La nuova frontiera del Jihad sono i cosiddetti “passaporti per il paradiso”. I ribelli siriani hanno denunciato di aver catturato dei pasdaran iraniani che avevano con loro non solo i documenti forniti dalle autorità di Teheran, ma anche un passaporto firmato dall’Ayatollah Ali Khamenei “necessario per l’ingresso in paradiso”.

Sarebbe questa infatti l’ultima trovata del clero sciita iraniano per spingere sempre più giovani del proprio paese ad andare in Siria e combattere una guerra in sostegno al regime di Bashar al Assad.

La denuncia, contenuta in un video, viene direttamente dai ribelli della città di al Raqqah, per lo più salafiti jihadisti, i quali hanno diffuso un filmato nel quale si vede un documento di viaggio trovato addosso ad un combattente iraniano che militava nelle fila delle truppe leali al regime del presidente Assad: il documento, di colore verde, è identico ai passaporti distribuiti dall’ayatollah Khomeyni, fondatore della Repubblica Islamica iraniana, ai combattenti aspiranti suicidi durante la guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta durata 8 anni.

I pasdaran iraniani, così come i miliziani libanesi Hezbollah, non nascondono di essere in campo in Siria per combattere contro i ribelli dei gruppi sunniti dell’opposizione, tra cui il Fronte di Salvezza considerato vicino ad al Qaeda. Dalla loro hanno una legittimazione religiosa che viene direttamente dal clero sciita di Qom e che si concretizza con l’avere un “passaporto per il paradiso”. Così come mostra il ribelle siriano nel video
diffuso su Youtube l’8 aprile scorso, si tratta di un documento di viaggio di colore verde con i simboli della repubblica islamica iraniana che però è posseduto solo dal combattente che intraprende il jihad e che quindi cercando il martirio meriterebbe il paradiso. Come spiega infatti nel filmato il capo del gruppo islamico Ahrar al Sham, che controlla la ricca zona petrolifera siriana di al Raqqa, Abu Yasin, “questo è un passaporto trovato indosso ad un pasdaran iraniano catturato dai nostri uomini durante uno scontro a fuoco in zona. Una volta perquisiti i prigionieri, i nostri uomini hanno trovato questi documenti. Si tratta di passaporti dati ai combattenti sciiti e alawiti per convincerli della giustezza della loro causa”.

Il combattente salafita ha precisato che “questo che vi mostro è un passaporto per il paradiso fatto in Iran e assomiglia a quelli dati da Khomeini ai soldati iraniani che combattevano contro quelli iracheni negli anni ottanta”. Nel corso della guerra tra Iran e Iraq infatti l’Ayatollah voleva in questo modo incitare i suoi uomini a difendere il paese dall’aggressione delle truppe di Saddam Hussein. In precedenza altri membri del clero sciita iraniano avevano emanato fatwa per invitare i giovani a difendere i luoghi sacri dello sciismo in Siria e il regime di Assad. Questo ha permesso anche l’arrivo di centinaia di combattenti del gruppo Hezbollah in Siria dal vicino Libano.

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