E’ necessario “ricomporre i conflitti in corso nella mia regione per poter avere un Unione del Maghreb e un Mediterraneo unito e prospero”. E’ quanto ha spiegato il giornalista marocchino, Bekkar Dlimi, al Festival giornalisti del Mediterraneo a Otranto.

“Abbiamo partecipato a questo festival e il tema riguarda le ragioni che ostacolano la creazione dell’Unione del maghreb arabo – ha spiegato l’intellettuale marocchino – ai giornalisti e al pubblico presente abbiamo raccontato che bisogna superare gli ostacoli che impediscono l’integrazione dei paesi nord africani con gli altri paesi del Mediterraneo e che i piani del passato contrastano con le nuove prospettive e quindi gli scontri che aumentano nella regione e le tensioni fanno si che aumentino anche le sfide che ci troviamo davanti come il terrorismo nella zona del Sahel e del Sahara, il contrabbando di armi, l’immigrazione e il commercio di esseri umani”. Diventa quindi necessario trovare “una soluzione come per la questione del Sahara che è considerata come la più importante delle questioni che impediscono qualsiasi integrazione dei paesi del maghreb e il fatto che continui porta a una mancanza di sicurezza nella regione”. Nel corso del festival “è stato riconosciuto il Marocco come un modello per i paesi della parte sud del Mediterraneo per il suo sviluppo che è legato alla stabilità del paese e c’è un piano strategico di rafforzare la cooperazione nel campo della sicurezza tra i paesi del Mediterraneo e in generale il festival è stata un occasione per i giornalisti delle due sponde per scambiarsi le idee sulla necessità di scambio di informazioni giornalistiche e per trovare una soluzione per queste sfide”. La presenza di una tenda e di una delegazione marocchina a Otranto “è stata utile per spiegare quali sono i progetti più importanti a livello di sviluppo nel settore agricolo e infrastrutturale delle regioni del sud. Con me ci sono i rappresentanti delle regioni del sud con una serie di libri che spiegano i progetti di sviluppo ma anche la cultura e la tradizione che hanno riscontrato successo tra il pubblico in quanto la nostra tenda è stata una porta della cultura marocchina e in particolare del sud del Marocco in Italia”.

Grazie al Festival di Otranto è emerso anche che il Marocco è in prima linea per risolvere il problema dell’emigrazione verso l’Europa che transita nel suo paese “e sono migliaia i migranti sub-sahariani che alla fine scelgono di rimanere in particolare nelle regioni del sud”. E’ quanto ha spiegato Shibata Mrabih Rabou, direttore del Centro ricerche sviluppo e diritti umani di Laayoun, che partecipa in questi giorni al Festival giornalisti del Mediterraneo in corso a Otranto. “Gli organizzatori di questo evento hanno scelto un tema per ricreare un tessuto tra i paesi del Mediterraneo e come membro di una Ong del Marocco ritengo che non si possa creare un nuovo tessuto senza evitare gli errori del passato e superare i problemi che hanno impedito l’unione del Maghreb arabo”. Le relazioni tra i paesi del Mediterraneo “sono deboli e in particolare a causa dei paesi del Maghreb perchè tra questi paesi ci sono dei problemi: il primo legato all’immigrazione; il secondo alla sicurezza e il terzo legato alla questione del Sahara”. Sull’immigrazione “troviamo che la regione del sud del Marocco è considerata l’unica zona sicura in quanto i suoi confini sono chiusi mentre quelli degli altri paesi vicini sono aperti al movimento dei migranti e quindi noi garantiamo la sicurezza nella regione. La politica del Marocco di decentralizzazione ha fatto si che a Laayoun ci sono 1800 migranti che invece di proseguire il viaggio verso l’Europa sono rimasti nella regione. Inoltre c’è una iniziativa dell’osservatorio africano di sviluppo delle migrazioni annunciato all’ultimo vertice africano a Nouakchott con sede a Rabat che è senza precedenti”. Sulla sicurezza “i problemi sono legati alla presenza dei gruppi terroristici come al Qaeda o lo Stato islamico e i motivi sono i confini semi aperti nel sud della Libia e dell’Algeria con Mali e Niger. Infine ii paesi della regione devono rivedere il loro modo di considerare la questione del Sahara e riprendere la proposta del 2007 di autonomia regionale proveniente dai rappresentanti eletti della regione e ci sono molti esempi positivi simili a cui essa si ispira come quella dell’autonomia regionale di Trento. Questa iniziativa trova l’accordo di tutti gli abitanti del sud e per questo è necessario sostenere queste iniziative per avere un Maghreb forte e unito e un mediterraneo integrato”.

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