È stata inaugurata sabato 24 gennaio, la seconda edizione di Set up, la fiera di arte contemporanea indipendente bolognese che raccoglie i lavori di molti artisti del circuito indie italiano e, da quest’anno, anche internazionale con la partecipazione di due gallerie tedesche ed una cipriota.

Nata dall’idea di due giovani curatrici bolognesi, Simona Gavioli e Alice Zannoni, e quest’anno viene ospitata nell’insolita location degli uffici dell’autostazione. Un labirinto di stanze e corridoi all’imbocco di via Indipendenza, da anni inutilizzati e abbandonati a se stessi che con gli allestimenti di opere d’arte contemporanea rinascono a nuova vita.
Non è un caso che il fil rouge di questa edizione sia la riqualificazione.
«Abbiamo scelto questo tema – ci spiega una delle due curatrici – perché vogliamo rimarcare l’importanza dell’arte e della cultura per riqualificare spazi ed aree degradati».
Ma mentre le due curatrici stanno cercando di spuntare con la proprietà (la Autostazione spa partecipata a maggioranza da provincia e comune di Bologna) una qualche forma di gestione di lungo termine dello spazio, si affaccia all’orizzonte la possibilità che possa essere destinato, in un futuro prossimo, ad ospitare un centro commerciale.
«In realtà – continua la Zannoni – siamo fiduciose perché proprio all’inaugurazione abbiamo strappato, al presidente di Austazione spa, la promessa di un incontro in cui cercare di capire come potere usare lo spazio nell’arco di tutto quest’anno. Vedremo cosa succederà».
Ma anche se non sono ancora arrivati i riconoscimenti istituzionali da parte di Arte fiera, del Comune e della Provincia, per dirne tre, piovono a pioggia i consensi dal mondo dell’arte con la partecipazione, tra gli artisti in mostra, di molti dei più grandi nomi dell’arte moderna tra cui il fotografo Nino Migliori, padrino di quest’edizione che ha voluto contribuire con una sua installazione, un tavolo da ping pong in cui le linee di campo, la pallina e le racchette, sono state dotate di luci wood che si illuminano durante il gioco che si fa in una piccola stanza al buio.
«Oltre a Nino Migliori – precisa la Zannoni – ci sono anche opere di Pizzicannella o Franko B, ma i veri protagonisti di questa fiera sono i giovani ossia gli artisti del futuro».
C’è un’altra fiera simile a Torino, The Other che ha inaugurato un anno prima di Set up, ma il format della kermesse bolognese è unico in Italia perché impone alle gallerie che vi partecipano due condizioni particolari. La prima è che esponga almeno un artista under 35 e la seconda che ogni esposizione sia curata da un curatore under 35.
«Abbiamo voluto creare un canale aperto – spiega ancora la Zannoni – non solo per le piccole gallerie o quelle appena nate che non possono permettersi il costo di uno stand in Arte fiera, ma anche per i giovani artisti e curatori che difficilmente riuscirebbero a trovare un canale di visibilità nel mercato dell’arte ufficiale».
Per favorire il dialogo tra galleristi, curatori e artisti, nel reticolato di stanze dell’autostazione è nata la “sala blab”, in cui i grandi nomi dell’arte contemporanea italiana (come ad esempio, Chico Shoen dell’omonima galleria di Genova, Alberto Agazzani, Lia Bedogni, Guido Cacib oppure Lorenzo Poggiali) incontrano e ascoltano, su appuntamento, le istanze dei giovani artisti in dibattiti aperti a tutti.
Gavioli e Zannoni, che hanno rispettivamente 37 e 32 anni, hanno fatto tutto questo lavoro contando solo sulle proprie forze («Set up è un evento a budget zero») e su quelle di amici e sostenitori posto che di finanziamenti, fino ad ora, non s’è vista neanche l’ombra.
Sicché delle circa 150mila euro di giro di affari (pochissime per una manifestazione di questo tipo) necessarie  per mettere su un evento del genere (dai costi di allestimento, alla segreteria organizzativa, brochure, catalogo, pulizie, elettricista, tecnico sicurezza, ecc.) una piccola parte (circa 15mila euro) è rientrata in termini cambio merci, un’altra parte, dagli introiti dell’affitto degli stand (circa 90mila euro) ed una parte dai biglietti di ingresso venduti a prezzi ultra-popolari (3 euro ad ingresso).
Tra le chicche di questa seconda edizione, c’è lo stand “All’altezza dell’arte” che raccoglie i quadri del più giovane collezionista della kermesse, un bambino di 12 anni che si chiama Riccardo è che ha già messo da parte opere d’arte contemporanea per un valore superiore ai 40mila euro con pezzi di Luca Lanzi, per esempio, o Gianni Castagnoli.
Il piccolo Riccardo, istruito alla strada dell’arte dalla zia Silvia Evangelista, ex numero uno di Arte fiera, sarà intervistato proprio da quest’ultima nel corso di un dibattito in programma nel variegato calendario parallelo di eventi culturali.
Non solo quadri foto e installazioni ma anche danza e, per non farci mancare niente, anche cucina con la partecipazione, per la prima volta, quest’anno, di Culinaria, un collettivo bolognese di ragazze che abbinano l’arte ed il gioco alla loro abilità culinaria. La performance che hanno proposto per la serata inaugurale di ieri era si chiama “Play4food” e ha coinvolto i visitatori in una specie di caccia al tesoro che si è conclusa con la conquista di una pietanza rigorosamente preparata sotto gli occhi di tutti dalle “cuoc-artisteAnna Roberti ed Elisabetta Degli Esposti Merli.

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