Mai come in questi tempi lo stato di diritto è affievolito e percepito “sbiadito” dai cittadini italiani. La saga delle fiction mafiose prosegue in Italia (si veda da ultimo Gomorra di Sky) e la fantasia pulp degli sceneggiatori è molto vicino alla realtà. L’illegalità e il malaffare convivono con pezzi sempre più larghi dello Stato.
Ormai anche pezzi della magistratura (vedi il caso Mose di Venezia) convivono con la corruttela politico finanziaria, atti formalmente corretti di procedura affievoliscono gli effetti della pena, una parola che sbiadisce quando si ricorre per reati gravi e odiosi ai servizi sociali . Del resto le mafie sono potenti per le complicità che rendono vana esecuzione della pena in odio all’eguaglianza tra cittadini. Difficile discernere una realtà opaca. Difficoltoso per un magistrato onesto individuare il collega “mela marcia”. Nel campo civile, giudici e avvocati sono mediatori dei cittadini che si rivolgono allo Stato per avere giustizia.
Mediatori spesso “cari” per le tariffe professionali a volte esagerate e per il taglieggio dei diritti di cancelleria, dell’Iva e delle casse di previdenza. Prelievi non sempre ortodossi se superano il valore di una causa. Esclusi i guerrafondai ed i litigiosi per inezie; togliendo gli utenti che non osservano i contratti e il buonsenso, rimane comunque un esercito di vittime che perde quando ha ragione, che subisce cause e se vince gran parte dei benefici sono annullati dalle cosiddette “spese vive” dei professionisti.
Gli esempi sono tanti . La cronaca delle grandi città è piena di raggiri nei confronti degli anziani. Alcuni di questi si svolgono in questo modo. Un fantomatico amico del figlio della vecchietta mostra una carta firmata dal figlio o un parente prossimo che si è indebitato per 2 mila euro. L’ingenua anziana si fida e paga . Ma se dicesse no cosa accadrebbe? Un caso simile è avvenuto in Brianza in maniera più scientifica e raffinata. Vittima un’amica. Il suo babbo morto 14 anni fa lasciò un immobile adibito a negozio di abbigliamento. Per una complessa vicenda di successione ereditaria delle consegne si occupò un custode giudiziario. Qualche anno fa il negoziante inviò la disdetta e, sorpresa sorpresa, tirò fuori dal cassetto una “scrittura privata” non registrata in cui si allega che come addendum al contratto regolarmente registrato si “istituisce” un deposito cauzionale. Firma apocrifa e data primi anni Novanta. Nel costume di quel vecchio signore l’eventuale deposito veniva versato su un libretto postale. Il custode giudiziario non trovò alcun libretto. Il conduttore rilasciò l’immobile in pessime condizioni dopo un’occupazione quasi ventennale. E per “estremo riguardo” non pagò l’ultimo mese di affitto.
Dopo un anno ha citato in giudizio la mia amica allegando “il documento sottoscritto” . La donna, prime cure, ha disconosciuto la firma del papà. Il giudice dopo aver escusso un teste di sesso femminile in succinti abiti non adeguati ai luoghi di quel ramo del lago di Como, in camera di consiglio “previa seduta spiritica con il de cuius” ha accertato la firma autentica dello stesso. Nella motivazione si dice che in mancanza di richiesta di verificazione della scrittura supplisce una sorta di tacita istanza a favore della conduttrice. Quanto alla riconvenzionale nulla è stato riconosciuto, né canone, né danni. Adita la Corte d’Appello la mia amica ha ricevuto dopo due anni la conferma della sentenza del tribunale. Ora ci si metta nei panni della vecchietta di cui sopra che dopo aver denunciato il truffatore, che si spaccia per amico del figlio, sia costretta a subire la “giustizia civile italiana”. Di grave c’è che molti cittadini non si rivolgono più al giudice molto distratto sui fatti della vita e teso a riaffermare il diritto astratto. Gli italiani subiscono i taglieggiamenti ed è grave quando alcuni si rivolgono ai “tribunali della malavita” molto più efficienti di quelli dello Stato ma molto pericolosi nell’affermare il “diritto” con la spada di Brenno. Morale: in Italia basta essere furbi e criminaloidi per calpestare il diritti della maggioranza. Per gli onesti -peggio per loro. La superficialità e la malafede dei mediatori (troppi: gli avvocati di Milano sono quanto quelli della Spagna) aggravano la situazione sino ad ammorbare l’aria della democrazia.