è che sia un grande affare per il Teatro. Mentre forse qualche vantaggio, non fosse altro che d’immagine, certamente lo porta alla Bienkowska.
Dopo aver gettato le sue reti sul Teatro, Giuseppe De Leo comincia a guardarsi intorno e così, sicuro della sua solidissima esperienza maturata nel campo della lirica, si innamora a tal punto di questo mondo incantato che a metà del 2012 presenta la sua candidatura per la nomina di sovrintendente del Teatro Regio di Parma. Il bando prevede, tra l’altro, un’esperienza “almeno quinquennale” di gestione manageriale di teatri. Esperienza che De Leo non ha, eppure ci tiene tanto a quell’incarico. Le cose non vanno come spera: una modifica dello statuto del Regio consente al sindaco grillino di Parma di annullare, di fatto, il bando al quale anche De Leo aveva partecipato e procedere unilateralmente alla nomina di un amministratore esecutivo (la modifica dello statuto ha abolito la figura del sovrintendente). La scelta cade su Carlo Fontana, ex sovrintendente prima del Comunale di Bologna e poi, per 15 anni, della Scala di Milano. Apriti cielo: Giuseppe De Leo  grida allo scandalo e presenta un ricorso al Tar chiedendo la sospensiva della nomina di Fontana. Il Tar rigetta. Il merito del ricorso sarà discusso il prossimo 24 marzo.
Attenzione: il ricorso di De Leo lamenta, sul piano giuridico, non la sostanza della scelta di Fontana, ma la forma. In pratica a suo dire la modifica dello statuto che l’ha consentita, e che lo ha messo fuori gioco, è irregolare. Una tesi ancora sub iudice, sulla quale il Tar si pronuncerà.
Vale la pena di sottolineare però che ammesso che il bando parmigiano venisse “resuscitato” dal Tar, non è detto che i requisiti di De Leo siano utili a fargli ottenere la nomina.

Sia come sia, il direttore generale del comune e del pallone ci tiene proprio a governare un teatro lirico: si candida anche alla guida del Lirico di Cagliari. Anche qui non ce l’ha fatta. Sebbene, per onor di cronaca, va detto che la nomina della sovrintendente Marcella Crivellenti sia stata poi annullata dal Tar, con applausi a scena aperta dello stesso De Leo che si era sentito offeso e umiliato “dall’ignobile comportamento” del sindaco di Cagliari. La vicenda del Lirico di Cagliari, che risale al novembre scorso, ha indubbiamente riacceso la fiamma della speranza in Giuseppe De Leo che auspica che il copione cagliaritano si possa ripetere sulla scena di Parma. Peccato però che mentre la nomina della Crivellenti fosse stata assai discussa anche dagli addetti ai lavori, per la oggettiva carenza di requisiti, a Parma tra Fontana e De Leo la bilancia dell’esperienza pende senz’altro – non ce ne voglia il direttore generale – a favore del primo.

Deluso dal gran rifiuto parmigiano – e in attesa della decisione di giudici amministrativi – Giuseppe De Leo il 10 agosto 2013 diventa direttore generale-bis e passa dalla fortuna del teatro alle fortune del pallone diventando dg dell’Alma Juventus Fano, la squadra del paese. Un incarico che riceve su segnalazione del sindaco di Fano, Stefano Aguzzi, al quale il presidente del Fano calcio, Claudio Gabellini, si rivolge per un consiglio sul manager da scegliere per rilanciare la squadra cittadina e garantirne le magnifiche sorti e progressive.

Direttore generale del comune, consigliere d’amministrazione della Fondazione del teatro controllato dal Comune, direttore generale della squadra di calcio cittadina, De Leo si esibisce, alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo incarico calcistico, in un annuncio che colpisce chi aveva seguito le vicende – e le fortune – del Teatro della Fortuna. Il dg De Leo conversando con i giornalisti, afferma che per rilanciare l’Alma Juventus Fano “non è escluso” che si possa costruire un grande stadio in località Chiaruccia. Un’area nei pressi della zona industriale di Fano dove il Comune è proprietario di alcuni suoli.
Peccato che sempre in località Chiaruccia lo stesso De Leo, quando pochi mesi prima era presidente e sovrintendente della Fondazione teatrale, voleva costruire un grande auditorium da dedicare alla musica e al teatro. Avrebbe dovuto chiamarsi Fortuna Palace Auditorium. Aveva già il progetto pronto: una banca avrebbe finanziato il tutto e nel 2014 sarebbe stato anche completato.
Naturalmente non se n’è fatto nulla.
Insomma, il direttore generale del comune di Fano si porta dietro il terreno del comune e lo adatta a seconda degli incarichi. Ora ci costruisce un teatro, ora uno stadio.
Certo è che Giuseppe De Leo non sta fermo un attimo. Candidato alle politiche del 1994 nel collegio di Fano con Forza Italia, nel 2009 è stato per un po’ il candidato PdL alla presidenza della Provincia  di Pesaro Urbino, finché la candidatura non è decaduta perché non sostenuta dai vertici regionali del partito. Ma la frequentazione dei salottini (i salotti, quelli veri, sono altrove, ma non è detta l’ultima parola) della politica serve all’italietta che sgomita e così De Leo si candida alle elezioni del 2013 in Veneto per “Intesa Popolare”. Tutto sembra funzionale alla rincorsa degli incarichi.

Da qualche tempo infatti il doppio direttore generale, secondo alcune fonti, punta a governare l’azienda di servizi comunali, Aset Servizi. In pratica, la società che gestisce l’approvvigionamento idrico, i servizi ambientali, lo smaltimento e la depurazione delle acque e l’illuminazione pubblica.
Il comune di Fano vorrebbe infatti accorpare due aziende attualmente separate ma contigue: Aset Spa e Aset Holding. Se il progetto si compisse, ci vorrà certo un direttore generale. E, come ci ricorda la saggezza popolare, non c’è due senza tre: sarebbe un fantastico caso di direttore generale uno e trino.

In queste settimane Giuseppe De Leo è molto impegnato nell’elaborazione delle strategie per l’immediato futuro. A maggio prossimo Fano dovrà rinnovare sindaco e consiglio. L’attuale primo cittadino, Stefano Aguzzi, termina il suo secondo mandato e dunque non sarà candidato. Il direttore generale potrebbe decidere di provarci. In prima persona o appoggiando qualcuno degli amici della compagnia di giro. Anche perché, a quanto pare, il ruolo di direttore generale del Comune scomparirà. Un invito a nozze per reincarnarsi in qualcos’altro.

Allegati a questa storia, (l’elenco degli allegati è in alto a destra accanto al titolo) sulla quale invitiamo a riflettere anzitutto i vertici dell’amministrazione di Fano (che a maggio dovranno essere rinnovati), i lettori che vorranno possono leggere articoli, ricostruzioni e resoconti sulla De Leo story. Quegli articoli che ci hanno indotto ad approfondire e raccontare di questa moderna via Gluck. 
Articolo 10 agosto 2013 – Quotidiano on line 24.it
Articolo dello scrittore e artista Luigi Boschi pubblicato su www.luigiboschi.it il 1° ottobre 2012
Auditorium a Chiaruccia 8 luglio 2011
Il Resto del Carlino – 10 dicembre 2013
PRESENTATO IL NUOVO DG GIUSEPPE DE LEO – dal sito www.fanosport.net del 10 agosto 2013

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