Dal maglioncino di cachemire allo yacht. Il business della compravendita dell’usato si allarga anche ai beni considerati di prestigio.

La crisi economica di fatto avrebbe spinto gli italiani a considerare il valore di determinati articoli più sulla base della funzione svolta che per la valenza in termini di status sociale.
Il fenomeno rivela non solo come si siano trasformate le abitudini d’acquisto, ma come gli Italiani abbiano fatto,  come si suol dire, di necessità virtù. 
Piuttosto che rinunciare a determinati consumi, meglio trovare vie alternative che consentano di mantenere invariato lo stile di vita.
A confermare questa tendenza vi è  un rapporto pubblicato circa sei mesi fa dall’Osservatorio Findomestic che ha rilevato una trasformazione dell’atteggiamento dei consumatori nei confronti dell’usato nel corso degli ultimi cinque anni.
Per quanto riguarda i beni durevoli, nel primo semestre del 2013, il 48% degli italiani ha dichiarato di aver fatto ricorso all’usato o di essere sul punto di farlo. Non solo per comprare auto e moto, ma anche computer, abbigliamento, cellulari, dischi e giocattoli. Il 41% degli intervistati ha inoltre dichiarato che intende incrementare il ricorso a questo canale d’acquisto.

A preferire l’usato sono soprattutto i giovani: più della metà (il 52%) degli intervistati inclusi nella fascia di età tra i 18 ai 34 anni intende comprare più usato in futuro. I più diffidenti sono gli intervistati tra i 45 e i 64 anni: di questi solo il 38% è propenso ad acquistare usato, mentre il 13% ha detto che non lo farebbe mai.

Ad aver fiutato  ormai da tempo la tendenza sono le catene di franchising specializzate nel business del conto vendita, Mercatopoli e il Mercatino.
Mercatopoli è un marchio di proprietà di Leotron, una società che opera esclusivamente con gli imprenditori del mercato second hand, principalmente come franchisor.
L’azienda, nata nel 1988 come software house, è oggi presente su tutto il territorio nazionale con 100 punti vendita. Il know how tecnologico è l’elemento che caratterizza la società rispetto agli altri competitor. All’atto della registrazione viene rilasciata una card che consente di monitorare l’andamento delle proprie vendite anche online, con avvisi regolari sui rimborsi o sui prodotti in scadenza. Da Mercatopoli, infatti, la merce rimane esposta al prezzo concordato con il venditore per 60 giorni e successivamente vengono applicati gli sconti a seconda del valore iniziale, come concordato sul mandato di vendita (a eccezione dell’abbigliamento, che rimane esposto per 60 giorni senza alcuno sconto).
A contendere il mercato dei  beni usati in Italia è la società il Mercatino, società a responsabilità limitata con sede a Verona. A fine 2012 contava circa 200 negozi, 72 milioni di giro di affari, 123.000 metri quadri  espositivi , 1.870 persone dedicate.

Dalla pentola all’aereo
Ad aver intercettato la domanda nei confronti dei beni di seconda mano, tuttavia, non sono solo le società che si occupano di conto vendita ma anche quei soggetti che per conto di banche e di società finanziarie gestiscono la vendita di beni usati derivanti da crediti e leasing problematici.
Nel mese di dicembre è stata ufficialmente lanciata “Markagain”, la prima piattaforma italiana di questo tipo gestita da Cerved Credit Management, società  che capitalizza oltre 10 miliardi di euro di crediti e beni problematici in gestione.
Già nel 2012, la società, allora chiamata Jupiter, aveva lanciato Second Life Top Yachts, diventato nel giro di breve un punto di riferimento in Europa per la rivendita di imbarcazioni usate.
Sulla base di quell’esperienza, Cerved ha quindi lanciato  Markagain che di fatto costituisce un’estensione di quel modello di servizio. Le aree di presidio della società sono attualmente yachts, auto di lusso, immobili di prestigio e altri beni speciali tra cui ad esempio aerei privati.
L’80% dei beni venduti coinvolge attualmente clienti esteri principalmente provenienti da Asia, America e Medio Oriente.

Dall’usato al nuovo e ritorno
A puntare sul mercato dell’usato tuttavia non sarebbero solo gli italiani o gli immigrati residenti nel nostro paese ed economicamente più in difficoltà,  ma anche tutti quei cittadini particolarmente sensibili non solo al portafoglio ma anche all’impatto ambientale dei consumi.
Crisi economica a parte, insomma, secondo alcuni osservatori del fenomeno a sostenere il futuro di questo mercato potrebbe essere una maggiore consapevolezza degli italiani sulla necessità di adottare uno stile di vita socialmente responsabile in grado di ridurre la quantità di rifiuti prodotti quotidianamente.
C’è chi invece, in netta controtendenza, nel corso degli ultimi dieci anni ha ampliato il proprio business, nato nell’ambito dell’usato, anche al nuovo. E’ il caso di eBay, nato come sito di aste per vendere oggetti usati e poi aperto anche alla vendita di articoli nuovi da parte di rivenditori professionali.
In pratica, abbandonate le vesti di “mercatino delle pulci”, il portale si sarebbe trasformato in un vero e proprio centro commerciale online dove circa il 75% dei prodotti venduti è nuovo .

Pur continuando ad offrire prodotti usati attraverso il sistema delle aste tra privati, eBay sembrerebbe essere sul punto di  aprire un sito dedicato esclusivamente alla vendita diretta con il consumatore. Secondo le indiscrezioni, non confermate né smentite ufficialmente, questo nuovo portale dovrebbe chiamarsi The Plaza. Grazie a questa operazione, il cui lancio potrebbe avvenire in primavera, i prodotti venduti attraverso The Plaza non correrebbero il rischio di vedersi associata l’immagine di oggetti usati storicamente abbinato al brand eBay.

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