Lasciamoci così, con un po’ di rancore. Avvocati ed esecutivo (uscente? Al momento di chiudere questa edizione sono date per certe le dimissioni del premier e un nuovo esecutivo guidato da Mario Monti) si sono salutati con un pizzico di amarezza, responsabile l’ultimo provvedimento, la legge in materia di stabilità.
Se tutto il resto del provvedimento non piace molto (vedi il testo approvato dal Senato tra i documenti allegati), la parte riguardante la giustizia ha scatenato le reazioni degli avvocati che parlano di giustizia negata.

 

Il voto del Senato
Nello stesso giorno in cui Palazzo Madama ha rivolto il primo saluto al neo senatore a vita Mario Monti, l’aula ha dato il via libera al ddl sulla Stabilità. 156 voti a favore, 12 contrari e un astenuto; Pd e Terzo polo sono rimasti in aula ma non hanno partecipato al voto. In estrema sintesi il testo che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012, contiene misure sulle pensioni, le dismissioni immobiliari, la mobilità per gli statali, la stretta sul debito di Regioi ed enti locali, le liberalizzazioni dei servizi locali e lo stop delle tariffe minime dei professionisti.

Quello che non piace
La senatrice Poli-Bortone, un tempo esponente di An, oggi nell’area Io Sud, ha chiesto un chiarimento sull’evasione delle grandi aziende petrolifere: «per quale motivo – ha detto in aula – bisogna chiedere tanti sacrifici agli italiani, mentre poi non si interviene là dove l’evasione è assolutamente palese?» la senatrice purtroppo non ha ricevuto risposta.
E mentre da un lato si approvava un patto di stabilità da lacrime e sangue dall’altro nel bilancio dello Stato venivano reinseriti fondi per deputati e senatori in base alle esigenze del collegio elettorale secondo una disposizione del 2004 (Governo Berlusconi) cancellata dal governo Prodi e poi ripristinata nel 2008 (di nuovo esecutivo Berlusconi). Nelle disposizioni del bilancio sono così arrivati fondi da spendere per microinterventi locali, un regalo agli onorevoli che, ci auguriamo, sia l’ultimo.

Avvocati in protesta, finito un idillio
Gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro il 1° gennaio 2013. Ma le disposizioni contenute dal Ddl Stabilità incassano le critiche soprattutto del Consiglio nazionale forense che parla di ostacolo all’accesso della giustizia da parte dei cittadini. L’aumento del contributo unificato, secondo il presidente Guido Alpa, è una mina anti-civiltà insieme alla multa fino a 10 mila euro in caso di rigetto della istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza di primo grado. Peggio ancora va per la previsione in materia di società tra professionisti dove sono confermati i soci di capitale che possono essere di maggioranza: «Il libero professionista – dice Alpa – perderà così autonomia e indipendenza dalla forza del grande capitale e il cittadino non avrà più tutela nei confronti dei detentori di tale capitale».
Ne è passato di tempo dunque rispetto al Congresso nazionale di Bologna (novembre 2008) quando l’allora Guardasigilli Alfano incassò gli applausi del mondo forense per le promesse di riforme in nome dell’avvocatura e non più sotto dettatura della magistratura. Così come di tempo ne è passato dalla standing ovation che il Guardasigilli incassò a Roma per la Conferenza organizzata dall’Organismo unitario dell’avvocatura nel 2009. Già il congresso nazionale di Genova nel 2010 iniziò a segnare qualche crepa tra esecutivo e mondo forense (con la riforma approvata in tutta fretta dal Senato in prima lettura il giorno prima dell’inizio dell’appuntamento).
Oggi il presidente dell’Oua, Maurizio De Tilla per convocare la VI conferenza che si terrà a Roma il 25 e 25 novembre parla di avvocati stremati, di manovre economiche e decreto sviluppo che si accaniscono contro i professionisti italiani propugnando liberalizzazioni che non hanno nulla a che vedere con il debito nazionale e con il deficit. Il Consiglio nazionale forense ha invece convocato tutta l’avvocatura sabato 12 novembre presso l’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari a via di Campo Marzio a Roma
Con l’approvazione delle norme per la stabilità, il Cnf adesso denuncia costi in aumento del 1000% (e non ci sono 0 in più per sbaglio). Il comunicato del 9 novembre scorso parla di cittadini senza giustizia dopo gli ultimi due anni di leggi, si specifica poi che per arrivare ad una sentenza è ormai una corsa ad ostacoli per di più costosissima mentre l’avvocatura è ormai sradicata dai suoi principi cardine di autonomia e indipendenza.
Ora gli occhi sono tutti puntati sul governo tecnico e sui provvedimenti che Monti vorrà mettere in atto per rilanciare il Paese che, in un ottica europea, potrebbe significare altre liberalizzazioni in arrivo.

Il servizio studi del Senato
Un ultima riflessione. Nel dossier preparato dal Servizio studi del Senato riguardo gli emendamenti presentati da governo e relatore, per quanto riguarda le disposizioni in materia di riforma degli ordini professionali e società tra professionisti, si legge testualmente: «l’ammissibilità, sotto il profilo costituzionale, del ricorso ai regolamenti di delegificazione è subordinata al fatto che gli stessi intervengono in materia non coperta da riserva assoluta di legge. In questa prospettiva, con specifico riferimento alla materia disciplinare, va inoltre ricordato che come chiarito dalla giurisprudenza costituzionale, per gli ordinamenti professionali anteriori all’entrata in vigore della Costituzione la relativa funzione esercitata a livello centrale normalmente dai Consiglio nazionali ha conservato carattere giurisdizionale». Tale natura giuridica, dice il dossier, è comune a tutti i Consigli nazionali che hanno ordinato in enti autonomi alcune professioni (decreto luogotenenziale 382/1944). Per le decisioni dei Consigli in materia disciplinare e iscrizione all’albo è previsto il ricorso per Cassazione, mentre per gli ordinamenti professionali posteriori alla Costituzione non è stato possibile adottare la stessa disciplina per il divieto dell’articolo 102 della Costituzione, prevedendo quindi l’impugnazione con ordinario processo civile. Oggi quindi, sottolinea lo studio, ci sono due diversi tipi di procedimenti: nel caso in cui il legislatore decida di optare per la revisione e la conservazione delle giurisdizioni speciali, la sopravvivenza delle stesse, dice il servizio studi del Senato, è comunque subordinata alla condizione che la relativa disciplina non contrasti con i canoni costituzionali.
Per quanto riguarda poi le modifiche al Codice di procedura civile per l’accelerazione del contenzioso civile pendente in grado di appello, il servizio studi ricorda che per quanto riguarda l’introduzione nell’articolo 352 del rinvio all’articolo 281 sexies, la disposizione è applicabile in primo grado solo nel procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica, quindi non sarà applicabile davanti al tribunale in composizione collegiale in primo grado ma lo sarà nei correlati giudizi di appello.
Ma non vale la pena di ripetere per l’ennesima volta che le norme scritte in fretta vengono fuori confuse e contraddittorie.

Dossier Legge di Stabilità 2012
Dossier_Senato_testo_a_fronte1.pdf
Ddl_Stabilit_Senato.doc

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