Non solo emergenza, disservizi e illegalità. La gestione dei rifiuti in Campania è fatta anche di eccellenze e di raccolta differenziata efficiente e ben organizzata. La conferma arriva da Legambiente, che anche quest’anno ha attribuito, nel corso di una cerimonia al Castel dell’Ovo di Napoli, il titolo di “Comune Riciclone” alle città e ai paesi campani più virtuosi.

 

Il riconoscimento viene assegnato annualmente dall’associazione ambientalista ai piccoli e grandi comuni italiani che dimostrano di aver raggiunto, nel corso dell’anno precedente, almeno gli standard in materia di gestione del ciclo dei rifiuti previsti dalla normativa di settore. Nel corso dell’edizione 2011 (la settima dalla nascita della campagna, ndr), in Campania sono stati premiati 154 Comuni che hanno ottenuto, nel 2010, percentuali di raccolta differenziata superiori al 50%. «I dati utilizzati per stilare le classifiche e definire le statistiche – si legge nel dossier pubblicato da Legambiente – sono stati estratti direttamente dai Mud (Modello unico di dichiarazione ambientale, un adempimento burocratico obbligatorio previsto dalla normativa) o forniti dai comuni in formato xml, analogamente alle comunicazioni mensili che essi inviano agli organi di controllo».

 

 

Il primato della provincia di Salerno
In base ai dati raccolti dall’associazione ambientalista, il primato di provincia più virtuosa spetta, come negli anni precedenti, a Salerno, con ben otto località nella top ten del Comuni Ricicloni della Campania. Sono salernitane, in particolare, le prime tre cittadine finite sul podio: Giffoni Sei Casali, Atena Lucana e Roccagloriosa, prime a pari merito con una percentuale di raccolta differenziata record del 90%. Uniche eccezioni, nel trionfo generale dell’area cilentana, Arienzo, in provincia di Caserta, e Circello, nel beneventano, classificatesi rispettivamente in terza e in sesta posizione. Anche nelle graduatorie parziali, organizzate in base alla dimensione dei comuni, la provincia di Salerno la fa da padrona: Fisciano si aggiudica il primo posto nella classifica delle città tra 10mila e 20mila abitanti, con una differenziata superiore al 73%, Nocera Superiore (68%) in quella dei comuni fino a 50mila abitanti e Cava de’ Tirreni (66% di raccolta differenziata) nella sezione delle città più grandi ma non capoluogo.

 

Napoli ci prova
Il territorio salernitano, insomma, ha ancora una marcia in più, ma rispetto agli anni precedenti sembra esserci un tentativo di riscatto più convinto da parte delle altre province. A cominciare da quella di Napoli che, se non brilla nella graduatoria complessiva, ottiene dei piazzamenti significativi nelle classifiche parziali. Massa Lubrense, ad esempio, supera il 65% di separazione dei rifiuti e ottiene il quarto posto nella sezione “Comuni tra i 10mila e i 20mila abitanti”. Va ancora meglio a Portici (più di 50mila abitanti), che sfiorando il 63% di differenziata si colloca il seconda posizione nella sua categoria. Qualcosa, insomma, si muove, anche se la regione è ancora molto lontana dagli standard di legge in materia di raccolta dei rifiuti. «L’obiettivo di raggiungere il 40% di raccolta differenziata entro il 2010 ormai è svanito, figuriamoci il 50% entro il 31 dicembre 2011 – scrive Legambiente – Bisogna assolutamente costruire impianti aerobici ed anaerobici, già programmati, per intercettare la frazione di umido raccolta e da raccogliere». Uno dei nodi principali, insomma, è ancora il trattamento dell’organico, per il quale in regione mancano le infrastrutture necessarie.

 

La zavorra dei capoluoghi
Per adesso, infatti, la Campania non va oltre un 20% complessivo di raccolta differenziata, almeno secondo i dati pubblicati qualche settimana fa da Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e Conai (Consorzio nazionale imballaggi) nell’ambito delle attività del loro Osservatorio degli enti locali sui sistemi di raccolta differenziata in Italia (vedi allegato). La sfida per la gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti, insomma, è ancora tutta da vincere. Un ruolo fondamentale sarà quello dei capoluoghi di provincia, ancora molto in ritardo nell’implementazione di un sistema efficiente e sostenibile di raccolta differenziata. Principale eccezione, manco a dirlo, la città di Salerno, che con con il 69,82% di rifiuti raccolti in modo differenziato ha ottenuto il primo posto nella classifica dei Comuni Ricicloni dedicata ai capoluoghi. Fa altrettanto bene, a dire il vero, anche Avellino, che nel 2010 ha ottenuto il 67,36% di differenziata, ma nel resto della regione la situazione è ancora grave: terza Benevento con il 31,39%, mentre Napoli resta ferma a un meno che mediocre 17,58%. Caserta, addirittura, ottiene un “non classificato” nella graduatoria di Legambiente. La situazione di Napoli, in particolare, sarà decisiva per le sorti dell’intero ciclo regionale dei rifiuti, dal momento che è proprio nel capoluogo che si concentra la maggioranza della popolazione e la più alta produzione di rifiuti. La città dovrà proseguire con decisione nel faticoso cammino avviato in direzione della differenziata domiciliare, non tralasciando la questione irrisolta degli impianti. E senza dimenticare, come osserva la stessa Legambiente, il problema gravissimo dello «smaltimento illecito dei rifiuti tossici e nocivi e la bonifica non procrastinabile di ampi territori della nostra regione».

Dossier Legambiente Comuni Ricicloni Campania 2011
Banca 2010 Dati Anci-Conai sulla raccolta differenziata

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