“La più bella cosa nella vita? L’incontro con l’altro!” A parlare così è Felice Tagliaferri, scultore non vedente, divenuto noto grazie a Candido Cannavò e al suo bel libro: “E li chiamano disabili”. Felice è inarrestabile con le sue battute spiritose a raffica e chi parla con lui, non può fare a meno di ridere per quasi tutta la conversazione.  

“Io vivo l’incontro con l’altro almeno cento volte al giorno- spiega Felice- ogni giorno conosco tante persone. Togli gli stronzi, gli antipatici, i puzzoni, qualcuno buono c’è sempre!” Dopo quest’affermazione parte una risata travolgente di Felice, mai nome in una persona fu più indicato: Felice trasmette tanta gioia di vivere! “Mi piace giocare e ridere -afferma Tagliaferri- lafelice e cane vita va vissuta così. Attraverso il gioco capisco realmente chi ho di fronte, quando faccio laboratori di scultura scherzo sempre, il tempo così passa molto più velocemente e il lavoro diventa un divertimento ”. Felice  ha 44 anni, è di Bologna ed è “accompagnato” (così lui ama dire) da Gabriella, donna siciliana (stanno insieme da sette anni) e hanno un figlio, Alberto di due anni e mezzo; per spostarsi è aiutato da un bel cane guida di nome Tobia, un labrador anch’esso siciliano. 

Quindici anni fa- racconta Felice- ho lasciato un impiego sicuro, quello che tutte le mamme vorrebbero per i loro figli, ero dirigente alla Provincia di BFelice Tagliaferriologna. Ho deciso di seguire il mio sogno che è quello di fare arte a tempo pieno. E’ il massimo della vita per me fare lo scultore, sono totalmente libero. Per me la scultura è comunicazione, il mio lavoro è soprattutto il mezzo per incontrare l’altro. Ho incontrato grazie alla scultura sia Benedetto XVI, sia Ciampi, altrimenti come caspita li conoscevo?” Felice ride di nuovo e racconta il suo incontro con Ciampi: ”Stavamo camminando al Quirinale sotto braccio e gli dicevo:  la gente che ci vede penserà… ma che bravo quel giovane che porta a spasso il nonno! Dopo quella battuta si è rotto il ghiaccio ed è stato dal quel momento in poi che ho conosciuto l’uomo Ciampi”.  Tagliaferri è un uomo che con l’ironia e il giocare riesce a entrare in sintonia con chiunque, con naturalezza. Ebbe l’occasione di incontrare Benedetto XVI e grazie al suo modo di fare, dopo pochi minuti era abbracciato al Papa.

Felice, con la sua grande bravura nell’arte scultoria, sta avendo delle grosse soddisfazioni, in passato era stato giudicato non idoneo per entrare all’accademia delle belle arti (a causa della sua cecità), ora in quella stessa accademia è chiamato per insegnare ai giovani (a ben 200 euro l’ora). Una delle grandi battaglie di Felice è rendere l’arte accessibile a tutti per condividere le felicionesensazioni che il mondo gli trasmette. Insegna l’arte scultoria a tutti, dai bambini ai novantenni, ai non vedenti, ai tetraplegici. Per fare immaginare a non vedenti le nuvole, un fuoco o l’onda del mare, le ha riprodotte nelle sculture, in modo che, anche chi non può vederle possa viverle tramite il tatto. Nel 2008 si trovava a Napoli nella Cappella San Severo e voleva toccare il Cristo Velato, ma gli fu impedito perché l’opera, secondo i responsabili del museo, si poteva danneggiare. Felice non si perse d’animo, si fece raccontare com’era la celebre statua e decise di realizzare una scultura identica che però poteva essere toccata. Dopo due anni di lavoro è nato il “Cristo Rivelato” uguale al Cristo Velato (sempre in marmo) che però poteva essere toccato da tutti.

Il Cristo Rivelato è stato esposto in tante città e solo al Meeting di Rimini è stato toccato da 50.000 persone, non riportando nessun danno. Felice Tagliaferri ci tiene a precisare che lui è uguale a qualsiasi persona e lo spiega con un esempio: ” Ti piace una bella donna? Ti piace un bel piatto di pasta? Ami un bel bicchiere di vino? Ebbene se la vostra risposta è sì a ogni domanda, allora siamo perfettamente uguali!”

Prossimamente (dal 15 al 20 luglio) Felice sarà a Messina per insegnare a scolpire a dei ragazzi non vedenti e ci tiene molto a trasmettere la sua arte in modo che altri ciechi possano continuare il suo percorso creativo. A settembre con la sua grande amica Simona Atzori (donna nata senza braccia, ma grande ballerina, pittrice e scrittrice) terranno vari incontri per testimoniare che nella vita si può fare qualsiasi cosa se si vuole veramente. Felice ha perso la vista a quattordici anni a causa di una malattia, ma non si è mai abbattuto, ha trovato nell’arte l’incontro con l’altro, è diventato l’unico cieco al mondo che scolpisce con il marmo.  Felice non ha barriere mentali né  limiti e ci insegna che la vera libertà si trova nei nostri cuori.

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