Il castello delle verità nascoste sta iniziando a crollare. In quella valle dell’Eden trasformata in una cassaforte di veleni a cielo aperto da anni e anni di “war games”, guerre simulate con armi e munizioni vere da combattimento, sperimentazioni di armi chimiche e collaudo di armamenti, esercitazioni delle truppe Nato e extra Nato, qualcosa si sta muovendo.

 

quirra_2Dopo anni di tentativi di insabbiare la verità ora l’indagine del procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi potrebbe far crollare il muro di gomma che avvolge la “sindrome di Quirra”. Per ora, la settimana scorsa, Fiordalisi ha chiuso le indagini sul presunto disastro ambientale a Quirra e sui casi sospetti di tumore e di malformazioni tra gli animali nell’area del poligono interforze di Perdasdefogu e inviato sei avvisi di garanzia a tre militari, i generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti e Roberto Quattrociocchi, che comandarono il poligono tra il 2004 e il 2010, due tecnici, i chimici Gilberto Nobile ed Elisabetta Fasciani, e un docente universitario, professor Francesco Riccobono, dell’Università di Siena, tutti accusati di disastro ambientale. Il professor Riccobono e i due chimici nel 2004 eseguirono un monitoraggio ambientale nella zona del poligono su incarico del ministero della Difesa. Gli indagati hanno venti giorni per produrre memorie difensive e cercare di ribaltare le accuse. Entro la fine di novembre il procuratore dovrebbe chiederne il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione. Stralciata dalle indagini la parte che vedeva come ipotesi di reato l’omicidio colposo plurimo, per le morti per tumore di allevatori e abitanti della zona. Per la chiusura di questo seconda parte d’inchiesta sarà probabilmente necessario attendere la primavera.

Il gioiello della Corona

Ma andiamo per gradi. Quirra, un manipolo di case rurali sparse in una vallata di greggi al pascolo, vigneti, orti, aranceti, che sorge tra un aspro altopiano di incontaminata bellezza e una spiaggia. Qui, su un’area interamente demaniale di 14mila ettari, sorge il Salto di Quirra, centro missilistico sperimentale utilizzato per l’addestramento delle forze armate italiane, costituito nel 1956, gestito dall’Aeronautica e messo a disposizione della Nato. Il Poligono missilistico Interforze Salto di Quirra si trova lungo la strada che costeggia la parte Orientale dell’Isola. Un’area circondata da filo spinato, costellata da radar, costituita dal poligono delimitato a mare da Capo San Lorenzo e da Perdasdefogu sull’altopiano, una zona dove le esplosioni fanno tremare la terra. Qui si trova quello che viene definito dalle alte sfere militari “il gioiello della Corona”, un luogo in cui le società private che costruiscono armi vengono a testare i loro prodotti. Si parla di clienti abituali come Oerlikon-Contraves, Aerospatiale, Finmeccanica, Alenia, Oto Melara, Iveco, che affittano lo spazio quotidianamente e per una media di dieci-quindici giorni per le loro sperimentazioni. Un mare di soldi sonanti che va dritto dritto nelle casse del ministero della Difesa, niente staziona in Sardegna. A Quirra si muore di tumori e leucemie con percentuali non tanto da scenario di guerra, ma da campo di sterminio, secondo l’associazione “Gettiamo le basi”. La responsabile Mariella Cao, paladina e pasionaria della protesta, che ormai va avanti da un decennio, punta il dito contro le ricerche scientifiche, spreco di denaro pubblico e semplice palliativo per prendere tempo e continuare a insabbiare la verità. Quella del ministero della Difesa è durata tre anni, dal dicembre del 2007 al giugno 2011, sono stati spesi 2,5 milioni di euro.

Ventotto militari morti di tumore e trentaquattro bambini gravemente ammalati

 

quirra_4Dal 2001 quando il sindaco e il medico di base di Villaputzu hanno denunciato la vicenda si continua a tentare di negare l’esistenza di una pattumiera chimica che ha portato solo morte e distruzione nella zona. Mariella Cao snocciola i dati: ventotto militari morti per tumore dopo aver prestato servizio nel Poligono interforze del Salto di Quirra, tra le province di Cagliari e dell’Ogliastra, venti bambini colpiti da leucemia e 14 da malattie del sistema immunitario nei Comuni di Villaputzu e Perdasdefogu (Cagliari). I dati ufficiali, del 2003, parlano di 14 morti a Villaputzu su una popolazione di 150 abitanti, mentre a Escalaplano si registrano malformazioni su pecore e bambini concentrate in anni precisi: entrambi, animali e bebé, nascevano con la linea alba non saldata, come fossero sviscerati. Agnelli nati deformi, con gli occhi sulla nuca, senza occhi, con due teste, con sei zampe. Il 65 per cento dei pastori ammalati di cancro, leucemia o linfomi. Il comitato “Gettiamo le basi” da sempre chiede la sospensione dell’attività del poligono e la bonifica del territorio avvelenato. Secondo il comitato nei proiettili utilizzati nel poligono è contenuto uranio impoverito, cosa sempre smentita dal ministero della Difesa. Le nanoparticelle di metalli pesanti presenti nel territorio possono essere causate soltanto da esplosioni a temperature elevatissime, raggiungibili solo con l’utilizzo di proiettili arricchiti. In zona le chiamano “polveri di guerra”. E le vittime sono vittime di guerre simulate.

 Il 65% degli allevatori e 15 mila animali in pericolo di vita

quirra_5Per tanto tempo, nonostante le denunce della popolazione, delle associazioni e della stampa, la situazione è stata tenuta sotto controllo. Ma il bubbone è scoppiato nel gennaio 2011 quando sono trapelati i dati dell’indagine dei due veterinari dell’Asl, Giorgio Mellis e Sandro Lorrai, che documenta come il 65 per cento degli allevatori che lavora intorno al Poligono di Quirra-Perdasdefogu si è ammalato di tumore e che molti animali in questi anni sono nati con gravi malformazioni. Il rapporto preparato dai due veterinari della Asl di Cagliari e Lanusei, nell’ambito di un piano di monitoraggio ambientale voluto dal Ministero della Difesa, apre scenari inquietanti. Il dossier conferma che, in una zona precisa intorno al poligono a mare, ci sono alte incidenze di tumori tra i pastori e animali nati deformi negli ovili della zona. Un dossier che ha scatenato il putiferio e la reazione immediata del ministero che ha risposto con un rapporto sul Poligono interforze del Salto di Quirra, dal titolo “Descrizione sintetica problematiche epidemiologico – ambientali e compendio di norme di linguaggio sull’argomento”, un piccolo fascicolo pubblicato allo scopo di smentire il lavoro dei due veterinari dell’Asl. Un tentativo di insabbiare ancora una volta il tutto che ha trovato sponda tra le autorità militari e civili, sindaci, Regione, parlamentari, ministri, Asl, sindacati, che sulla questione hanno sempre tenuto gran riserbo.

Milan per 1187 volte

Ora l’indagine di Fiordalisi ha scoperchiato qualcosa che scotta e tanto. I militari secondo l’accusa, nei diversi periodi di competenza, dal 2004 al 2010 «avrebbero cagionato un persistente e grave disastro ambientale con pericolo per la salute di circa 15mila animali da allevamento, e per la pubblica incolumità dei pastori, del personale civile e militare della base e dei cittadini frequentanti il poligono e i centri abitati ad esso vicini» e non avrebbero interdetto «l’area demaniale militare alla popolazione locale, nonostante varie ditte avessero sperimentato nuovi materiali e armamenti, senza certificare in modo analitico il tipo di materiale utilizzato, e non impedivano la presenza di una sessantina di pastori, molti dei quali privi delle concessioni comunali, e di circa 15 mila animali da allevamento, omettendo di bonificare e mettere in sicurezza le aree demaniali militari sulle quali vi erano numerosi rifiuti militari pericolosi, e di adottare le più elementari precauzioni nonostante i continui brillamenti in zona Torri, l’esplosione dal 1986 al 2003 di 1187 missili “Milan”». Il docente Francesco Riccobono è indagato per concorso in disastro ambientale: avrebbe «omesso dolosamente di esprimere le sue valutazioni nella relazione del 2004 sulla riscontrata presenza di anomaleconcentrazioni di torio radioattivo non naturale in varie parti del poligono». Il docente è indagato anche per aver «omesso dolosamente di evidenziare l’inutilità di una ricerca dell’uranio impoverito nel nudo terreno lavato dalle piogge, stante la notoria solubità dell’uranio impoverito» nella ricerca commissionata dal ministero della Difesa. Intanto due giorni prima della chiusura delle indagini, l’ennesima rilevazione commissionata dalla Regione Sardegna effettuata sulla catena alimentare in un vasto territorio intorno al Poligono di Quirra, tra maggio e agosto di quest’anno, si è chiusa con un buco nell’acqua. Le indagini hanno attestato l’assenza di metalli pesanti negli alimenti, mentre per altri elementi presi in considerazione non vengono superati i limiti di legge. Le verifiche delle Asl di Cagliari e Lanusei e dell’Istituto Zooprofilattico sono state effettuate in 89 allevamenti.

 
In Allegato:

Quirra002, rapporto del ministero della Difesa: “Descrizione sintetica problematiche epidemiologico -ambientali e compendio di norme di linguaggio sull’argomento”

Risultati preliminari dei Piani di monitoraggio sugli inquinanti ambientali nell’area del Poligono interforze del Salto di Quirra, predisposta dall’Istituto zooprofilattico della Sardegna (Izs)

Ministero della Difesa Poligono interforze del Salto di Quirra
Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna

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