E’ il mercato Halal, quello dei prodotti leciti per i musulmani, il vero protagonista del Thaifex-World of Food Asia 2013, salone internazionale dedicato agli alimentari, alle bevande, ai servizi legati al catering, alla ospitalità, alla tecnologia alimentare, senza tralasciare retail e franchising.

Un quinto dei 55 mila metri quadri dell’Impact center di Bangkok dove si è tenuta la fiera, dal 22 al 26 maggio, contiene infatti espositori provenienti da tutto il mondo che offrono prodotti Halal 1alimentari Halal. Quest’ultima è una parola araba ormai entrata anche da noi nell’uso corrente ed identifica tutto ciò che è lecito per i musulmani.

Nell’uso comune Halal ha finito tuttavia per indicare soprattutto l’insieme di norme e prescrizioni alimentari tipiche della religione islamica che debbono essere seguite dai musulmani. Non si parla solo dell’insieme di cibi o bevande il cui uso è concesso, considerato il diverso modo dei musulmani di macellare la carne e la prescrizione coranica che vieta la carne di maiale o l’alcool, ma riguarda anche i processi di ottenimento e lavorazione, di preparazione e di cottura. La dimensione Halal investe inoltre anche il campo etico perché l’alimento non solo deve essere lecito ma anche puro e sano. Anche molti non musulmani comprano prodotti Halal per il proprio elevato standard qualitativo e la garanzia che viene dal controllo di tutta la filiera.

Si tratta di un appuntamento importante però non solo per le aziende dei paesi islamici, ma anche per quelle occidentali che vogliono espandere la loro presenza nei mercati asiatici. Quest’anno sono stati più di 3100 gli espositori provenienti da paesi dell’Asia orientale, dell’Europa e degli Stati Uniti e si sono contati più di 90 mila visitatori internazionali. Il ministero del Commercio di Bangkok ha infatti investito molto in questo evento puntando a far diventare la Thailandia come un Hub della produzione alimentare in Asia.

Halal 2Ha spiegato infatti il direttore generale del Dipartimento della promozione del commercio internazionale del ministero del Commercio tailandese, Sirat Rastapana, a Golem che “il cibo è certamente uno dei temi più importanti per l’esportazione dei nostri prodotti che genera un fatturato di 20 miliardi di dollari all’anno. Solo nel primo quadrimestre di quest’anno abbiamo esportato prodotti alimentari per 4,4 miliardi di dollari con un incremento del 3,6 per cento rispetto allo scorso anno. Molte nuove misure in campo economico prese in Thailandia stanno ottenendo i loro effetti solo ora e considerato i cambiamenti economici in corso in Giappone, lo sviluppo della Cina e dell’Asia in genere riteniamo che l’export alimentare del nostro paese crescerà sempre di più”.

Sono 35 i paesi che partecipano a questa fiera internazionale dell’alimentazione: Cina, Vietnam, Filippine, Giappone, Taiwan, Malesia, Singapore, Corea del Sud, Brunei, Brasile, Turchia, Thailandia e infine anche l’Italia. Dopo i prodotti Halal quelli Made in Italy sono stati i più richiesti alla fiera di Bangkok.

Grazie all’impegno del ministero dello Sviluppo, di Fiere di Parma e Federalimentare è stato realizzato quest’anno il progetto di dare vita ad un grande padiglione italiano al Thaifex. Per le aziende italiane, circa 80 Halal 3presenti, si è trattata di una grande vetrina per il food & beverage nel mercato del Sud-Est asiatico (area ASEAN): Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania e Cambogia, considerati Paesi che da sempre prestano grande attenzione al Made in Italy a tavola.

In quest’ambito è stato presentato dalla delegazione del Ministero dello Sviluppo Economico italiano a Bangkok la realizzazione di un progetto di diffusione della certificazione kosher, Halal e bio, come leva innovativa di promozione del prodotto agroalimentare Made in Italy. Scopo del progetto è aiutare le nostre imprese a esportare su quei mercati che richiedono certificazioni corrispondenti a dettami religiosi di circa due miliardi di persone, a cui si aggiungono tutti i consumatori sensibili alla tematica dell’alimento bio e, in generale, dell’alimento di qualità. In Italia infatti si terranno in alcune città italiane, dei seminari informativi su tali certificazioni oltre alle missioni mirate condotte in alcuni paesi esteri. La Direzione Generale per Halal 4l’Internazionalizzazione delle Imprese e la Promozione degli Scambi ha già avviato le attività che, in una prima fase, in collaborazione con Confagricoltura, saranno mirate al mercato di Israele e Territori Palestinesi, per promuovere le certificazioni kosher e Halal. In una seconda fase il progetto sarà poi esteso anche alla promozione della certificazione bio e rivolto verso un elevato numero di mercati esteri tra cui Stati Uniti, Canada,Giappone, Malesia, Singapore, EAU- Paesi del Golfo, Russia e Turchia .

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